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Qualche giorno dopo il loro ritorno in patria, Freddie richiamò gli altri a casa sua per una riunione privata. Roger si preparò in fretta. Si era ufficialmente trasferito da Allie e le sue valigie risiedevano ancora in un angolo della sua camera da letto. "Salutami gli altri" gli disse, baciandolo frettolosamente prima di andare in ufficio. Lui raggiunse la villa di Fred, e insieme agli altri e a Paul attesero che scendesse dalla sua camera. Si faceva sempre desiderare. Non avrebbe mai perso quel vizio. Freddie si degnò di presentarsi dopo un'ora buona, affermando di essere stanco dei tour. Voleva cambiare aria. "Anche voi siete stanchi di questa monotonia, ammettetelo. Come fate a stare con i vostri figli in questo modo? Album-tour, album-tour. È orribile, ecco perché ho firmato un contratto". Brian sgranò gli occhi, sconvolto. "Un contratto? E non hai pensato di consultarci prima?". "Non ho bisogno di chiedere il permesso a nessuno". "Noi siamo una famiglia" replicò il chitarrista. "No! Voi avete una famiglia. Moglie, figli. Io non ho niente". Roger alzò gli occhi al cielo, turbato. "Quanto ti hanno offerto?" domandò, adirandosi più del solito. "Dicci quanto ti hanno of...". 

"Quattro milioni di dollari" rispose Freddie. "Ho bisogno di essere libero. Come dice la canzone Fly away?". "Spread my wings and fly away" rispose John accavallando le gambe. "Un album da solista? Chiese Roger. "Forse anche due" Paul Prenter si interpose tra i membri del gruppo. "Dì un'altra parola e ti fiondo fuori dalla finestra". Roger lo mandò a quel paese, minacciandolo con lo sguardo. Paul non aveva paura. Aveva dei progetti, e nessuno consisteva nel rendere felice Freddie. Se ne sarebbe accorto presto. "Hai ucciso i Queen!" commentò Roger mentre Fred sembrò voler andare via. "Oh, dalle un bacio un giorno, magari si risveglia". Paul seguì Freddie, lasciando i tre sconvolti e amareggiati. Mentre loro cercarono di soffocare quei sentimenti colmi di rabbia e odio componendo nuove canzoni, Freddie si trasferì a Monaco per incidere il disco. "Non ci credo, non è da lui un comportamento simile" spiegò Allison ascoltando il racconto di Roger. "Lo sappiamo. È facilmente influenzabile. È quel bastardo di Prenter. Oh, se solo me lo trovo sotto le mani, gli faccio...". Allison gli accarezzò il braccio. "Questa rabbia non ti fa bene. Tira un grosso respiro, così..." Allison lo aiutò ma lui scosse la testa. "Non mi serve la meditazione, ma la testa di Prenter". 

"Otterrà quello che merita, credimi. Esiste il karma". Quando rimase da sola, chiamò Mary per poterla ragguagliare. Nemmeno lei credeva alle parole di Freddie, ed anche secondo lei era tutta colpa di Paul. "Come possiamo farlo rinsavire? I Queen gli servono. Fred ne ha bisogno, ora più che mai". Mary era d'accordo. "Proverò a chiamarlo. Hai il suo numero di Monaco?". "No, ma puoi chiamare i genitori" Mary la salutò, poi riappese. Trascorsero i mesi e di Freddie non si ebbe alcuna notizia, fino all'aprile dell'85. Aveva pubblicato un nuovo album, intitolato Mr Bad Guy. Non era male, ma gli mancava qualcosa – i Queen, per esempio. L'assenza della batteria di Roger, la chitarra di Brian e il basso di John mancavano come le stelle in una notte d'estate. Cos'è la notte senza stelle? Niente, proprio come Freddie senza la sua famiglia. La sua vera famiglia. In maggio, Mary chiamò Allison confessandole di essere incinta ed in partenza per Monaco. 

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora