3. Fairytale

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'Giuro che se non mi dici che ti ha fatto ti ammazzo appena ti vedo x'

Ultimo dei mille messaggi che Rose continuava a mandarmi.

'Niente, non mi ha fatto nulla, tra poco è fuori casa, don't worry x'

Posai il cellulare, nonostante la porta fosse chiusa riuscivo a sentirlo cantare e cominciai a pensare che molto probabilmente la piccola bambina si era addormentata. Uscii dalla porta e lui era solo sul divano.

"Dov'è Daisy?" Mi avvicinai girandomi intorno e non vedendo nessuna traccia della mia bambina.

"Sta dormendo, Emy." Mi rispose ovvio. "Vuoi calmarti? È mia figlia, pensi davvero che io possa farle del male?"

"Si." Si alzò e lo ritrovai vicino al mio viso, con quei pochi centimetri che dividevano le nostre labbra.

"Se vi ho lasciate è per un preciso motivo, non credi?" Serrò la mascella, i pugni tanto serrati da far intravedere il bianco sulle nocche. "E tu sai benissimo il perchè, è mia figlia e se c'è una persona che io voglia salvare a qualsiasi costo, è lei, chiaro?" Rimasi ferma, come lui, lasciando che i nostri occhi rimanessero fermi a guardarsi. Sentii i miei occhi inumidirsi, ma non volevo piangere davanti a lui, non più, volevo dimostrargli per una volta che quello che ero cambiata, che quello che c'era una una volta tra noi, non ci poteva essere nuovamente. Semplicemente, perchè io non lo amavo, adesso, in quella stanza, in quell'istante, lo stavo odiando.

"La serata è finita, dovresti andare via." Mi schiarii la voce quando un tremolio si avvertì nelle mie ultime parole.

"Sono venuto qui con il treno e non ho per niente voglia di tornare in hotel."

"Spero ti venga voglia, allora." Presi il suo braccio trascinandolo fuori dalla stanza, ma, cosa che mi aspettavo, ebbe la meglio.

"No, voglio rimanere qui." La sua voce risuonava autoritaria, facendomi entrare quella frase nella testa. "Spero tu abbia una stanza per gli ospiti."

"No, ma c'è il divano." Sorrisi falsamente dirigendomi al piano superiore.

-
Daisy non riusciva a dormire quella notte, quindi rimase nel mio letto. il giorno dopo sarebbe dovuta andare a scuola, ma rimanemmo sveglie fino a mezza notte a parlare delle principesse e cose sulla quale non pensavo nemmeno di poter fare un discorso serio.

"Adesso manca l'ultima..." Alzò le spalle guardandomi. Sul mio volto si formò un cipiglio quando lei mi sorrise, mi sembrava di averle elencate tutte. "Tu!" Si mise in ginocchio, davanti a me aspettando che io le raccontassi la mia favola.

"La mia non è una favola però, non ha un lieto fine."

"Mamma, non accetto che tu dica certe cose." Mi rimproverò incrociando, lasciai sfuggire una piccola risata. "Tu e papà dovete solo sposarvi e si risolverà tutto, no?"

Non sapevo nemmeno io come sarebbe andata a finire, speravo di non cadere nel suo inferno che spesso a me sembrava il posto più maledetto quanto bello, io non volevo. Ma non volevo dire questo cose a mia figlia, mi limitai ad unnuire iniziando la mia 'favola'. "C'era un volta, una ragazza che si stava divertendo con i suoi amici, quando il ragazzo cattivo che lei amava tanto le disse che non la voleva più-"

"E lei?"

"Lei lo ha semplicemente accettato. Ma poi è arrivato un ragazzo biondo, senza il cavallo bianco, ma con gli occhiali da sole -lei sorrise, continuandosi a dondolare poco sul letto. - la bella ragazza lo odiava, non lo sopportava proprio, ma lui la amava tanto-"

"E poi?" M'interruppe, impaziente di sapere la fine.

"Scoprirono di completarsi a vicenda." Sorrisi, avendo piccoli flash di noi due in passato. "Ma poi, lui andò via, doveva farlo per salvare la sua famiglia."

"Aspetta!" Si alzò in piedi. "Poi si sposarono e vissero per sempre felici e contenti." Risi prima di prenderla e metterla accanto a me, con la testa sopra al cuscino e vederla addormentarsi lentamente.

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