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Il gruppo si intrattenne fino a tardo pomeriggio, per poi assistere insieme alla prima nevicata sui grattacieli in West End. Scartarono i propri regali, mettendo un po' di musica di sottofondo. Nel frattempo, John non fece altro che sussurrare cose all'orecchio della fidanzata. Al che tutti si domandarono che cosa stessero nascondendo. "Va bene, c'è una novità..." confermò lui, mettendosi in piedi. "...Veronica l'ha scoperta solo due giorni fa. Io e lei saremo presto genitori". I presenti spalancarono la bocca, sgomenti. "Stai scherzando?" lo interrogò Freddie. "Assolutamente no, Ronnie è di quasi sette settimane". Immediatamente Allison e Mary la abbracciarono, commosse. I ragazzi erano perplessi. "Wow, Deaky..." iniziò a dire Brian "...sarai padre a soli venticinque anni". "Non me lo sarei mai aspettato da uno come te" sbottò Roger, per poi sorridere e andargli incontro. "Bel colpo, fratello". Si riunirono in un abbraccio di gruppo. 

Poi John richiamò la loro attenzione un'ultima volta. "Dato che ora ne siete tutti a conoscenza, c'è qualcos'altro che mi preme dire prima di ripartire per il tour". il bassista della band subito si mise in ginocchio sul tappeto, prendendo la mano di Veronica. "Ti amo, Ronnie. Non credo di poter stare cinque mesi lontano da te, sapendoti incinta. Quindi voglio farlo adesso. Vorresti diventare mia moglie, Veronica Tetzlaff?". La ragazza, sebbene si fosse mostrata turbata e con la fronte madida di sudore, non perse tempo nell'accettare la sua proposta. "Ci sposeremo prima di ripartire". Veronica sgranò gli occhi. "Che cosa?". John annuì, mentre gli altri si guardarono tra di loro, scettici. "Non possiamo organizzare tutto in una settimana". "Hanno rimandato il tour al 5 febbraio. Dovremo celebrarlo a gennaio". Veronica sorrise. "Sei così determinato e affascinante, John Deacon. Farò qualsiasi cosa tu vorrai fare". I seguenti minuti furono colmi di romanticismo e smancerie. "Oh cielo, ragazzi..." esclamò Freddie, interponendosi tra i due piccioncini "...ma come? Davvero vi sposerete? Siete ancora giovani". Mary aggrottò la fronte. "Anche tu hai chiesto la mano a Mary, e state sempre allo stesso punto". "Perché noi ci siamo presi il nostro tempo, per via del suo lavoro, del tour". John si limitò ad annuire. Era convinto della sua scelta, tanto che le due settimane seguenti furono frenetiche ed estenuanti. Il diciotto di gennaio, sotto un cielo coperto da nuvole, John e Veronica convolarono a nozze, per poi partire per una luna di miele flash. Tornò poco prima di prendere l'aereo per Columbus. "Sei sicura di non voler venire con noi?" Roger si destò alle otto del mattino, voltandosi verso Allison. 

"Sì, sono sicura

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"Sì, sono sicura. Ti aspetterò, Roger Taylor. Anche se dovesse rivelarsi l'ultima cosa che farò. Ti amo, torna da me". Roger la afferrò per i fianchi avvolti dalla vestaglia di seta. "Ti amo anche io". Lo vide vestirsi di fretta, per poi sporgersi su di lei. "Allora mi aspetterai davvero?". "La questione è, tu aspetterai me?". Roger scosse la testa. "Abbiamo vissuto due mesi colmi di baci e dimostrazioni d'affetto. Non l'avrei mai fatto per nessun'altra, Al. Non sono uno che rinuncia facilmente al sesso, ma per te lo sto facendo, perché ti amo...". Gli prese il viso tra le mani. "D'accordo, Rog. Mi sto fidando ciecamente di quei tuoi occhi azzurri e della tua anima inquieta e passionale". Roger guardò l'orologio. "Devo andare. Give me a kiss, baby" le consigliò con la sua voce intensa.

[...]

La primavera arrivò piuttosto in fretta, lasciandosi alle spalle il gelido inverno che aveva accompagnato il 1974 alla porta. Tra una canzone e l'altra, Allison decise di girare in città alla ricerca di un impiego che comprendesse la sua passione per la musica, la sua versatilità e l'inclinazione per l'arte che aveva maturato negli anni. In un negozio di dischi ricercavano una commessa, ma no. Aveva pur sempre una laurea. Sebbene la sua passione per i dischi in vinile fosse tanto travolgente quanto utopica, continuò a girare per poi raggiungere Notting Hill. Affaticata, si sedette in un bar sorseggiando del caffè. I Queen erano via da un mese ormai. Roger l'aveva chiamata il giorno prima, da un telefono a gettoni nel centro di Chicago. "Come sono le ragazze americane?" gli domandò, mettendosi lo smalto alle unghie. "Non sono nulla, comparate alla ragazza che mi aspetta a Londra. Forse la conosci". Allison sorrise. "No, non la conosco. Parlamene". Roger si schiarì la gola. "Allora, prima di tutto ha un corpo mozzafiato. Una pelle liscia e scura come il primo giorno buio dopo sei mesi di luce. È come l'aurora boreale, soltanto più bella. E poi ha quegli occhi neri come la fuliggine che ti spiazzano...". "Accidenti!" esclamò lei, arrossendo. "Sembra meravigliosa". "Lo è. Se vuoi te la presento". "Mi piacerebbe conoscere la donna che ti ha rubato il cuore, sì". Parlarono per delle ore. Se ne fregarono del fuso orario. Intanto che lui si liberò di quelle poche ore di sonno notturne, lei si dovette svegliare all'alba per poterci parlare il tempo necessario affinché non sentisse troppo la sua mancanza. "Non mi hai ancora fatto sentire la tua canzone. Promettimi che me la canterai non appena tornerò". "Non è tutto questo granché" spiegò Allison, temporeggiando. "Insisto, Al" lei accettò, nonostante avesse ancora paura delle conseguenze. 

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora