43. Perfectly Different.

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Spazio autrice:

Sapete quanto vi amo, ma non ho nulla di cui parlare.

Mi vedo cambiata, caratterialmente. Mi vedo più fredda e penso sia causato dalla situazione al momento. Non preoccupatevi, nulla di particolare, penso sia semplicemente un momento adolescenziale che mi aiuterà a crescere e mi renderà più forte.

Vi amo, grazie per esserci in qualsiasi momento, grazie per leggere questo libro nato da una semplice passione.

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Passai una mano tra i capelli, sistemandoli per quanto impossibile fosse. Sentii la testa girare, come impazzire mentre da lontano guardavo tutto.

Niall che prendeva le sue mani, incitandola a fare un passo in più, a raggiungerlo nonostante la sua vista fosse paragonabile ad una tavolozza sporca di colori usati e mischiati per troppo tempo. Scossi la testa, stringendo il labbro inferiore tra i denti tanto forte da riuscir a sentire il sapore ferreo del sangue nella mia bocca. Vi passai successivamente la lingua, continuando a mantenere lo sguardo fisso su di loro.
Mi ero arresa; non riuscivo a non pensare quanto male facesse vederla incapace di riconoscere il mio tocco, ma solo la mia voce. Faceva male non riuscire più a vedere i suoi occhi illuminarsi.

Mi alzai di scatto, concentrandomi su un punto fisso della stanza e rimanendo ferma come fossi inchiodata alle mattonelle bianche e sporche.

Il giacchetto scuro incorniciava le sue spalle larghe, mentre la cerniera argentata brillava alla luce del sole che penetrava dalla finestra. Notai una collana dondolare sulla stoffa della sua maglia bianca, la quale faceva intravedere appena il suo petto.

Abbassai lo sguardo, incapace di mantenere il suo, così deciso e duro contro il mio. Lanciai un'occhiata a Niall, il quale dondolava Daisy sull'altalena nera il più lentamente possibile. Stavano entrambi ridendo e sorrisi anche io, quando i suoi occhi azzurri cercarono i miei tra le finestre dell'edificio.

"Emily." Mormorò con voce profonda, facendomi voltare ancora una volta. Mantenni lo sguardo nel suo e passai la lingua sulle labbra, sentendole secche.

"Liam."

// Harry's Pov //

Anche se con paura ed incredibile delusione, tornai da lui.

Tornai a casa sua, con i piedi puntati sullo zerbino sporco e le mani che sudavano in un modo che pensavo impossibile. Posai una mano sulla porta per sorreggermi, chiudendo gli occhi e facendo un lungo respiro. Sorrisi appena, sentendo i miei polmoni prendere nuovamente ossigeno dopo attimi di apnea. Poi riuscii a trovare il coraggio di bussare, rimanendo comunque con il pugno chiuso davanti a me.

Arrossi appena, trovando davanti a me Louis.

Sorrise. Dio, quel fottuto sorriso.

Notavo ogni volta le rughette attorno ai suoi occhi formarsi, quest'ultimi socchiudersi ed illuminarsi.

Morsi il mio labbro inferiore, non riuscendo a non pensare a quelle labbra sulle mie. Aveva delle labbra fini, che sul suo volto stavano da Dio. Come fosse il colore tanto particolare da trovare per un ritratto.

Posai spontaneamente una mano sul suo collo, accarezzando con il pollice la sua mascella per poi infilare le dita nei capelli chiari. Avrei voluto stringerli mentre lo baciavo tanto da fargli riuscire a capire ciò che provavo per lui. "Harry?"

Sbattei le palpebre più volte, accorgendomi di quanto il mio sorriso fosse grande mentre lo toccavo. Ritirai la mano, mettendola in tasca. "Si, uhm. -vaffanculo, non riuscivo a parlare in sua presenza. Sembrava essere la persona più perfetta al mondo ed io mi sentivo sempre meno di lui, sempre più piccolo e non alla sua altezza.- Scusa." Riesco quasi a mormorare e il mio imbarazzo si quadruplica.

