🙎‍♂️ ~ Non È La Fine ... O Forse Sì ~ 🙎‍♀️

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Di Lidiamargherita

Copertina:

L'immagine scelta per la copertina è abbastanza attinente con la storia, visto che tratta di un mostro proveniente dal mare che comincia a seminare il panico e divorare sventurate vittime, quindi anche i colori così eccessivamente scuri ci stanno

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L'immagine scelta per la copertina è abbastanza attinente con la storia, visto che tratta di un mostro proveniente dal mare che comincia a seminare il panico e divorare sventurate vittime, quindi anche i colori così eccessivamente scuri ci stanno. Il titolo, però, non può essere così nero allora, perché scuro su scuro non si vede e quindi le lettere risultano poco leggibili. Tutti quei puntini di sospensioni, poi, andrebbero eliminati. Già tre sarebbero risultati decisamente troppo, così finiscono per risultare irritanti. Non capisco, poi, il senso di inserire una frase in inglese nella copertina di un libro in italiano.
[6/10]

Sinossi

La sinossi è davvero troppo sintetica

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La sinossi è davvero troppo sintetica. Questo pericolo che si troverà ad affrontare Lucas potrebbe essere qualunque cosa, difficile dunque capire se si possa trattare di qualcosa di proprio gradimento oppure no, pertanto l'attenzione non viene attirata. Almeno dire che si tratterà di un mostro Marino mi sembra il minimo, non è che sia quale segreto ed è un'informazione basilare. Dire, poi, che abbia una vita "abbastanza perfetta" mi sembra un errore. Già dalle primissime righe comincia a lamentarsi di qualsiasi cosa, litiga costantemente con i genitori e con la sorella e preferisce starsene in solitudine, oltre che adottare un linguaggio scurrile.
[4/10]

Trama e contenuto
La storia è ambientata in Italia, in particolare in Sardegna, nell'Isola La Maddalena. Questo è sicuramente un punto a favore, visto il numero esiguo di trame narrate nel nostro paese, perché la maggior parte degli autori preferisce un'ambientazione americana. Peccato che non vediamo niente dei luoghi meravigliosi di cui gode questa terra. Comunque, noi seguiamo le vicende di una famiglia che si è recata in vacanza sull'isola, raccontate dal punto di vista di Lucas, un ragazzo di diciassette anni. Questa felice vacanza prenderà una brutta piega, in seguito alla strana sparizione di una nave e alla comparsa in mare di una pinna di dimensioni enormi che appartiene a una misteriosa creatura marina, che poi si rivela essere uno squalo simile a un megalodonte (ma addirittura più grande). Al di là del "conflitto" che dovrebbe movimentare la storia, che assomiglia moltissimo a "lo squalo", assistiamo a una serie di scelte narrative che mi hanno lasciata perplessa. Per esempio, a un certo punto Lucas viene assalito dalla paura che i suoi genitori siano in pericolo e si reca a un ristorante vicino al mare in cui stanno cenando. Ma, a meno che l'animale non possa uscire dall'acqua e camminare sulle sue zampe (sharknado docet), come potrebbe rappresentare davvero una minaccia per loro? Poi l'autrice scrive di una ragazza a cui lo squalo ha staccato il braccio e che sta morendo dissanguata, e del ragazzo che cerca di farla rialzare. Quindi supponiamo che siano riusciti in tempo a uscire dall'acqua e ok. Ma poi scrive che lo squalo riafferra la ragazza. Quindi è effettivamente in grado di uscire dall'acqua? E come? Intanto la famiglia scappa via dal ristorante come se niente fosse e, una volta tornata a casa, decide di comune accordo (quindi genitori compresi) di mettersi a indagare da soli sulla faccenda e inseguire dei pericolosi criminali che potrebbero aver causato tutto questo, anziché recarsi dalla polizia. Quest'ultima, oltretutto, quando viene chiamata da Lucas perché hanno trovato una donna anziana morta, anziché recarsi sul posto con più pattuglie e a sirene accese (come sarebbe normale) manda un solo poliziotto e poi, dal nulla, senza essere stato "presentato", compare un maresciallo. La trama quindi, oltre a mancare di vera inventiva e di un intreccio complesso di eventi, manca di qualcosa di veramente importante, ossia del concetto di credibilità, che non deve mai mancare, a prescindere dal genere.
[5/10]

