Seduta con le gambe immerse nel freddo pediluvio di fianco alla lunga scala che portava all'Avamposto della Gilda, tenendo l'improvvisata cucina Felyne dietro di sé, Natalie contrastava la temperatura dell'acqua mangiando piccole e bollenti uova con altrettanto piccoli morsi. Osservando ogni uovo e trovando un peculiare intrattenimento nello schiacciare il sodo albume tra le dita prima di mangiarlo, ne porse uno al mentore sfoggiando un furbo sguardo accusatorio.
"Ammetti di esserti perso prima e ne avrai uno" propose con una risatina malvagia
Seduto di fianco a lei ma dando le spalle alla cascata artificiale che alimentava la piscina fredda, Alexander la osservò con sguardo tagliente, valutando l'offerta prima di alzare una mano e, con lentezza, poggiarle l'indice sulla fronte.
"Mai" ribatté togliendo il dito
"Un giorno Alexander...un giorno..." preannunciò
Permettendosi di ridere di fronte alla minaccia seguita da un ilare tentativo di mordere l'uovo con far maligno, il ragazzo venne interrotto da un breve colpo di tosse, portandosi poi la mano al petto prima di schiarirsi la voce.
"Stai bene?" chiese lei allarmata
"Tranquilla" sminuì la cosa rivolgendole un sorriso "Una lieve fitta"
"Starai meglio?"
"Sicuramente starei molto peggio se non mi avessi assistito"
"Lusinghe e simili non ti faranno guadagnare alcun ovetto" rise "Le fantomatiche acque curative funzionano?"
"Se avessi guardato le mie ferite piuttosto che mordermi assecondando la tua amica, allora, avresti la tua risposta" la punzecchiò
"Dammi la mano" ribatté con serietà
Vedendo il mentore fare come gli era stato detto, riponendo malamente la sua fiducia nelle parole dell'allieva, quest'ultima gli strinse il palmo prima di osservarlo e, prontamente, addentargli due dita lasciandogli un evidente marchio sui polpastrelli.
Trattenendo qualche imprecazione mentre lasciava trasparire il dolore, non riuscì ad arrabbiarsi, intenerendosi di fronte alle risate della ragazza prima che questa gli porgesse un uovo che, con estrema diffidenza, accettò.
Osservando il piccolo oggetto, lo schiacciò anche lui leggermente alle estremità, ripensando a quel che fosse successo la sera precedente. La ragazza che gli si era presentata come avventata, impulsiva, impreparata, inaffidabile, bugiarda, dipendente ed eccessivamente emotiva, aveva assistito sia al suo lato peggiore che al suo lato più fragile, accettando entrambi con la stessa facilità con cui lo aveva lentamente convinto ad aprirsi.
Venendo richiamato alla realtà da una schicchera sulla spalla, si voltò di scatto verso la giovane che, con sguardo preoccupato, lo fissò negli occhi per qualche istante.
"Natalie?"
"Ho...Ti ho fatto arrabbiare?"
"No, perché?"
"Perché non mi rispondi!" sbuffò
"Perdonami, mi ero distratto" sdrammatizzò con una risata porgendole l'uovo che lei celermente mangiò dalle sue dita "Sai che è quasi ora di pranzo?"
"Come? Cosa?" andò in panico "Ma non ho più fame ora...e non sento più le gambe..."
"Puoi scaldarti alle terme" propose
"È il pranzo?"
"Sempre alle terme"
Vedendola alzarsi e precederlo saltellando sugli scalini mentre a braccia aperte si bilanciava, Alexander rimase incantato dalla felicità e dalla spensieratezza che anni addietro aveva abbandonato il suo mondo e che, da mesi, l'allieva aveva riportato con ingenua ed involontaria innocenza. Fermandosi e sospirando, continuò ad osservarla stringendo il ciondolo che portava al collo, prendendolo ed soffermandocisi per lunghi istanti.
"La Paura vinta dal coraggio di un sorriso..." lesse lentamente ripensando alla serata precedente
Riponendo la collana, rialzò lo sguardo notando la giovane che, con fare insicuro, lo osservava ancora dalla cima della lunga scalinata. Sospirando scosse il capo, ricominciando a salire e raggiungendola in secondi, fermandosi poi di fianco a lei.
