|| Niall Pov's ||
In quei due anni ho cercato di dimenticarla, non ho fatto altro.
Non ho saputo fare altro che bere quei bicchieri nei locali in modo che il mio cervello non potesse pensarla. Prendevo le ragazze, immaginando che fossero lei, loro volevano solo sesso, solo farlo con me, ma Dio, io adoravo accarezzare la loro pelle, asciugare le loro lacrime immaginando che lei fosse lì, che quel viso fosse il suo.Mi ha insegnato ad amare e vorrei che non lo avesse mai fatto, non pensavo che l'amore ti rendesse tanto prigioniero. Adesso mi sembrava di non aver niente in comune con lei se non quella piccola bambina.
Mi sdraiai sul divano sentendo poco dopo una fitta allo stomaco, feci un verso di dolore notando che Daisy mi era appena saltata addosso. "Vieni qui, piccoletta." La presi, mettendo le sue ginocchia attorno alla mia vita. "Wow, sei cresciuta dall'ultima volta, sai?""Guarda che sono grande, io." Incrociò le braccia al petto, alzando il collo.
"Sembri una giraffa." La presi in giro pizzicando i suoi fianchi. Mi fermai, accarezzando i suoi capelli neri. "Mamma ti ha detto cosa abbiamo deciso?" Fece un cenno con il capo, sussurrando un debole 'no'. "Rimango qui, principessa. Rimango qui, sempre sempre sempre"
Lei sorrise, abbracciandomi. "Mamma mi ha raccontato la vostra favola ieri sera, prima di andare a nanna." Aggrottai le sopracciglia, sedendomi e mettendomi alla sua altezza, nonostante, anche se seduto con lei sopra le mie gambe, ero leggermente più alto. Mia figlia era una piccola nanetta. "Non te la ricordi?" Dissi di no. "C'era una volta una prinsipessa..."
Cominciò a raccontare la favola che Emily si era inventata su di noi per farla dormire. Avrei tanto voluto avere un'ultima pagina bianca per poter scrivere il lieto fine, ma adesso era come stata strappata davanti ai miei occhi e adesso, con qualche difficoltà mi ritrovavo a provare a riscrivere il nostro finale sul retro della copertina. Ma lo avrei scritto comunque e mi piaceva tantissimo.
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Quella sera la mia piccola Emily stava cucinando, quella sera lei era lì ed era così bello vederla cucinare come una semplice ragazza felice, senza vederla sorridere falsamente al Wild. La abbracciai da dietro.
"Hei, piccola." Lei si voltò, tenendo il mestolo davanti al mio viso.
"Ti ho detto che non devi chiamarmi così." Sventolò il mestolo, che io presi non appena fu abbastanza vicino.
"Okay, piccola." Alzó gli occhi al cielo ed amavo farla arrabbiare chiamandola così. "Rimani qui, stasera, giusto?" Annuì, sorridendo.
|| Emily's Pov||
Annuii felice a quella domanda, non si era fatto perdonare, ma quell' 1% lo aveva dimostrato.Mi sentivo piuttosto 'mantenuta', ma il patto era quello che era e, se io non dovevo tirarmi indietro, nemmeno lui lo avrebbe fatto. Nonostante i miei sensi di colpa verso il fatto di dover far spendere i soldi a Niall per la manutenzione della famiglia, ero felice di non dover lavorare in quel locale.
Il tocco dei ragazzi sul mio corpo era diventato come una routine e per quanto ad alcune mie compagne facesse piacere che i ragazzi le toccassero, a me faceva davvero schifo essere toccata da perfetti sconosciuti, spesso ubriachi e che non avrei incontrato più nella mia vita dopo quella sera. A volte sentivo dei 'che puttana' riferiti a me, ma loro non sapevano che me ne importava poco dei loro giudizi.Era fantastico tornare a casa e sapere che con i tuoi soldi, se pur guadagnati in modo poco pulito, potevi mantenere la tua piccola bambina. E lei mi dava tutto in cambio, con i suoi piccoli gesti di cui magari non si rendeva conto, chiamandomi mamma, sorridendomi o semplicemente facendomi sentire la sua rumorosa, ma adorabile, risata causata da me. Solo quando Niall se ne uscì con un 'perchè sorridi?' mi accorsi dello spontaneo sorriso dipinto sul mio volto.
"Niente." Mi voltai verso di lui, spegnendo il fornello. "Sono solo felice, tanto." Ricambiò il sorriso, sedendosi quando Daisy si presentò in cucina dopo il mio richiamo.
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PSYCHO 2
FanfictionA distanza dal vuoto che nel cuore le si era creato, Emily non riesce più a mantenersi, dovendo fare lavori che vorrebbe, invece, rifiutare. La propria figlia la guarda sempre con ammirazione nonostante ciò che stia accadendo, nonostante la loro cri...