Dicembre. Era finalmente arrivato il mese che più di tutti avrei voluto volentieri saltare, soprattutto quando vivevo in Australia.
Guardando le grandi opere cinematografiche uscite in questo periodo, non riuscivo a non invidiare tutti quei personaggi che ogni mattina si alzavano e uscendo fuori di casa trovavano la neve, il freddo; bevevano sempre la cioccolata calda e potevano stare ore davanti al caminetto. Io mi sono sempre
dovuta accontentare del forte calore del sole abbronzante sulla pelle, e l'unico fuoco che vedevo era quello dei falò fatti sulla spiaggia durante qualche festa cui dovevo sottopormi a partecipare.All'epoca, pensavo che vivere in America sarebbe stata la soluzione a tutti i miei problemi. Una vita più semplice, persone più amichevoli, dove avrei visitato i posti dei miei film preferiti, vissuto un amore grande intrecciato alle storie romantiche di Love Actually, e chissà, magari anche fatto il pupazzo di neve durante l'attesa delle festività.
Come destino ha voluto, sembrava che i miei sogni da bambina si stessero avverando da quando la mia nuova vita a Los Angeles era cominciata, ma purtroppo per me, tutte le mie fantasie erano crollate non appena si aggiunsero dettagli inevitabili: in California non nevicava, il freddo si mescolava al caldo al punto giusto; e per quanto riguarda l'amore... stavo trovando il modo di andare avanti, senza abbandonare la presenza di colui di cui avevo bisogno.
Mi rigiravo nel letto, spogliandomi dalle coperte coprenti il mio corpo a causa dell'alta temperatura di caldo provata sulla pelle. Finalmente, dopo qualche giorno passato insonne, ero riuscita a rilassarmi abbastanza, tanto da dormire profondamente, e seppur la stanchezza in questo modo doveva abbandonarmi, mi sentivo così estenuata che facevo davvero tanta fatica ad alzarmi da quel materasso.
Portando lo sguardo verso il letto vuoto della mia coinquilina, cercavo di auto convincermi che sarebbe tornata come sempre, e che in realtà non era qui presente perché aveva deciso di passare del tempo nell' appartamento dei fratelli; doveva essere così.
La sensazione di gola secca mi costrinse a sollevarmi, e prendendo un elastico dal comodino, mi legai i capelli in una coda alta, avvicinandomi a piedi scalzi verso il piccolo frigo al centro della stanza per prendere una bottiglia d'acqua fresca e bere il liquido al suo interno. Poi, come ormai facevo da una settimana, afferrai la bustina delle famose caramelle per ingerirle, quelle quattro tra le sei che mi rimanevano.
Sospirai al pensiero che avendole quasi finite, sarei dovuta andare al più presto da Matthew per procurarmele altre, così lentamente mi addentrai in bagno, poggiando le mani sul lavandino per sciacquarmi con acqua gelida il volto.
Sai che io non lo permetterei mai, vero?
Una voce, la sua voce, mi risuonò in testa, e appena alzai il volto verso lo specchio, era quasi come se riuscissi a vedere la figura di Daniel proprio dietro di me. Andavo avanti così ormai da giorni; sinceramente non davo molto peso alla vita che stavo conducendo, anche se sapevo fosse sbagliato mi faceva stare bene, e non mi importava delle conseguenze.
" Sei qui con me, è questo che conta." ammiccai tornando dall'altra parte della stanza per ributtarmi sul mio letto.
Brooke è da quasi una settimana che stai rinchiusa qui dentro, non credi sia arrivato il momento di uscire un po'?
Negai con la testa, e prendendo i bordi delle lenzuola per riavvolgermi, diedi delle risposte a quei stessi pensieri che mi arrivavano alle orecchie.
" Fuori c'è troppo rumore, io voglio stare qui con te."
Sono già accanto a te, ci sarò sempre. Per questo anche se sarai fuori, tra i corridoi del campus o dentro un bar, ovunque cercherai, mi troverai.
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Survivor
Teen FictionCOMPLETA « 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐞𝐧𝐢𝐜𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐠𝐞𝐫𝐨̀ 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐦𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚̀. » Brooklyn Richards è appena arrivata a Los Angeles per r...