"Lo sapevo" sospirò lei "C'è davvero qualcosa che non va. Ti ho davvero fatto arrabbiare prima? O è stato qualcosa che ho fatto ieri sera? Stamattina? O mentre eravamo persi per il villaggio?"
"Non eravamo persi e...non preoccuparti, entriamo" sminuì la cosa aprendole la porta
Raggiungendo i divisori, i due si liberarono delle nuove tenute ripresentandosi poco dopo coperti da ampie salviette. Osservando le bende lungo il petto del mentore, Natalie si sentì pervasa nuovamente dagli stessi sentimenti di quando, tempo addietro, temeva di poter perdere l'appoggio del ragazzo. Avvicinandosi a piccoli passi e raggiungendolo, però, lasciò che un sorrisetto consolatorio si facesse largo sulle sue labbra, sentendo la mano di lui scorrere tra i suoi capelli in una lunga carezza che le diede con spontaneità.
"Io ti precedo" affermò
Lasciandolo in compagnia del Lynian addetto alle bevande e alla cucina che, con occhi attenti, prendeva nota del suo ordine, Natalie prese posto nell'ampia vasca termale aspettando che Alexander terminasse. Istanti dopo incrociò infine il suo sguardo, portandosi le gambe al petto e rannicchiandosi nell'acqua calda mentre lo vedeva avvicinarsi.
"Natalie" la chiamò "Hai voglia di parlare?"
"Di cosa?"
"Di come stai, di cosa ti preoccupa e, magari, di quel che è successo..."
"Sto bene io..." farfugliò con imbarazzo
"Perfetto" sospirò sedendosi di fianco a lei "Cosa ti preoccupa?"
"Non...non sono preoccupata"
"Sei in ansia"
"No..."
"Sì..." ribatté ridendo "ti conosco abbastanza da capire certe cose"
"E io ti conosco abbastanza per sapere che insisterai" sospirò
"Che fine ha fatto tutta quella confidenza che avevi ieri sera?" la punzecchiò
"L'ho lasciata in camera questa mattina" farfugliò
"Inutile dire che...prima o poi...dovremo parlarne" affermò con una certa difficoltà prima di passarle una mano lungo la guancia, spostandole i violacei capelli "Dimmi Natalie, ti ricordi quando abbiamo avuto, tempo addietro, quel lungo discorso dopo che sei stata male?"
"Dopo il Chameleos?"
"Quello precedente, quando eri morta la volta prima, quando ti avevo medicato la spalla"
"Ricordo" ridacchiò allungando la mano e, sott'acqua, stringendo timidamente la sua "Ricordo molto bene"
"Io ti ho ufficialmente accetta come allieva in cambio della tua sincerità, facendoti promettere che, se qualche dubbio fosse sorto..." lasciò la frase in sospeso esortandola
"...avrei parlato apertamente con te mentre avrei mentito sulla mia età" rise sommessamente
"Chiedo scusa per l'interruzione"
Ad interromperli, il Lynian con cui aveva parlato in precedenza, raggiunse Alexander nella vasca termale. Adagiando sull'acqua un ampio vassoio galleggiante; apparecchiandolo con due bacchette, un tovagliolo ed una bevanda, infine, ci appoggiò la grande ciotola fumante che teneva in bilico tra le orecchie.
"Perdonami, questo sarebbe-"
"Pranzo. Ravioli di Gargua al vapore con una bevanda ad accompagnare" spiegò
"Non era quel-"
"Pranzo" ripeté inamovibile
Senza lasciarlo contestare ulteriormente, il Felyne si congedò allontanandosi sotto lo sguardo basito di lui mentre lei tratteneva qualche risata.
"La...mia bistecca..." farfugliò sconsolato "Ad ogni modo" riprese osservando il piatto galleggiante e prendendo le bacchette "tornando a noi, cosa ti sta mettendo ansia? Ha a che fare con stamattina o ieri sera?"
"Non è facile da spiegare" ammise prima di passare qualche secondo in silenzio "Posso avere un raviolo?"
