40. Christmas

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Era arrivato Natale ed ero ferma accanto al lettino mentre guardavo lo specchio davanti a me.

Mi facevo pena: avevo le borse sotto gli occhi, ero così pallida che sembravo sparire, le mie mani erano tanto fredde e le mie gambe non avevano la forza di allontanarsi ed andare verso il termosifone dove già Niall si trovava.

Mi stava osservando, mentre le luci del piccolo albero di Natale sul banco all'angolo brillava. Daisy dormiva ancora, persa nel suo coma.

Sentivo il cuore aumentare il battito ogni volta che ripensavo ai suoi occhi vuoti, incapace di guardare i suoi regali di Natale come tutti i bambini fanno.

Il mio labbro inferiore era distrutto dalle troppe volte che lo avevo morso, guardando continuamente i miei piedi.

Sorrisi quando le sue mani calde entrarono in contatto con il mio viso freddo e pallido. "Smettila di ridurti così."

"Non posso fare altro."

"Pensi che lei possa stare bene, sapendo che stai così?" Scossi la testa, chiudendo gli occhi e alzandomi piano, tenendomi alle sue spalle. "Buon Natale, piccola."

Ridacchiai, sentendo quella punta di felicità farsi spazio in me. "Buon Natale, amore." Accarezzai i suoi capelli, leccandomi le labbra. Sentivo il mio cuore freddo riscaldarsi piano quando le sue braccia mi strinsero al suo petto.

Allacciai le braccia al suo collo, mettendomi sulle punte e stringendomi a lui quanto fosse possibile. Le nostre labbra si stavano sfiorando mentre sui nostri volti si faceva spazio un sorriso.

Infilai una mano nei suoi capelli, stringendoli in un pugno quando le sue labbra toccarono le mie, prendendo a baciarle dolcemente.

"Lo vuoi o no, il tuo regalo?" Annuii, aspettandolo con ansia come fossi una bambina. Vidi il piccolo pacchetto incartato dalla carta rossa essermi posato tra le mani.

"Grazie, amore, ma non era importante." Ridacchió, scuotendo la testa e guardandomi.

"Lo è, credimi." Sorrisi e scartai piano il pacchetto, aprendolo successivamente. "Devo chiederlo ancora o hai capito?"

"Ho capito, ma voglio tanto sentirtelo dire." Accarezzai le due fedi, brillavano sotto le luci di Natale. Sorrisi ampiamente, portando la mano sulle labbra, non riuscendo ancora a realizzare.

"Vuoi sposarmi?"

"Ripeti." Ridacchiai guardandolo.

"Vuoi sposarmi?" Sorrise, baciando la mia mascella piano, mentre sentivo le sue dita accarezzare i miei fianchi e finire sul mio fondoschiena. "Almeno questo sarà mio legalmente."

Ridacchiai, chiudendo il pacchetto e posandolo sul comodino su cui anche i fiori da parte delle dottoresse si trovavano. Presi a baciare il suo collo, accarezzando piano la sua guancia mentre lasciavo un segno sulla sua pelle. Mi allontanai, lasciandovi poi un bacio. "Penso tu abbia capito già da tempo che il mio è un si."

"Ripeti." Mormorò, imitando la mia voce. Lasciai uno schiaffetto sulla sua spalla.

"Si, voglio sposare un idiota." Si morse il labbro inferiore e smise quando vi poggiai le dita e lo accarezzai dolcemente. "Smettila."

"Vorrei dire una cosa, ma mi picchieresti, probabilmente." Ridacchiai e baciai le sue labbra piano per poi sussurrare un 'dimmi'. "Voglio fare l'amore con te."

"Adesso?- scossi la testa, baciando il suo collo ancora.- Non possiamo, guarda in che situazione ci troviamo."

Annuì, leccandosi le labbra per poi far scontrare le nostre labbra ancora, stringendo le braccia attorno al mio fragile corpo con forza. "Piccola, voglio avere il tuo corpo, voglio essere felice per un piccolo periodo."

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