42. Lost.

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Spazio Autrice:
Ho deciso di mettere lo spazio autrice all'inizio perché mi ispirava molto. E perché mi diverto a fare cambiamenti random molto spesso, wtf?

MA COMUNQUE
Non vi dirò "buon San Valentino" perché spero che almeno alcune di voi possano capire il mio stato da "mi sono lasciata a Gennaio e ora la mia vita asociale ha bisogno di una botta di vita perciò guardarerò serie tv fino a che Harry non mi verrá a prendere"

Si, vi comprendo

Escludendo le mie crisi, ho pubblicato una nuova storia che spero vi possa piacere. Si chiama "babygirl // luke hemmings" la trovate sul mio profilo OuO

SMETTO DI ROMPERVI

Buona lettura, vi amo.♡

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// Niall's Pov//

Mi abbassai, inalando ciò che davvero mi faceva stare bene. Lasciai cadere la testa indietro e cominciò ad essere tutto più bello, come se mi stessi sollevando da terra lentamente. Presi la bottiglia da terra e la portai alle mie labbra, bevendone un sorso.

"Niall." Emily bussò alla porta ed aprii, pulendo il naso dai residui di ciò che avevo appena preso. Indietreggiai di qualche passo, cercando di non cadere quando mi spinse. Strinsi gli occhi, leggermente stordito. "Sono venuta a casa con te, ho lasciato Daisy all'ospedale con i dottori che, sinceramente, odio.- puntò il dito contro di me ed io la guardai con le labbra socchiuse. -E l'unica cosa che sai fare è bere e fare lo stronzo."

"Sta zitta." Sbottai. Le sue continue spinte mi fecero cadere sul letto e ridacchiai, passandomi le mani sugli occhi chiusi. "Emily, sono completamente sfatto. Non parlare."

Alzai lo sguardo sul suo viso e vidi le sue pupille impossessarsi del colore chiaro dei suoi occhi. "Niall, tu stai rischiando di perdermi." I suoi occhi mi scrutarono da testa a piedi e tirò uno schiaffo sul mio viso; sentii il calore espandersi sulla mia guancia chiara e chiusi gli occhi, assorbendo le sue parole amare. Sapevo che non aveva torto, ma sapevo al tempo stesso che non mi avrebbe mai lasciato nonostante tutto ciò che di sbagliato avevo. "Ti amo, ma sei così.- aprì le labbra, bloccandosi. Chiuse gli occhi, abbassando il capo.- così stronzo."

Alzai il busto, aprendo le gambe e facendovi posizionare il suo corpo.

Dio, era così bella anche stanca di tutto, anche disperata. Sarebbe stata bella in qualsiasi momento. Lo sarebbe stata sudata, sporca o mentre piangeva. Era così bella in ogni suo movimento, in ogni suo sorriso.
Lei era come quel poco vento d'estate che ti fa stare bene dopo il caldo arido, come quella risata dopo il pianto.

Accarezzai il suo zigomo, passando il pollice sulle sue labbra e sorridendo sghembo quando si inumidirono a causa della lacrima traditrice che rigò la sua guancia.

Emily era la mia metà, il pezzo mancante. Ed il solo pensiero di non averla, di non sentire più i suoi passi per casa o di non vedere più il suo sorriso, mi distruggeva.

"Perché?" Alzò lo sguardo ed io la spinsi contro di me, poggiando la testa sul suo ventre come fossi un piccolo bambino.

"Perché ti guardo e non riesco a resisterti." La sua mano si posò sulla mia guancia arrossata e sorrisi appena, spingendo la testa contro il suo tocco leggero. "Cristo, mi dispiace tantissimo, ma te lo sei meritato. Ora dormi, Niall, provaci almeno."

Annuii, lasciandomi cadere indietro sul letto morbido. Chiusi gli occhi e mi sentii incredibilmente bene, come se fossi sollevato dal materasso e stessi volteggiando in aria. Era una sensazione fastidiosa quanto rilassante e poco dopo non ragionavo più, stavo semplicemente sognando che tutto fosse di nuovo bello, che la mia famiglia fosse ancora felice mentre la mia piccola bimba giocava con Emily; sognavo che tutto ciò che mi era stato rubato da lui mi stesse tornando indietro pezzo dopo pezzo.

