capitolo 57

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"Dove stiamo andando?"

Ero in macchina con Daniel ormai da una quindicina di minuti, e se dapprima pensavo che mi stesse riaccompagnando al dormitorio, capii di sbagliarmi dal momento che lo vidi prendere un'altra strada, quindi la domanda mi uscii spontanea.

" Devo andare in un posto e sono già in ritardo, verrai con me."

" Posso almeno sapere dove?" domandai; solo l'idea di passare del tempo con il moro non mi dispiaceva per nulla, anche se non era stato bello il modo in cui era finita tra noi due l'ultima volta alla festa. Si sarà arrabbiato per lo schiaffo? Comunque se lo meritava.

" Preferisco di no." mi rispose lui, facendomi salire il nervosismo. Si era chiuso con me ancora una volta, e invece di fare passi avanti mi sembrava di ritornare indietro.

" Ah bene, ancora segreti."

" Non è un segreto Brooke, solo non voglio metterti in mezzo a questioni di cui dovresti starne fuori." e allora perché mi stai portando con te? avrei voluto rispondergli, ma lasciai perdere e incrociai le braccia al petto riportando lo sguardo sulla strada davanti ai miei occhi, non insistendo più sull'argomento capendo che non ne sarebbe valsa la pena.

Dopo una mezz'oretta di viaggio dove nessuno dei due preferì parola, arrivammo davanti a quella che per certi versi sembrava in officina, anche se un po' abbandonata. Le mura del magazzino difronte a noi erano grigie e rovinate, e intorno era pieno di macchine ridotte male probabilmente abbandonate dai propri proprietari.

Stavo per scendere dall'auto, ma venni bloccata da un braccio dal ragazzo affianco a me che ovviamente, non mi consentì di scendere.

" Tu resta in macchina." mi ordinò, e a quel punto alzai lo sguardo nei suoi occhi.

" Voglio venire con te." replicai.

" Ti prego Brooke." continuò lui implorandomi, e annuii in risposta. A quel punto, Daniel scese dall'auto, e io mi ritrovai sola con me stessa.

Dovevo ammetterlo, ero decisamente preoccupata per Daniel e l'idea che lui era andato da qualche parte lì vicino chissà dove non mi entusiasmava, avevo paura, paura che gli sarebbe successo qualcosa di brutto. Cosa doveva fare? Perché eravamo lì? Tante domande iniziarono ad apparirmi in mente, e mentre aspettavo lì da sola, decisi di avere la pazza idea di scendere da quell'auto. Daniel mi avrebbe ammazzata? Probabilmente si, ma dovevo vedere cosa stava succedendo, non potevo starmene con le mani in mano.

Così, lentamente aprii la portiera dell'auto, scendendo e avviandomi verso le colonne di quell'officina. Di Daniel non c'era traccia, così iniziai a muovermi sempre più piano e facendo attenzione a non inciampare tra le auto vecchie, fino a quando non udii delle voci e mi nascosi dietro la prima colonna più vicina che c'era per poterli ascoltare meglio, anche se mi veniva molto difficile visto la grande distanza che c'era.

Con le spalle sul muro, inclinai di poco la testa, il giusto che bastava per spiare, e la scena che vidi mostrava Daniel accanto ad altri tre uomini mentre si scambiavano una busta gialla. Cos'aveva di tanto importante Daniel da dargli? Mio dio potevo restare in auto a farmi gli affari miei e invece no, dovevo mettermi in mezzo per forza come al mio solito. Per quel che mi riguardava comunque, non era nulla che non avevo già visto, dato che la vecchia me, Ginevre, si era spesso ritrovata in situazioni simili, che spesso erano finite male. Ah che ricordi.

Ritornata in me, smisi di pensare e capii che dovevo ritornare in macchina in più fretta possibile prima che il mio accompagnatore mi scoprisse, ma fortuna volle che proprio in quel momento, mi stavo per mettere in guai seri.

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