Copertina:
La copertina è cupa e malinconica il giusto, con un che di nostalgico, grazie ai toni freddi che sono stati usati. Indica sicuramente in qualche modo un ritorno alle origini, all'antichità, il prevalere di un istinto primordiale dell'uomo piuttosto che della ragione. Tuttavia, allo stesso tempo, questi simbolismi non sono chiari finché non si legge la storia, pertanto avrei puntato maggiormente a mostrare apertamente un declino della società, piuttosto che in maniera così velata.
[6/10]Sinossi
Si tratta di un racconto breve, lungo soltanto due capitoli, perciò ci sta che la sinossi non sia lunga. Tuttavia qui la quantità di informazioni fornite a un potenziale lettore che, nella maggior parte dei casi, legge proprio la Sinossi per scegliere se aprire la storia oppure no, è davvero misera. Sébastien è il principale personaggio di questo racconto e ha del potenziale, perciò suggerirei di parlare maggiormente di lui. Di tutto ciò che ha perso e di ciò che ha dovuto affrontare, che continua a combattere: uomini che si uccidono a vicenda per del cibo e per sopravvivere all'inverno, cadaveri che affollano le strade, l'impossibilità di uscire senza essere aggrediti. Immagini forti che fanno solo da sfondo alla storia vera e propria, ma che attirano nell'immediato. Mostrare senza dire.
[7/10]Trama e contenuto
Il racconto è ambientato in un futuro non meno identificato che, fin dall'inizio, non appare così lontano, vista la situazione purtroppo reale in cui noi stessi ci troviamo a vivere. In questo universo creato dall'autore, un virus molto potente ha quasi sterminato tutta l'umanità mentre, quei pochi che sono stati risparmiati, si ritrovano ad affrontare una fine ben peggiore: la società così come noi la conosciamo è stata distrutta, non esiste più autorità o giustizia, le persone combattono per sopravvivere e sono disposte a tutto, perfino a uccidere. In questo clima di forte tensione, noi seguiamo le vicende di Sébastien, uno degli uomini graziati dal virus, che ha visto morire la sua famiglia e che cerca di resistere in un mondo arido che poco conserva del passato. Lui non vuole arrendersi al proprio destino, ma allo stesso tempo sembra sapere di non avere scelta, perché la scelta è tra morire di fame chiuso nel piccolo riparo che è la sua casa, e morire di freddo o ucciso da malcapitati, per uscire alla ricerca di un posto migliore. È la lotta di un uomo che ha perso tutto a cui non resta nulla, se non tentare ancora una volta contro il fato. Allo stesso modo, l'autore ci fa incontrare per un breve momento il punto di vista di un individuo che, al contrario, non si pone questi limiti, e desidera prendersi tutto ciò che vuole quando vuole usando la violenza. Si tratta dell'analisi di una società distrutta, a terra, priva di legami, leggi, morale, che ha come unico difetto quello di essere troppo breve, in maniera quasi eccessiva, con il risultato di far scorgere appena ciò che potrebbe essere. Questo fa avvertire l'amaro in bocca al lettore alla fine dei due capitoli, perché forse, piuttosto che una rivelazione finale che certamente sconvolge, sarebbe stato meglio conoscere di più Sébastien e quella che era la sua lotta giornaliera.
[8/10]Personaggi
Come ho già scritto prima, i due personaggi principali sono Sébastien e il criminale con il quale arriva a scontrarsi alla fine del primo capitolo. Appare anche una donna ma di lei sappiamo ben poco, in quanto ha l'unico scopo di portare la famosa rivelazione finale. La scelta di concentrarsi in un racconto breve su due personaggi, causa un'estraneità mal accettata del lettore nei loro confronti. Dico mal accettata perché, io in primis, avrei voluto saperne di più, soprattutto su Sébastien, le cui sofferenze e paure sono state descritte in maniera commuovente, ma la cui fine è tutto fuorché gloriosa, ma non perché non abbia avuto un lieto fine. Ma perché è stata troppo rapida e superficiale, le emozioni del personaggio sono state questa volta tagliate di netto e Sébastien, un personaggio che da subito ho amato, avrebbe dovuto avere di più. Così in quella parte non ho avvertito niente, è mancato un po' il pathos che avrebbe dovuto caratterizzare la scena e si è annullato tutto il lavoro fatto in precedenza sul personaggio.