"Penso di sì" rise "ma prima vorrei una risposta"
"Raramente ti ho visto distratto" farfugliò "ma in questi giorni, soprattutto in mia presenza, ti ci ho visto in continuazione, ti vedo rimuginare...spesso ignorandomi e fermandoti come hai fatto sulle scale poco fa'..."
"E come mai ti turba?"
"Mi turba perché è ovvio che mi chieda se è colpa mia! Siamo qui per colpa mia e...dopo ieri sera e stamattina...insomma..." terminò balbettando
"In cambio del resto della frase" propose distraendola
Porgendo con le bacchette un raviolo alla ragazza mentre entrambi si adattavano alla strana situazione, Alexander la osservò prenderne un piccolo morso per poi degustare attentamente il suo pranzo. Osservandolo con sguardo rilassato, infine, Natalie provò a seguire il consiglio dell'amica, avvicinandosi a lui, adagiandosi sul suo fianco e, spostandosi i capelli, appoggiando con dolcezza la testa alla sua spalla.
"...dopo ieri sera e stamattina, dopo tutto quel che abbiamo vissuto...ho sia timore che speranza che le cose possano cambiare" farfugliò sottovoce con un vago rossore in volto "Quindi, a cosa hai pensato per tutto questo tempo?"
"A colei che si diverte a mordermi" ammise lui, voltandosi di scatto per non incrociare il suo sguardo
"Quindi è colpa mia..." sospirò
"Non tanto colpa quanto merito"
"Cosa?" domandò sorpresa "Merito?"
"Penso ti basterà in quanto risposta" rise appoggiando, per un istante, la sua guancia ai violacei capelli "Voglio vederti felice, non crucciarti per i miei pensieri" aggiunse "concedimi un sorriso"
Recependo entrambi i messaggi, sia quello più ovvio che quello più velato, Natalie fece come le era stato detto, dandosi due buffetti sulle guance prima di rivolgergli un ampio, anche se un poco forzato, sorriso che subito vide ricambiato, ricevendo una breve carezza sui capelli.Spendendo i successivi minuti ad imboccarla su richiesta e a raccoglierle i capelli in una lunga treccia, Alexander percepì una sorta di calore che, da anni, non era più parte della sua vita. Passando il resto del pomeriggio al fianco del ragazzo col suo braccio attorno alle spalle, tra sporadici attentati contro Gargua gonfiabili e brevi battaglie d'acqua interrotte dal fulminante sguardo di Konoha che pretendeva un certo livello di serietà e sentendolo sistemarle di tanto in tanto i capelli che le cadevano lungo la fronte, Natalie provò a capire se quel che stesse provando fosse qualcosa di nuovo, nato al momento, o se si fosse pian piano costruito nel tempo, rendendosi solo ora visibile ai loro occhi.
Troncando verso sera quei flussi di pensieri dopo una breve discussione, i due lasciarono le terme, indossando i loro completi e dirigendosi in camera loro mentre gli effetti delle acque termali sembravano aver rilassato ogni loro muscolo.
Entrando dopo di lei e richiudendo la porta alle sue spalle, Alexander la osservò spogliarsi, lasciando cadere i vestiti a terra nella stessa maniera in cui lei si lasciò cadere sul letto: svogliatamente e malamente. Scuotendo il capo in rassegnazione ma concedendosi una risata, la raggiunse fermandosi di fianco a lei e passandole una leggera carezza lungo la schiena.
"Mi sciogli i capelli e finiamo il sake?" domandò voltandosi appena
"Certamente" rise sedendosi di fianco a lei, levandole l'elastico e sciogliendo la treccia
"Prepara...io ti raggiungo" farfugliò
Osservando i capelli mossi che scivolavano lungo la schiena della ragazza, Alexander le accarezzò la nuca prima di alzarsi e raccogliere da terra la casacca dei lei, riponendola di fianco agli ampi cappelli che avevano lasciato all'entrata e dove, anche, lasciò il proprio ciondolo nero, staccandosi dai pensieri e dai ricordi che ci erano legati.
