🖋️ Lezione 2: L'incipit 🖋️

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Lo so, sono colpevole di avere già saltato un appuntamento con la Rubrica dello Scrittore del martedì. Ma aggiornare in ritardo di un solo giorno rende la cosa meno grave, giusto? (Spero)

Martedì scorso abbiamo detto che, per cominciare a scrivere, occorre avere qualcosa da dire, e non limitarsi a prendere in mano la penna perché vogliamo semplicemente farlo. A volte questo non basta. E abbiamo visto 5 ottime domande che possono fare capire ad ogni aspirante scrittore se l'idea che si ritrova tra le mani sia veramente una buona idea oppure no.

Una volta fatto questo bisogna mettere ogni nostro pensiero, ogni tematica e contenuto che vogliamo esprimere insieme, a costituire il corpo narrativo della nostra storia, ossia la trama stessa. Ciò che cambia è il modo in cui noi decidiamo di esporlo, perché non ci si può limitare a dire qualcosa: bisogna fare in modo che chi legge lo veda. Pertanto con la nostra storia non dobbiamo descrivere ma far sentire. Perché questo succeda è indispensabile coinvolgere il lettore, che non è un elemento passivo che si limita ad assorbire quello che noi scriviamo, ma un elemento attivo che legge perché lui per primo vuole scoprire cosa abbiamo da dire e grazie a quello arricchirsi. Per questo è necessario disporre le parole che compongono il nostro testo in maniera adeguata, in modo che il lettore sia invogliato a continuare la lettura.

Come fare questo? Stimolando subito la curiosità di chi legge. In questo senso non esiste una regola fissa e immutabile con cui cominciare un racconto, ma la tendenza sempre più diffusa ad iniziare in medias res, ossia nel bel mezzo della situazione o dell'azione, per poi inserire magari un flashback con un balzo temporale all'indietro per chiarire ciò che è successo, è sicuramente la scelta migliore.

In questo modo l'incipit stimolerà da subito la curiosità del lettore, che vorrà continuare a leggere per ricevere spiegazioni. Io stessa, molto spesso, quando sono in libreria leggo le prime righe di un libro, per vedere se stuzzicano la mia curiosità. Per scegliere un libro non mi baso soltanto su questo, ma ha la sua importanza. Perciò dovrebbe averla anche per chiunque decida di mettersi a scrivere e voglia che la sua storia abbia più di una possibilità. Con un inizio così drammatico e immediato il lettore si trova subito immerso nella storia.

Un esempio difficile e rischioso, ma di forte impatto? Iniziare un racconto usando un pronome al posto del soggetto! Chi legge non sa di chi o cosa si stia parlando, chi sia il protagonista del discorso o cosa stia esattamente succedendo. Ma questo stratagemma unito al mistero che lo scrittore fa trasparire su questo anonimo pronome offre al lettore un motivo in più per proseguire nella lettura e scoprire da sé che cosa significhi.

Basti pensare al famoso incipit che tutti conosciamo, che abbiamo studiato e ristudiato a scuola in letteratura:

"Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita."
(Dante Alighieri)

Dante stesso esordisce immergendo subito il lettore "nel mezzo" di qualcosa. E se lo ha fatto il sommo Dante... Non possiamo che fidarci!

Detto questo, ci rivediamo prestissimo con la prossima recensione, mentre con la Rubrica dello Scrittore l'appuntamento è martedì prossimo (spero questa volta di essere puntuale) affrontando un problema che affligge chiunque prenda in mano una penna: il blocco dello Scrittore. A presto!

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