[6/10]Ambientazione
L'ambientazione ci viene descritta principalmente attraverso i pensieri e ricordi di Sébastien (in modo davvero molto curato) e, se da una parte questo ci aiuta a entrare maggiormente in sintonia con il personaggio, dall'altra impedisce al lettore di entrare perfettamente nel vivo della scena. Ciò sarebbe stato possibile nella seconda parte del racconto, quando Sébastien si fa coraggio e decide di uscire, e quando incontriamo l'antagonista, ma l'autore ha un po' perso questa occasione. Quindi le descrizioni sono buone, danno al lettore l'idea dello scenario terrificante in cui la gente vive, tuttavia manca un po' l'inquietudine, l'abbandono, il dolore che tutto questo provocherebbe. Sébastien ci da un'idea ben precisa di quello che si trova fuori, eppure, quando usciamo insieme a lui, le sue parole sembrano non trovare quasi alcuna dimostrazione.
[7/10]Grammatica, lessico e stile
La scrittura dell'autore è lineare e fluida, ma lo stile è ben curato. La grammatica è ottima, ci sono piccoli refusi che sono già stati segnalati, e la punteggiatura non è mai eccessiva, con un ritmo incalzante grazie all'utilizzo di periodi molto spezzati dai punti e dalle virgole, piuttosto che attraverso un uso massiccio di subordinate. Grazie a tutto ciò la lettura scorre molto bene, se non fosse per la mancata suddivisione del testo in paragrafi più piccoli, la cui strutturazione appesantisce inutilmente il testo.
[8/10]Originalità
Ci sono tantissime storie ambientate in un futuro post apocalittico in cui la società come noi la conosciamo è stata distrutta da cataclismi di varia natura e, molto spesso, da virus. In particolare, visto il periodo che stiamo attraversando, questo espediente narrativo è tornato molto in voga. L'autore ha scelto di trattare un argomento così complesso attraverso un racconto breve e, sebbene alcune imprecisioni dovute proprio a questa decisione, penso che lo abbia fatto in maniera adeguata. Al di là del tema del virus, ampiamente utilizzato in materia, si preoccupa di mostrare come, spesso, la nostra rovina non è causata soltanto da cataclismi naturali, ma da noi stessi, dall'uomo, da un istinto primordiale oscuro che si fa largo nei momenti più bui e che fa ritornare a uno stato che non si può definire civile, facendo emergere il peggio della nostra specie.
[8/10]Parere personale
Sono una grandissima amante di storie di questo genere, le società apocalittiche e post apocalittiche mi entusiasmano perché spesso, al di là degli elementi fantastici di pura invenzione, mostrano delle realtà che, a pensarci bene, sono veramente possibili. Possono agire come una sorta di promemoria. In fondo penso sia questo il messaggio intrinseco di storie di questo tipo, cosa possa diventare l'uomo in situazioni di crisi e di conseguenza come possiamo evitarlo. La storia mi è piaciuta, Sébastien mi è entrato subito nel cuore e, sebbene la brevità del racconto (di cui capisco la scelta ma non condivido la decisione di concentrarsi in così poco spazio su due personaggi) sono sicura mi resterà in mente. Soprattutto di questi tempi.
[7/10]Con un totale di 57 punti rientri nella categoria dei Maghi e guadagni 4 stelle. Grazie mille per aver scelto il mio servizio 💞
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Recensioni Tuttigusti+1
Literatura FaktuISCRIZIONI CHIUSE Sei alla ricerca di un parere sincero sulla tua storia? Vuoi conoscere i suoi punti forti e quelli deboli, sapere come migliorarti? Allora sei nel posto giusto! Da me avrai solo giudizi onesti e nel mio piccolo cercherò di aiutarti...