Ci sono dei momenti in cui spesso senti una frase, e ti chiedi se l'hai sentita davvero o era stato solo frutto della tua immaginazione. E quello era uno di quegli attimi in cui speravo di aver sentito male, o che magari fosse stata solo una voce nella mia testa a farmi brutti scherzi.
" Hai preso a pugni due persone in un giorno solo, Richards." la voce del ragazzo difronte a me, ancora girato di spalle, tolse ogni mio dubbio, confermandomi di aver sentito bene.
" Si, e quindi? Sebastian mi ha voltato le spalle, e quel tizio stava infastidendo tua sorella, credo non ci sia cosa più normale dell'arrabbiarsi in queste circostanze." affermai cercando di sembrare il più disinvolta possibile. Daniel aveva centrato di nuovo il punto, i miei attacchi di rabbia erano inusuali e se non fosse stato per le medicine che prendevo, ero cosciente di poter perdere totalmente il controllo. Questo però non doveva succedere, e soprattutto nessuno di loro doveva saperlo.
" Sebastian è un coglione, e da quel tizio dovevate starci alla larga." ammiccò con tono serio, voltandosi verso di me. " Così come tu dovevi stare alla larga da questo posto, o vuoi far ancora finta di non avermi ascoltato?"
" Non prendo ordini da nessuno, né tanto meno da te Daniel. Quindi, risparmiati la predica per favore." incrociai le braccia al petto tenendo lo sguardo fisso nel suo, ancora furioso nei miei confronti. Il ragazzo che avevo difronte era diverso da quello con cui avevo passato gli ultimi giorni; la mascella serrata e l'espressione da duro lo distanziavano dalla persona che mi aveva accolto nelle sue braccia, difesa e calmata da tutti gli avvenimenti capitati ultimamente. Ma forse era giusto così; infondo chi ero io per giudicare quando ero la prima ad aver preso le distanze da ciò che ero realmente.
" Come vuoi." sbuffò come se fosse offeso, prendendo dalla tasca le chiavi della moto. Solo allora mi resi conto che per tornare con lui, mi sarei dovuta aggrappare per non cadere. Questo significava stargli vicino e in quel momento, per quanto lo avessi voluto, avrei preferito stargli più alla larga possibile.
Feci un passo indietro, per allontanarmi da lui sperando che forse, se ero fortunata, avrei ritrovato Saline per poter ritornare insieme a lei.
" Dove stai andando?" mi fermò, e con un sospiro mi girai verso di lui, salito già sulla moto.
" Più lontano possibile da te, mi sembra ovvio." ammisi, vedendo aprirsi un sorriso divertito sul suo volto, cosa che mi mandò completamente in confusione.
" Fino a qualche ora fa non sembrava che tu volessi starmi così lontano." sghignazzò, e a quel punto senza pensarci due volte, guardandolo male mi avvicinai a lui, e gli tirai uno schiaffo in pieno volto. Non poteva averlo detto sul serio.
" Ma ahi!" esclamò, portandosi una mano sul viso dopo il mio schiaffo.
" Non c'è due senza tre no? Puoi rientrare nella categoria degli stronzi, Daniel. E ora addio." delusa per il comportamento del ragazzo, mi rivoltai per allontanarmi, sentendo gli occhi pizzicarmi dalle lacrime che non avrei mai lasciato uscire, non avrei pianto davanti a lui.
Con un passo veloce camminai dall'altra parte della strada, senza sapere neanche dove stessi andando e, tutto ad un tratto, mi sentii sollevare da terra, lanciando un urlo al notare come le braccia di Daniel mi tenevano strette sulla sua spalla.
" Daniel, lasciami!"
" Secondo te sono stupido che ti lascio qui da sola? Ti riporto a casa!" disse con tono serio, urlando a sua volta.
" Preferisco restare da sola piuttosto che tornarmene con te!" ammiccai amaramente, mordendomi la lingua alle parole dette, sperando di non aver esagerato ma infondo, lui non aveva fatto di meno e se lo meritava.
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Survivor
Teen FictionCOMPLETA « 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐞𝐧𝐢𝐜𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐠𝐞𝐫𝐨̀ 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐦𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚̀. » Brooklyn Richards è appena arrivata a Los Angeles per r...