Sentendo una serie lancinanti fitte al capo, un'indescrivibile debolezza e un pungente dolore allo stomaco, Natalie si rigirò nelle morbide coperte, scoprendosi e sbadigliando con stanchezza.
Sedendosi osservò brevemente le persiane chiuse e, aprendole, venne investita da una fresca ondata d'aria che la costrinse a stringersi nelle spalle e a ributtarsi sotto le coperte.
"Quanto odio questo clima" si lamentò "era meglio la Giungla..."
Richiamando il viaggio alla memoria, la giovane scosse il capo prima di alzarsi provando ad ignorare il freddo.
Raggiunto l'armadio per cambiarsi, il suo sguardo venne catturato dalla sua immagine riflessa nello specchio, dove osservò un bianco intreccio di nuovissime bende far capolino dal collo della maglia del pigiama. Disturbata dal silenzio tombale che faceva riaffiorare inquietanti ricordi, scese le scale senza cambiarsi, notando i ciocchi spenti nel camino mentre, lentamente, la rossa brace bruciava ancora un poco.
"Hei...c'è nessuno?"
Senza sentir risposte e guardandosi attorno, sentì un brivido correrle lungo la schiena mentre, da sola, giaceva un'altra volta in un mare d'assordante silenzio. Prendendo un lungo respiro si strinse nelle braccia prima di dirigersi, a piccoli passi, verso la cucina.
"Cotoletta?" domandò entrando
Al posto del Lynian, fornelli spenti, ripiani puliti e credenze chiuse la accolsero mentre il sole batteva dalle finestre verso il tavolo. Ancora una volta, la tranquillità e il silenzio le fecero accapponare la pelle, costringendola a voltarsi lentamente in cerca di un tappeto di un ipotetico nebbia.
Capendo che l'irrazionale situazione le stesse sfuggendo di mano, la ragazza si voltò di scatto, pronta a correre in camera sua per cambiarsi e ad uscire dall'abitazione per cercare pace nel costante ma lieve rumore che permeava il villaggio.
Raggiunta la sala, però, sentì la porta aprirsi e con suo immenso sollievo vide Alexander bloccarsi non appena i loro sguardi s'incrociarono.
"Natalie?" domandò raggiungendola "Non sai quanto mi hai fatto preoccupare! Stai bene? Hai dolori di qualche tipo? Vedi doppio? Nausea? Ci senti bene? Hai per caso-"
Interrompendo il discorso, Alexander venne preso alla sprovvista non appena la giovane, senza preavviso, lo abbracciò appoggiando la testa sulla sua spalla e, momento dopo momento, stringendo la presa. Dopo attimi in cui non seppe cosa fare, il mentore ricambiò con incertezza il gesto, rincuorato della condizione dell'allieva ma alzando gli occhi al cielo quando lei, di fronte al suo esser impacciato, si lasciò scappare una sommessa risatina.
"Domanda...una di tante" annunciò
"Dimmi Daymio Porpora"
"A chi vorreste troppo bene per permetterle di morire?" domandò allontanandosi di poco con sguardo ambiguo, ricordando le ultime parole che le vennero dette
"Nessuno" rispose prontamente e con disarmante serietà
"Potete darmi una soddisfazione?" domandò sospirando, lasciandolo e incrociando le braccia "non importa, ci sono abituata" sminuì ripensando a quel che era successo di fronte a Phelipe "prossima domanda-"
"Mi porrai domande dopo. Vatti a cambiare o ad indossare qualcosa di più caldo, abbiamo molto di cui parlare"
"Va bene" sbuffò dandogli le spalle
Prima che potesse salire le scale, però, il ragazzo la raggiunse, fermandola e appoggiandosi alla sua schiena, scambiando i ruoli e bloccandola in un inaspettato abbraccio.
"Non farmi più preoccupare così" sussurrò brevemente prima di lasciarla andare con una docile spintarellaSalendo le scale con un commosso ma ironico sorrisetto stampato sulle labbra, Natalie corse a prendere la vestaglia da notte che indossò di fretta. Tornando dal mentore, trovò quest'ultimo chinato di fronte al camino, prossimo a riaccenderlo dopo aver accatastato alcuni ciocchi.
"Maestro?" lo chiamò chinandosi di fronte al flebile fuoco "Adesso posso porvi qualche domanda?"
"Certamente" rispose voltandosi
"Io...sono confusa" ammise con una certa tranquillità "ho tante domande e non so nemmeno quando o come porvele" si lamentò lasciandosi cadere indietro e, toccando terra, sedendosi
"Proposta. Porgimele tutte, ora e con parole umane"
"Seriamente, è il migliore aiuto che possiate darmi?" domandò con tono accusatorio e assottigliando lo sguardo "mi state prendendo in giro?"
"Forse" ipotizzò facendole l'occhiolino e porgendole una mano "posso offrire alla qui indignata Daymio Porpora qualcosa da mangiare prima di rispondere alle domande che ancora deve concepire?" chiese con un ironico sorrisetto in volto
"Puoi, ti concedo quest'onore" rispose con impettita ironia accettando l'aiuto "cioè, ve lo concedo" si corresse una volta in piedi "l'onore intendo...Maestro...ma dovrebbe esser onore mio...ma lui si è offerto..." balbettò tra sé e sé
"Ti ho fatto sorgere altre domande?"
"Forse" rispose a tono "posso offrirvi la mia compagnia mentre preparate?"
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Monster Hunter - Cavalieri del Nord
FanfictionCosa significa esser cacciatori? Sfidata dagli elementi ma protetta dalla sua innocente inesperienza, incatenata dal rimorso ma sospinta dalla speranza, frenata dal dubbio ma solcando la sua determinazione, una semplice cacciatrice si imbarcherà in...