6. Remember

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{Canzone per il capitolo}
"They don't know about the up all nights, they don't I've waited all my life."
-They don't know about us; One Direction

Flashback
Niall.
Amavo così tanto pronunciare quel nome che mi sembrava strano ormai, smettere di pensarlo. C'era sempre lui, sembrava essere presente in qualsiasi cosa. Eppure mi arrabbiavo per cose inutili, tipo quando non mi sorrideva, era snervante vederlo chiudere quella porta e non sentire una parola di affetto o un sorriso.

"Emy?" Chiamò, urlando dal piano di sotto.

"Si?" Inziai a scendere le scale, guardando i miei piedi che si posavano velocemente su ogni scalino, finchè, improvvisamente, ritrovai un paio di piedi, giganti rispetto ai miei. Alzai lo sguardo, sorridendo al ragazzo che avevo davanti. "Ti serviva qualcosa?"

"Hai sentito alla Tv?" Aggrottai le sopracciglia, poggiando la spalla al muro. "Pensano che io ti abbia stuprata. Sono così incazzato, cioè, la mia parte sana non lo farebbe mai, in generale, del male a questa persona."

"Perchè?" Sorrisi, incrociando le braccia al petto e scendendo uno scalino, abbassandomi di pochi centimetri. "Cos'è per te questa persona?"

Alzò gli occhi al cielo, ma decise comunque di stare al mio gioco. "Allora...ehm...una scema, completamente, dico davvero." Tirai un pugno sulla sua spalla, ridendo leggermente. "Ma è una scema perfetta, è strano, essere un ragazzo sdolcinato che sta per dire tutto quello che avrebbe già dovuto dire. Ma molti potrebbero detestare i suoi difetti, come il fatto di essere incredibilmente testarda, è bellissimo lo stesso per me."
Sorrisi, sentendo il cuore fare una capriola, insieme a quelle bellissime farfalle che erano fastidiose a volte, ma non in quel momento. "E lei? Signora Grace, ce l' ha una persona speciale."

"Allora, si chiama Zayn e..."

"No, okay, questo non dovevi dirlo." Risi, cercando comunque di mantenermi seria, ma la sua risata, quella rumorosa e bellissima risata, era davvero troppo contagiosa. "Adesso dovrai pagare le conseguenze."

"Niall? Cos-" mi fermai, ritrovandomi a picchiare la sua schiena quando mi prese improvvisamente. Sentii il materasso stringermi in un abbraccio quando mi distese sul letto, rimase fermo, ai piedi del letto, mentre non faceva altro che osservarmi e mordersi il labbro inferiore. Si sedette, dandomi le spalle mentre tirava leggermente i suoi capelli con le mani. "Hey, tutto okay?"

Poggiai le mani sulle sue spalle, le labbra sulla pelle libera del suo collo. "È così... Snervante. Non li sopporto." Si voltò, rimanendo a pochi centimetri dalle mie labbra. "Loro non sanno di tutto questo, perchè continuano a credere che potrei farti soffrire? Non voglio farti soffrire, l'ho fatto in passato e il peso di questa cosa mi sta distruggendo, il macigno che ho sulle spalle mi sta praticamente schiacciando."

"Tu sai di tutto questo?" Annuì. "E a te piace tutto questo?" Annuì, di nuovo. "È così difficile fregartene? È vero, mi hai fatta soffrire, inutile negarlo, oramai lo sai anche tu, ma se noi siamo felici, se noi siamo i protagonisti di questa fantastica storia, perchè pensare al passato? È impossibile dimenticare, ma andare avanti, con te, è la cosa più bella che in questo momento sto facendo." Sorrisi, ottenendo un sorriso dolce da parte sua.

"Non siamo mai stati più sdolcinati di così." Fece una smorfia, a mio parere, incompresibile, ma mi lasciai comunque fuggire una risatina. "Ma escluso questo-alzò nuovamente il capo, guardandomi- se questa storia dovesse finire?"

"Impegnamoci a viverla, allora." Le sue labbra finirono sulle mie, in un bacio voglioso, ma dolce.

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Fermai l'auto in un autogrill, la benzina mi bastava per tornare a casa, ma quei pensieri mi avevano letteralmente distrutta. Mi ricordavo i miei sentimenti, quello che una volta c'era tra noi, come i nostri nomignoli sembravano tanto perfetti detti dalla voce dell'altro.

Ma io adesso lo odiavo, si, era così. Eppure mi sembrava così strano adesso, cercare di dare retta al mio cervello, perchè alla fine, il mio cuore voleva fare cose che io non potevo fare.

Asciugai la lacrima scesa sul mio viso, cercando di concentrarmi su altre cose, come il fruscio degli alberi, evitando quei pensieri.

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