Poggiando il piccolo vassoio sul tavolino esterno e prendendo posto, si sgranchì le braccia prima di sentir movimento alle sue spalle e venire presto raggiunto da Natalie che, coperta in petto solo dalle bende che le facevano da reggiseno, portò la sedia di fianco a lui, sedendosi subito dopo.
"Come mai le stelle qui sono diverse?"
"Diverse da...?"
"Da Pokke"
"Perché a Pokke vengono coperte dall'aurora"
"Giusto" ridacchiò "Quanto pensi resteremo ancora?"
"Qualche giorno?" suppose
"Qualche giorno" si gongolò pensando alle fonti termali "Non hai altre storie da raccontare?"
"Se vuoi ti racconto la storia di una ragazzina impacciata che si lamentava del dovermi dare del voi e che, poco dopo, mi ha quasi fatto ammazzare"
"E...chi...sarebbe?" chiese con una risata imbarazzata
"Non penso tu la conosca" ribatté ironico dandole una schicchera un fronte
"Lo so ma voglio sentirlo" piagnucolò "Quindi come vi...ti...vi chiamo?"
"Sarò buono...ma non troppo. In privato dammi del Tu"
"Ti ho sorpreso con le mie capacità da cacciatrice?" chiese retorica con una nota di vanto
"Per niente" rise scompigliandole i capelli e passandole, lentamente, una mano lungo la guancia "Non hai freddo?"
"Difatti...dopo esser uscita dall'acqua calda e dopo essermi presentata in soli pantaloni e reggiseno...sì, estremamente"
"Dai, vai a metterti qualcosa" rise scompigliandole i capelli
"No" rispose bruscamente "Non sono così fragile...spero!"
Alzandosi e sbuffando, Natalie spostò la sua sedia riportandola dall'altra parte del tavolo dal quale, con fare altezzoso, prese il sake versandone nei due bicchieri. Portandosi poi alla ringhiera, si voltò verso il ragazzo lasciando gli alti picchi e le gialle stelle alle sue spalle, sistemandosi i violacei capelli prima di alzare il bicchiere al cielo.
"Un brindisi a...a..."cominciò per poi abbassare il braccio e, con fare perso, iniziare a guardarsi attorno
"Quindi?" le chiese
"Aspetta...no...aspetta Alexander" lo bloccò con fare serio
"Va tutto bene?" domandò alzandosi
"Sì ma...aspetta, aspetta"
"Cosa-"
"Non so a cosa brindare, aspetta!" inveì battendo un piede a terra
Scoppiando a ridere mentre la ragazza si voltava dandogli le spalle, cercando qualcosa capace di ridarle l'autorevolezza che aveva appena perso, Alexander osservò i violacei capelli ondeggiare al lieve vento mentre il paesaggio incorniciava la dolce figura della giovane. Sentendola starnutire alla successiva, fredda folata mentre ancora pensava battendo due dita sulla ringhiera, la raggiunse appoggiando il petto alla sua schiena, abbracciandola per la vita e sentendola pietrificarsi.
"Hai un po' meno freddo adesso?" chiese sottovoce
"È...inaspettato" farfugliò
"Disse quella che mi addenta a discrezione" ribatté serio
"Nuova regola, i morsi sono giustificati, sempre" esordì autoritaria
Percependolo accettare senza ribattere, Natalie venne attraversata da un breve, oscuro presentimento prima di sentire la sua mano spostarle delicatamente i capelli, liberandole il collo che, immediatamente, morse con una vaga dolcezza sotto il pretesto della nuova regola.
Lanciando uno squittio di panico e vedendo il suo presentimento realizzarsi, la giovane rimase paralizzata per qualche secondo prima di stringe le mani del ragazzo che le abbracciavano la vita, appoggiandosi al suo petto mentre chiudeva gli occhi, abbandonandosi a quel momento di piacere e domandandosi cosa, ancora, sarebbe potuto succedere in quella lunga notte...
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Monster Hunter - Cavalieri del Nord
Fiksi PenggemarCosa significa esser cacciatori? Sfidata dagli elementi ma protetta dalla sua innocente inesperienza, incatenata dal rimorso ma sospinta dalla speranza, frenata dal dubbio ma solcando la sua determinazione, una semplice cacciatrice si imbarcherà in...