capitolo 41 - PARTE SECONDA

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Due giorni, quarantotto ore, duemila ottocento ottanta minuti. È il tempo che contai da quando Daniel aveva lasciato quella stanza, sparendo dalla mia vista senza più farsi vivo.

Ero rimasta seduta sul letto, con la schiena poggiata al muro e le gambe incrociate a mood di indiano, chiusa in camera senza riuscir a dormire, smettendo di prendere le mie pillole e di mangiare, nell'attesa di un qualsiasi segnale che mi svegliasse da quel brutto sogno.

Dentro di me continuavo ad urlarmi che non potesse essere reale l'episodio accaduto qualche giorno prima, lui non poteva tagliarmi dalla sua vita così da un giorno all'altro; e loro, i Lachowski, non potevano odiarmi.  Eppure nei minuti che passarono in cui rimasi incollata con lo sguardo al cellulare, non ricevetti né alcun messaggio, né alcuna chiamata, arrivando lentamente a perdere ogni speranza a cui mi aggrappavo.

La cosa più brutta che mi stesse capitando in quel momento, è non riuscire a capire come mi sentivo, o meglio, come dovevo sentirmi. Per una mezz'oretta avevo provato ad arrabbiarmi; infondo era lui ad avermi detto quelle parole taglienti come una lama impugnata nel cuore, ma una parte di me si sentiva in colpa; io mi sentivo in colpa, come se tutto ciò che era successo, era solo per colpa mia.

Molte volte mi era stato detto di stare attenta a loro, di tenermi fuori da situazioni che non mi riguardavano; e io come una stupida mi ero intromessa, solo perché pensavo che Daniel potesse avere bisogno di me.

La suoneria del mio cellulare mi fece sobbalzare, e saltando dal letto afferrai quest'ultimo, rimanendo delusa nel vedere che a chiamarmi, non era colui che aspettavo.

" Pronto?" mormorai, tentando di schiarirmi la voce per apparire il più sobria possibile.

" Hey tesoro, tutto bene? È da un po' che non ti vedo." mi chiese con tono dolce e preoccupato la donna che effettivamente, non vedevo da qualche settimana.

" Si Candice, sto bene, sono stata.. molto impegnata in quest'ultimo periodo."

" Quel ragazzo ti ha proprio rubato il cuore vero? Lo sapevo, te l'avevo detto ricordi, non puoi scappare all'amore. Devi portarlo di nuovo a casa un giorno di questi, così possiamo passare del tempo insieme." chiusi le palpebre, prendendo un sospiro per trattenere le lacrime che premevano ad uscire. Non avrei pianto, non al telefono con lei o chi l'avrebbe sentita.

" S..si, certo, appena avremo un po' di tempo verremo con piacere."

" Si chiama Daniel giusto? Si credo di ricordare bene; tra voi come vanno le cose?" avrei dovuto chiudere quella conversazione subito; mi stavo trattenendo anche troppo, e non sapevo quanto ancora avrei resistito. 

" Tutto benissimo. Daniel.. Daniel è davvero un bravo ragazzo; è dolce, premuroso, mi incoraggia sempre, in poche parole mi rende felice." ammisi, con un nodo in gola. Le parole che dissi infondo designavano la verità, o almeno lo erano fino a qualche giorno fa. Stavo mentendo, forse più a me stessa che a Candice; eppure convincermi di quelle bugie, fingere che andasse tutto bene come se non fosse accaduto nulla, per la prima volta dopo due giorni, mi aiutò a sentirmi un po' meglio.

" Mi fa davvero piacere sentirtelo dire Brooke. Comunque che fai stasera, vuoi cenare con noi? Manchi tantissimo a Ryan, mi chiede sempre di te."

" In realtà sto aspettando Daniel, magari sarà per la prossima volta.. comunque devo andare, scusami Candice, ci sentiamo presto." attaccai velocemente la chiamata, portando il telefono al bordo del letto.

Mettendomi in piedi, iniziai a sentire il peso della debolezza dovuto al mio stomaco vuoto e alle notti insonne passate, così mi diressi in bagno, dove arrivata davanti al lavandino, guardai il mio riflesso allo specchietto davanti. La pelle del mio volto era sbiancata, e gli occhi, contornati da occhiaia profonde, accentuavano ancora di più il pallore. Avevo un aspetto orribile, ma con la soluzione trovata per uscirne, ne sarei uscita e non me ne sarei pentita. Avrei fatto di tutto pur di risentir Daniel ancora vicino a me.

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