Erano passati due anni, quella piccola bambina aveva ormai otto anni ed era impossibile nasconderle che suo padre non sarebbe più venuto. Perchè nonostante la gente dicesse di continuare a credere, di non perdere le speranze, io non ci credevo più. Quando se ne andò, i miei genitori vennero nuovamente da me, ma fui io a cacciarli, perchè, insomma, erano le mie scelte e se dovevo proprio sbagliare, volevo farlo per le mie scelte.
Entrai nella stanza iniziando a togliere i miei jeans, le mie compagne entrarono poco dopo di me, sorridendomi."Cristo, Emily, vorrei avere il tuo culo!" Urlò la bionda, mi lasciai sfuggire una risata e m'infilai il top aderente che copriva solo il mio petto, lasciando scoperta la mia pancia. Mandai un messaggio a Rose, chiedendole come stesse la mia piccolina. Lei era l'unica, oltre a mia figlia, a farmi tornare il sorriso. Lessi velocemente la risposta della mia migliore amica e cominciai a sistemarmi sulla mia postazione prima che i ragazzi cominciassero a girare attorno a me e alle mie compagne.
Mi sentivo sporca, ogni volta che un ragazzo toccava le mie forme, ogni volta che facevo un movimento di bacino, ma sapevo che lo stavo facendo solo per lei, solo per mia figlia. A volte, facendo tutto questo o andando al bancone del locale e facendomi vedere, guadagnavo qualche mancia da portare a casa. Detestavo sentire le critiche che la gente aveva da fare su di me perchè ballavo in quei cubi, mi facevo già schifo quando mi guardavo allo specchio.
Mi distrassi quando qualcuno prese la mia caviglia, ammiccando un sorriso malizioso. Mi sedetti, incastrando le gambe tra le sbarre mentre lui teneva le sue mani strette attorno alle mie ginocchia. "Tesoro, vai al bancone se vuoi un po' di mancie" sussurrò il mio capo. Sapeva la mia situazione ed aveva ventotto anni, si avvicinava molto alla mia età, visto che io ne avevo ventisei, e forse era anche questo che aveva migliorato il nostro rapporto, rendondoci amici.
"Grazie, Mick" uscii dalla mia postazione seguendo il ragazzo fino al bancone e notando un gruppo di ragazzi. Mi avvicinai al biondo, gli somigliava così tanto. Mi sedetti chiedendo uno shottino di vodka al barman mentre gli occhi del ragazzo a qualche centimetro da me stavano ancora squadrando il mio corpo. Si abbassò alla mia altezza, stringendo i miei fianchi nelle sue mani.
"Ti va' di venire con me, piccola?" La sua voce era così simile a quella di Niall che cominciai ad odiarlo per avermi ricordato come il nomignolo uscisse dalle sue labbra. Annuii, sorridendo. Bevvi in un sorso il liquido, tirando indietro la testa prima di seguirlo. Le mie mani erano leggermente sudate, come le sue, eppure a lui sembrava non importare quando le intrecciò. Mi guardai attorno e portai le mani attorno alle mie spalle quando una ventata di aria fredda mi arrivó.
"Che ci facciamo sul retro del Wild?"
"Mi andava di portarti qui" Alzò le spalle, prendendo tra le labbra la sua sigaretta.
"Okay, se devo rinunciare a delle mancie per uno come te che vuole fare cazzate, me ne torno dentro." Strinsi maggiormente le braccia attorno al mio corpo, cominciai ad avanzare nel locale. Incrociai nuovamente il suo sguardo quando mi fece voltare, incastrando il mio corpo contro il muro.
"Portami a casa tua."
"No" risposi secca. "Non sono una puttana. Qui può andare bene."
"Perché non puoi portarmi a casa tua?" Sussurrò, il suo respiro caldo sul collo. "Dai, per favore."
"Te l'ho detto" spinsi via il suo corpo, mi ero stancata di sentirmi al caldo tra le sue braccia, preferivo stare al freddo di quella notte al posto di sentire il corpo caldo contro il mio di un testardo e insistente come lui.
Mi vestii in fretta visto che il mio turno era ormai finito e dovevo assolutamente ritornare a casa per abbracciare Daisy.
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PSYCHO 2
FanfictionA distanza dal vuoto che nel cuore le si era creato, Emily non riesce più a mantenersi, dovendo fare lavori che vorrebbe, invece, rifiutare. La propria figlia la guarda sempre con ammirazione nonostante ciò che stia accadendo, nonostante la loro cri...