Personaggi
Ancora una volta, anche per quanto riguarda questo punto, viene a mancare la credibilità. Lucas, il protagonista diciassettenne, si comporta nella maggior parte del tempo come un bambino capriccioso a cui piace usare le parolacce e che sembra non portare rispetto per nessuno. Per contro, i genitori sembrano trattarlo come un adulto (lasciano la bambina a casa, ma si portano lui dietro a dare la caccia a dei malviventi) e si rivolgono a lui senza mezzi termini, spesso facendo uso anche loro di parolacce, e poi si chiedono come mai i figli siano così maleducati. Descrizioni fisiche quasi completamente assenti, della sfera psicologica ci vengono fornite solo briciole, capacità di provare emozioni pari a zero.
[3/10]

Ambientazione
Le azioni a cui assistiamo sono così brevi che la scena è relegata in un angolino, con descrizioni talmente assenti che si limitano a "c'è il mare" e "fa caldo". Difficile avvertire tensione o brivido in un contesto nel quale non si riesce a entrare e che si cerca di capire, con il risultato di lasciar perdere tutto il resto e di accorgersi solo lontanamente quando l'autrice tenta di far succedere qualcosa. La storia è ambientata sull'isola della Maddalena ma potrebbe anche essere la luna, perché non sappiamo assolutamente nulla, di cosa ci sia, di come sia, anche solo di cosa i protagonisti vedano. Forse l'autrice non c'è mai stata e non la conosce, ma almeno immaginare come possa essere un posto del genere amato dai turisti d'estate, o cercare delle foto su internet giusto per farsi un'idea, permettono di scrivere almeno qualcosa. Altrimenti si ambienta la storia in un posto che si conosce.
[2/10]

Grammatica, lessico e stile
In questa storia ho evitato di commentare correggendo gli errori perché ho capito subito che era una battaglia persa in partenza, nel senso che non c'era un solo periodo in cui non ci fosse un refuso. Per iniziare, i numerosi puntini di sospensioni utilizzati come fossero caramelle, messi a casaccio dove non dovevano, che ben presto sono diventati irritanti. Chiariamo che i puntini di sospensione non vanno usati al posto delle virgole, non possono sostituirle in alcun modo, e sono davvero pochissime le occasioni in cui vanno utilizzati nello scritto. La narrazione, poi, è in teoria al tempo passato, ma l'autrice passa in continuazione al tempo presente, creando confusione nella lettura. Poi ci sono tutta un'altra serie di errori ripetuti più volte, come "gli" al posto di "le", accenti mancanti, congiuntivi sbagliati, d eufoniche, costruzioni delle frasi praticamente indecifrabili, punteggiatura messa a caso. Le frasi dialettali, inoltre, sono uno "sfizio" che ci si può permettere soltanto in poche occasioni e vanno usate con prudenza, perché non tutti possono capirle e come si dice: il troppo storpia.
[3/10]

Originalità
La vicenda narrata dall'autrice ricorda moltissimo il film "lo squalo" e, del resto, c'è da dire che le trame dietro storie di questo genere si assomigliano a grandi linee tutte. Ciò che le distingue è il modo in cui vengono sviluppati gli eventi, i personaggi, la tensione. Qui manca tutto questo e l'azione, quando presente, è molto spiccia di dettagli e descrizioni, ciò che succede non ha molto senso e i personaggi sono piatti e agiscono apparentemente senza alcuna logica. Il risultato è che il tutto sembra una brutta copia del lo squalo. La storia non è riuscita, ora come ora, a prendere una strada propria.
[5/10]

Parere personale
La trama di questa storia si lascia leggere, sebbene non straripi di Originalità e l'azione sia relegata a pochi e brevi attimi più che altro confusionari. Ciò che più altro rovina il tutto è la grammatica, che rende praticamente il testo illeggibile. Anche lo stile dell'autrice mi ha fatto storcere il naso in più di un'occasione, con esclamazioni colloquiali "boh" e "che dire", che stonano davvero nella narrazione. Tutti questi problemi rallentano incredibilmente la lettura, rendono quel poco che succede poco interessante e ciò che si finisce per provare è "fastidio" e "noia". Mi dispiace perché le storie di questo genere mi piacciono molto, ma per come tutto è stato sviluppato e strutturato il risultato è tutt'altro che piacevole. Spero di non essere stata troppo severa, ho cercato di mettere in luce i problemi che ho riscontrato nel testo (molti dei quali sono già stati segnalati da altri utenti) e non è mai stata mia intenzione mancare di rispetto all'autrice.
[4/10]

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