BROOKE'S POV
Dicono che quando qualcuno dorme nel proprio letto, stando comodamente, fa fatica a svegliarsi. Ed io quella mattina ero sprofondata in quel materasso, che quasi mi obbligavo a non aprire gli occhi, stando in uno stato perenne di trance nel mio bellissimo mondo dei sogni.
Ero sveglia, ma stavo così bene che alzarmi, non era tra le mie opzioni quella mattina. Ero ancora intontita dal sonno, quando lentamente iniziai a prendere conoscenza, e toccandomi intorno, notai che non stavo dormendo nel mio letto grande ma in un altro, che conoscevo benissimo.
Portai le mani sul mio volto, pregando qualcuno lassù che quando avrei aperto gli occhi, non mi sarei trovata nel posto in cui non sarei dovuta essere. Ma appena tolsi le mani dal viso, e aprii le palpebre ancora appiccicate dal sonno, mi ritrovai all'interno della mia vecchia camera e nel mio carissimo letto, senza il ben minimo ricordo di come ero finita lì dentro.
Il panico iniziò ad assalirmi, mentre lentamente mi alzai di busto rimanendo seduta nel letto, cercando di ricordare gli eventi accaduti la sera prima.
Intanto, guardandomi intorno, tutto era come l'avevo lasciato un mese prima: il letto di Mathilde era ben ordinato, la sua scrivania piena di libri e quaderni nuovi, segno che era stata lì dentro; le foto erano rimaste dov'erano insieme all'arredamento, l'unica cosa che c'era di diverso era appartenuta nel mio lato, così vuoto e deserto di oggetti tolti dal mio tutore. Quella stanza non era più mia.
Ero da sola, con addosso ancora il vestito della sera prima prestato da Elle, e sfortunatamente, riuscivo a sentire la puzza di alcol e vomito proveniente da me stessa, con un immancabile mal di testa che si fece spazio nel mio cervello. Lentamente tentai di mettere a posto i pezzetti del puzzle della serata prima: ricordavo Sebastian che giocava con i suoi amici, le tante persone che ballavano in pista tutte ammassate tra loro, fino a quando non ricordai il momento più cruente della serata, ovvero il tentavo di Simon di saltarmi addosso.
" Mio dio non è successo davvero." mormorai tra me e me, mentre sentivo il panico ancora di più assalirmi dentro.
Dopo quel flashback, nella mia testa c'era solo il vuoto più assoluto, nessun più ricordo di ciò che era successo per il resto della serata.
Mi stavo per alzare dal letto, quando improvvisamente il rumore della porta che si apriva mi fece gelare e rimanere immobile.
Nella stanza entrò colui che non avrei voluto vedere, né adesso e né in futuro, in quel momento non avevo molte chance di scappare se non per correre e superare lui, ma non avevo molte forze.
" Buongiorno, sei sveglia." la voce di Daniel ruppe il silenzio, causandomi una scia di brividi lungo tutta la pelle. Il moro si avvicinò alla mia scrivania, posando su quest'ultima la busta della pasticceria che aveva portato con se, contenente dentro un cornetto e un succo di frutta, che tolse un attimo dopo. " Ho portato la colazione, come ti senti?" mi domandò, ed io ero ancora immobile, non essendo ancora pronta ad affrontarlo.
" Sto bene, non dovevi disturbarti." mentii, quando in realtà la testa riprese ancora di più a far male, e il mio corpo sembrava non volesse dare cenni di vita per muoversi. Vedere Daniel mi aveva fatto quest'effetto, ma in quel momento, ero come una calamita rotta.
" Non è niente, tieni prendi, questa è per il mal di testa." mi porse gentilmente un'aspirina, e ringraziandolo solo nella mia testa, la presi, ingerendo il farmaco dopo aver bevuto un pò di succo all'arancia.
Senza emettere alcun fiato, mi alzai dal letto, decidendo di andare via senza voltarmi indietro, per non dover rimanere ancora un minuto di più all'interno di quella stanza con il ragazzo che mi aveva spezzato il cuore, proprio in quel posto.
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Survivor
Genç KurguCOMPLETA « 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐞𝐧𝐢𝐜𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐠𝐞𝐫𝐨̀ 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐦𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚̀. » Brooklyn Richards è appena arrivata a Los Angeles per r...