Lui ridacchió e ciò fece sparire tutto ciò che mi stava capitando; alzai lo sguardo da terra, ammirandolo mentre il suo petto rilasciava quel suono profondo e stupendo. Quella risatina che sapeva rallegrarmi nonostante tutto. Risi anche io. "Harry, è tutto okay.- sorride e il mio cervello va in pappa l'ennesima volta.- Entra."

Sorrisi appena ed entrai, lasciandolo dietro di me mentre mi dirigevo verso il comodo divano in pelle grigia; lo aveva comprato pochi giorni prima, sotto il mio consiglio. Ed il pensiero che quel divano gli ricordasse me, in qualche maniera, mi faceva stare bene. "Vuoi sederti accanto a me?"

Aggrottò le sopracciglia, trovando quasi strano che quelle parole potessero lasciare la mia bocca. E si, era strano. "Certo, Haz."
Posai una mano sul suo ginocchio, spontaneamente e presi ad accarezzarlo con il pollice. Notai come i suoi occhi stessero scrutando ogni mio movimento; da quel giorno, quello in cui lui scappò via da me, noi due eravamo più distaccati, nessun contatto fisico.

Sospirai, stanco di tale situazione e feci scorrere la mano lungo il suo ginocchio, ritirandola. Spostai poi lo sguardo su di lui, il quale aveva fermato la mia mano e l'aveva posata sulla sua coscia. "Mi piaceva." Mormorò con un filo di voce, riuscendo- finalmente. - a staccare lo sguardo da terra ed unirlo al mio. Strinsi quella parte del suo corpo, avvicinandomi ancora.

Leccai le mie labbra quando notai che non potevo più avvicinarmi; i nostri respiri quasi si mischiavano, i nostri nasi erano a pochi millimetri di distanza. "Se ti baciassi, Lou, ti piacerebbe?" Mormorai, portando la mano sul suo volto e accarezzando la sua mascella lentamente.

"Non saprei, Haz.- guardai come le sue labbra sfioravano le mie, volendomi portare al limite nonostante io già vi fossi. - Dovrei provare."

Sorrisi appena, unendo le nostre labbra e trattenendo il fiato; stava davvero accadendo.
Mossi lentamente la lingua con la sua e strinsi i suoi capelli, muovendo il bacino contro il suo quando fu sopra di me. Morsi il suo labbro inferiore, succhiandolo piano e avvicinandomi nuovamente. Baciai le sue labbra con dolcezza, come fosse la prima e l'ultima volta, come fosse stata la cosa da non dimenticare mai.
Mi allontanati piano, accarezzando la sua guancia successivamente. "Allora, Lou, potresti dare un giudizio?"

"Non posso dare un giudizio a ciò che per me è perfetto, amore."

Sorrisi incapace di trattenermi; tutto ciò che nella mia mente pianificavo, lo avrei realizzato.

Perché sentivo, in qualche mia piccola parte, che lui era la persona speciale. Quella nella quale riesci a trovare la perfezione anche nel dolore, nella stranezza, nella diversità. Come fossimo due opposti perfetti.

Lui era il mio opposto perfetto.

// Emily's Pov //

Mi sedetti ai piedi del letto, guardandolo dal basso mentre passava la mano ruvida sulle labbra. "Quanto vuoi?"

"Due." Mormorò, fermandosi a pochi centimetri dalle mie gambe piegate a penzoloni.

"Duecento? Pensavo tu volessi di più." Ridacchiai, abbassando lo sguardo mentre giocavo nervosamente con le mie dita. "Non voglio risolvere le cose così. Lui non è l'unico problema."

"Duemila.- tossii, sentendo la saliva bloccarsi nella gola quando respirai. - Lo cercherò e lo farò sparire dalla faccia della Terra."

"Cosa vuoi? Perché lo fai?"

"Ho bisogno di soldi e non voglio trovarli in lavori poco convenienti." Mi rifiutai di immaginare a cosa alludesse il suo 'poco conveniente' ed annuii.

"Devo pensarci, Liam."

"So che lo vuoi. Lo prenderò come un si." Ammiccò verso di me e uscì dalla stanza, lasciandomi sola nella stanza mentre sospiravo e passavo una mano sul mio volto.

'Lo prenderò come un si'.

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