// Louis' Pov //

Spensi la sigaretta contro il muro rovinato e grigio del vecchio supermercato. Abbassai gli occhiali da sole fino alla punta del naso e sorrisi appena, buttando fuori il fumo del mio ultimo tiro mentre vedevo il riccio venire verso di me.

"Harry."

"Stai piangendo." Constatò, poggiando una mano sulla mia guancia e togliendo i miei occhiali del tutto. Annuii, facendo un mezzo sorriso. "So che è difficile-"

"Ho visto crescere quella bambina, Harry, non puoi saperlo." Mormorai guardandolo dal basso; ancora mi chiedevo come potesse essere così alto nonostante fosse più piccolo di me.

"Scusa, cercavo solo di consolarti." Abbassò lo sguardo, iniziando a guardare la punta dei suoi piedi mentre giocava nervosamente con le dita.

"Non voglio essere consolato con parole. Le parole non servono a nulla." Alzai le spalle e passai al suo fianco, allontanandomi; guardai in basso confuso quando il braccio del riccio bloccò il mio cammino. "Qualcosa non va?" Mormorai preoccupato, avvicinandomi e prendendo il suo viso tra le mani.

"Louis, tu mi piaci." Aggrottai le sopracciglia e lasciai cadere le braccia lungo i fianchi, indietreggiando. Era sorprendente il fatto che il suo messaggio fu diretto e preciso, senza giri di parole; io, probabilmente, avrei fatto discorsi infiniti prima di dire ciò che davvero provavo. "Ti da fastidio che io sia gay o che tu mi piaccia?" Alzò finalmente lo sguardo, incontrando il mio.

"Non me lo aspettavo. Tutto qui." Annuì, mordendosi il labbro inferiore e abbassandosi verso il mio volto; sentivo il suo respiro mischiarsi con il mio, le nostre labbra quasi toccarsi. "Vuoi che ti accompagni a casa, Harry?"

"Voglio che tu mi baci e basta." Il suo tonò deciso mi stupì, non era mai stato tanto deciso nell'ottenere qualcosa sino a quel momento. Deglutii a fatica e posai una mano sulla sua guancia, accarezzando la sua mascella successivamente.

Nonostante volessi baciarlo, nonostante il mio corpo mi stesse urlando di non fare il coglione e di stringerlo a me, volevo allontanarlo da me. Non ero gay, non lo ero mai stato ed era tutto così nuovo per me. Scossi la testa, allontanandomi e rimanendo di spalle alla sua figura.

"Lou?"

"Non sono gay." Dico deciso e mi volto, sentendo gli occhi pizzicare.

Non ero debole, non davanti a lui. Nessuno mi aveva mai visto piangere, nessuno aveva mai visto quel mio lato fragile, il ragazzo che cade a pezzi. "Perché il tuo cuore batteva come fosse impazzito?"

"Era.- mi bloccai, infilando una mano nei capelli nervosamente. -Probabilmente la situazione."

Mi avvicinai, allungando una mano verso il suo viso ora leggermente rosso. I suoi occhi verdi erano lucidi come due piccole perle colorate, le sue guance colorate di un profondo rosa. Fece un passo indietro, chiudendo gli occhi. "Guardami e dimmi che non mi vuoi."

La mia mano si ritirò, tornando nella tasca e osservai i suoi occhi scrutarmi dall'alto. Fissai intensamente quel color smeraldo, sorridendo dolcemente come fossi un cazzo di idiota. "Non ce la faccio.- ammetto e prendo le chiavi dell'auto. - Io devo, uhm, andare a lavoro."

Lo vidi annuire, senza proferire alcuna parola mentre abbassava il capo. Mi alzai sulle punte e baciai velocemente la sua guancia, correndo poi verso l'auto e infilandomi dentro. Chiusi lo sportello con fin troppa forza.

Scoppiai a piangere una volta fuori dal parcheggio, singhiozzando rumorosamente.

Lo avevo appena rifiutato, avevo appena perso la possibilità di baciare le sue labbra e pensavo me ne strafottesse. Non capivo cosa mi stesse capitando, ero incredibilmente confuso. Pensare a me con lui, mi faceva stare bene, ma al tempo stesso sentivo che qualcosa di sbagliato ci sarebbe stato in qualsiasi momento, in qualsiasi nostro sorriso e gesto.

Mi sentivo così stupido, fanculo.

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