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Era proprio quello, ciò che era sempre mancato con Dominique

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Era proprio quello, ciò che era sempre mancato con Dominique. I litigi. E non quei litigi infausti che portano alla rottura. I litigi che rafforzano il rapporto, quelli che ti fanno vedere la donna che ti sta davanti sotto una luce diversa. Continui ad amarla, a volerla con ogni singola fibra del tuo corpo. Roger lasciò casa di Allison con quel pensiero e, quando la sua macchina parcheggiò nel garage, stava sorgendo il sole. Per sua fortuna, Dominique era ancora sprofondata nel cuscino. Controllò Felix, prendendolo in braccio. "Tu vorresti che tuo padre fosse felice, vero?" gli domandò sotto voce, osservandolo mentre sonnecchiava sul suo petto. "Tua madre non mi rende felice, non quanto vorrei". Si adagiò la testa del piccolo sotto al mento, desiderando di ottenere la felicità. Nel frattempo, Allison non era più riuscita a prendere sonno. Si vestì, poiché aveva appuntamento con Bruce per colazione. Si incontrarono in un pub in centro. Lui non notò nulla di nuovo o insolito nel suo comportamento, quindi parlò tranquillamente, prendendole la mano sul tavolo. "Vai allo studio oggi?". "No, penso che scriverò le nuove canzoni stando a casa. Ho una certa ispirazione". Tracannò il bicchiere di frappuccino, sporcandosi la bocca di schiuma. Lui la baciò, dicendole che era buffa e sexy. "Non è un ottimo connubio". "È un perfetto connubio, piccola". 

Dopo quelle parole, le si illuminò una lampadina nel cervello. Prese borsa e giacca, si sporse su Bruce per salutarlo e andò via. Aveva avuto un'illuminazione su una nuova canzone. Mise su il tè, afferrando il taccuino che teneva sempre sul comodino, per le ispirazioni repentine che sovente le balenavano in testa. Le parole traboccarono da lei come un fiume in piena. Le sue dita, smaniose, scarabocchiarono sui fogli bianchi. A quel ritmo, avrebbe persino potuto scrivere un romanzo. Dopo pranzo, Bruce la chiamò per chiederle come stesse procedendo la sua ispirazione. "Alla grande. Sto ancora scrivendo". "E tutto questo così, all'improvviso?". "No, sono parole che avevo in testa da tanto tempo. Oggi stanno avendo il coraggio di venire fuori". Ripensò alla notte trascorsa con Roger. Le era mancato da matti, e di certo non le erano bastate quelle tre ore colme di passione. Si interrogò su come fosse andata a casa sua, quando era rincasato all'alba. Non era da lei andare a letto con un uomo impegnato, per giunta padre di un bambino ancora in fasce. Ma si trattava di Roger Taylor, non di un uomo qualsiasi. Si cacciò gli occhiali da lettura sul naso. Era solita indossarli spesso, da quando scriveva ogni notte. Sfilò l'elastico dai capelli, facendoli svolazzare nell'aria. All'improvviso bussarono alla porta. Notò che erano quasi le cinque e lei, immersasi totalmente nella composizione di nuovi brani, si era dimenticata di pranzare. 

Sullo zerbino ritrovò Roger, proprio come il giorno prima. Le mostrò un sorriso che parlò da sé. Sembrò come se le dicesse: "Mi dispiace. Sono una canaglia capocciona, ma tu mi ami proprio per questo". Al contrario, le disse: "Wow, non ti avevo mai vista con gli occhiali da vista". Lei se li sfilò, appoggiandoli al termosifone accanto alla porta. "Sono da riposo. Ti avevo detto di non tornare". "Non potevo non tornare" si guardò intorno, notando i fogli sparsi sul tavolo e sul pavimento. "Sono capitato in un momento sbagliato?". "Ero in piena ispirazione". "Vuoi una mano?". "Grazie, no. Faccio da sola" si preparò a chiudergli la porta in faccia. Non poteva sopportare di vederlo dopo quello che era successo tra di loro, soprattutto perché lui non sarebbe mai stato disponibile. "Non fare così, Al. Sono stato male per come ci siamo lasciati stamattina, soprattutto perché abbiamo passato una nottata intensa io e te, dico bene?". Lei tentò di non sorridere, ma la risata venne da sé. "Lo è stata, sì". "Certo, perché era un momento tra noi due..." dichiarò Roger avanzando verso di lei. Si sporse sul suo viso e continuò: "...non rendermi la cosa ancora più difficile. Fammi entrare". Allison non poté resistere a lungo a quegli occhi azzurri. "Accomodati". 

𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐆𝐚 𝐠𝐚 | 𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫 𝐓𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora