capitolo 5

2.2K 68 7
                                    

I pugni contro la porta si facevano sempre più intensi, così come il mio cuore che per la paura iniziò a battere ad un ritmo accelerato.

Accesi il mio telefono, segnava le tre del mattino e io mi chiesi chi poteva mai rompere le scatole a quell'ora dove le persone normali dormivano.

Prima che la porta potesse venire sfondata, mi affrettai ad aprirla, e rimasi sconvolta dalle due figure davanti a me.

La mia compagna di stanza era completamente andata per quanto ubriaca era; la puzza di alcol e fumo circondò tutta la stanza, un odore quasi vomitevole. Indossava un vestitino attillato, abbastanza corto, e a reggerla c'era un ragazzo dai capelli neri come i suoi, dall'aria tra il metà preoccupato e metà  scocciato. E ora questo chi era?

" Lo sai che non c'era bisogno di bussare così forte, e che lei ha la chiave vero?"

" Senti lo so mi dispiace, ma guarda com'è conciata.. potevo farla passare dalla portineria in queste condizioni?" guardai la mora sorretta dal ragazzo, barcollava cercando di non cadere e mi spostai dall'entrata per far sì che lui la portasse sopra il suo letto.

" Cosa le è successo?" chiesi al ragazzo, mentre si passava le mani sul volto.

" Non è ovvio? Si è ubriacata, mia sorella fa sempre così quando non ottiene ciò che vuole." lo vidi sospirare, prima di voltarsi per raggiungere l'uscita.
" Senti, io devo andare adesso.. ehm, davvero scusami per averti svegliata e per lasciarti questo carico addosso, non sapevo dove altro portarla, ho un altro fratello da gestire prima che entri anche lui nei casini quindi devo andare..."

" ci penso io a lei, non preoccuparti." no aspetta Brooke cosa vuoi fare tu? ecco la vocina nella mia testa che mi rimproverava di quel che avevo appena detto.

" Grazie mille, ti devo un favore. Ah e io sono Jason, a presto bellissima." mi fece l'occhiolino e avvampai, guardandolo mentre lasciava di corsa la nostra camera.

A quel punto rimasi pietrificata, chiedendomi cosa fosse appena successo, realizzando il tutto solo quando alcuni versi da dietro di me mi arrivarono alle orecchie.

" Dio devo vomitare." guardai accigliata la mia coinquilina che cercava di dirigersi in bagno, sbattendo contro i muri della stanza.

Non riuscii a mantenermi seria, scoppiando a ridere per quella scena così divertente.
" Aspetta, ti aiuto..." tornai in me, prendendo tutta l'umanità che mi era rimasta per aiutarla, infondo non volevo che vomitasse sul pavimento.

La presi dal braccio e la portai in bagno, dove una volta entrate le tenni i capelli mentre buttava tutto quel che aveva bevuto. Dovetti spostare più volte lo sguardo, per non rigettare il cibo nel mio stomaco insieme a lei.

" Sono una stupida." mormorò ritraendosi dal water, e potrei giurare che quelle che scendevano dalle sue guance contornate da ombretto sbavato fossero lacrime.

" Che ne dici di fare una doccia? così ti riprendi un momentino, e io ti preparo qualcosa per calmare la nausea."

" Le.. le mie cose sono nel secondo cassetto." mi rispose singhiozzando; così subito mi alzai per aprire il getto d'acqua fredda nel box doccia e mi diressi verso il suo guardaroba per prendere il suo pigiama e l'intimo, che gli portai in bagno. A stento riuscì ad alzarsi, e dopo aver poggiato le sue cose su di un mobiletto la lasciai sola, chiudendomi la porta del bagno alle spalle.

Avanzai verso il mio letto, e appena vidi il riflesso di me allo specchio sobbalzai per l'aspetto che avevo: i capelli tutti spettinati, gli occhi gonfi dal sonno e qualche brufoletto sul viso; solo il pensiero che quel ragazzo, Jason, mi avesse vista in quello stato, mi stava mandando in paranoia.

SurvivorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora