Con una mano poggiata sul petto, e l'altra stretta in un pugno pronta a difendermi, mi voltai indietro, trovando davanti la figura di un ragazzo alto, con un braccio ingessato e, così come me, indossava anche lui un pigiama.
" Perdonami, non volevo spaventarti.." sussurrò a voce bassa, avvicinandosi al vetro per mettersi sotto la parte illuminata dal poco fascio di luce che riecheggiava in quello stanzino.
" Tranquillo, qui è tutto buio non ti avevo visto.." affermai un po' imbarazzata, non aspettandomi di trovare compagnia durante la mia avventura clandestina. Rimanendo in silenzio, prima che il ragazzo accanto potesse aprire una qualsiasi forma di conversazione che avrei voluto evitare, pensai che forse sarebbe stato meglio sgattaiolare al più presto da lì; così facendo qualche passo indietro, avanzai verso la porta semichiusa.
" Te ne vai già?" mi bloccò, e disperatamente chiusi gli occhi, per poi voltarmi nuovamente verso lo sconosciuto.
" Non dovrei neanche stare qui in realtà, quindi si, me ne torno in camera, ciao." risposi con disinvoltura, sperando di non essere stata troppo sgarbata. Intravidi il dispiacere sul volto del ragazzo, ma cercando di non ammorbidirmi, prima che potessi cambiare idea, avanzai per uscire. Appena provai a mettere un piede fuori, subito tornai indietro alla visione di alcune infermiere che si erano sedute a prendere un caffè proprio lì fuori.
" Che succede? " chiese con tono confuso il moro, provando a seguire il mio gesto nell'uscire fuori da quelle mura.
" Ci sono delle infermiere, se mi vedono sono morta." ammisi, lasciandomi andare in un lungo sospiro per mantenere la calma.
" Direi che siamo morti, questo è un reparto invalicabile, non puoi stare qui senza un buon motivo." ah ma grazie sapientone, come se non lo sapessi pensai nella mente, cercando di trovare una soluzione.
" Tu che ci fai qua?"
" Potrei farti la stessa domanda." mi rispose a tono, provando a incrociare le braccia al petto ma con poca riuscita, visto il suo destro bloccato a causa del gesso. Che mi è saltato in mente di chiedergli?
" Comunque, che facciamo ora? " ignorai la sua affermazione, sperando che il ragazzo di cui ancora non sapevo il nome, avesse qualche idea.
" Direi che non abbiamo molta scelta, c'è solo un'uscita e finché quelle due non finiranno di parlare, saremo costretti a stare qui."
" Benissimo." sbuffai, rassegnandomi alla situazione in cui mi ritrovavo, mentre mi appoggiavo con la schiena al muro.
" Hey guarda il lato positivo, è la vigilia di capodanno, sempre meglio stare qui insieme che in stanza da soli no? Comunque io sono Simon." portai l'attenzione su di lui, e anche se non ero molto d'accordo sulla sua affermazione, decisi di provare a dargli una possibilità; chissà magari infondo si sarebbe rivelato simpatico.
" Io sono Brooke." mi presentai, riportando lo sguardo sul vetro davanti a noi per osservare dall'altra parte i tanti neonati che dormivano beatamente. Simon mi rivolse un sorriso, e voltandosi anche lui in avanti per guardare nella mia stessa direzione, rimanemmo entrambi in silenzio per circa cinque minuti.
" Mi emoziono ogni volta che ammiro dei bambini appena nati; sono cosi innocenti, senza alcuna consapevolezza, ignari della vita che dovranno affrontare, ed è bello pensare che da domani, quando usciranno da qui, avranno un mondo da scoprire." il ragazzo al mio fianco ruppe il silenzio, aprendo un discorso che mi stava a cuore, e dal nulla mi trovai totalmente coinvolta.
" Già, e chissà a quale destino andranno incontro. A volte penso che la vita sia strana, cioè veniamo messi al mondo non per nostra scelta, e poi è tutto un dipendere; può andarci bene o male, possiamo vivere una vita circondati dall'amore e l'affetto di persone importanti o nel peggiore dei casi, essere abbandonati e finire per girare le case famiglia. È davvero triste tutto ciò e.. scusami ok sto parlando a raffica." mi fermai, prima di lasciarmi completamente andare a pensieri più intimi che non avrei dovuto pronunciare a voce alta.
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Survivor
Fiksi RemajaCOMPLETA « 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐞𝐧𝐢𝐜𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐠𝐞𝐫𝐨̀ 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐢𝐞 𝐜𝐞𝐧𝐞𝐫𝐢, 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐢𝐨̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐦𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚̀. » Brooklyn Richards è appena arrivata a Los Angeles per r...