22) Melodia di mille tempeste

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Correndo per i sentieri coperti da una sottile lamina di ghiaccio che si rompeva sotto i loro piedi, l'allieva seguiva il mentore, dirigendosi verso la zona di caccia con passo spedito e senza perdere nemmeno un secondo del loro tempo. Sfoggiando la prima armatura con cui Natalie lo aveva visto, Alexander lasciava nere impronte bruciate dove i suoi piedi toccavano il suolo mentre, con l'elmo allacciato alla vita, lanciava rapidi sguardi attorno a loro, come se stesse facendo attenzione a migliaia di fattori e, contemporaneamente, a niente.
Arrivati al Campobase, lui prese una mappa dalla cassa, lanciandola alla protetta prima di farle segno di fermarsi.
"Prendi fiato. Sei nervosa?" chiese con tranquillità
"No, ovvio che no, di certo non stiamo per affrontare la diretta causa di una tempesta!" rispose ironica
"Abbassa i toni, sei stata tu a volermi seguire"
Ricevendo una schicchera sulla fronte, Natalie riconobbe nel gesto una certa familiarità che, con sua sorpresa, la tranquillizzò facendole chiudere gli occhi per un istante prima di riaprirli più calmi e concentrati.
"Scusatemi, ci sono" rispose con maggior sicurezza
"Il tuo primo Drago Anziano?"
"Sì" disse sentendo una strana calma nel proprio tono mentre le mani, strette in pugni, tremavano
"Va bene, stai tranquilla, se ne dovrebbe star già occupando una cacciatrice e, col nostro arrivo, sarà solo più facile"
"E se fosse il Drago ad occuparsi di lei?"
"In quel caso ci divideremo: io lo combatterò, tu porterai la nostra morente collega in salvo"
"Va bene" concordò prima di rabbrividire e stringersi tra le braccia
"Freddo?" domandò lui ironico "Deve essere un effetto collaterale della tempesta" commentò "sappi che io, però, ho intenzione di abbatterlo"
"Sicuro?"
"Che sia di Basso o Alto Grado, anche se fosse di Grado G, non lo voglio sapere vicino a Pokke"
"Va bene...torna intero" ordinò tirandogli un pugnetto sulla pettorina "la Dea della caccia veglia su di te?" propose ridacchiando
Sospirando e scuotendo il capo donandole un ironico ma sincero sorrisetto, ritrovando una certa nostalgia in quella scena a cui, già una volta, aveva assistito anni addietro, il ragazzo indossò l'elmo facendole segno di precederlo.

Correndo per le gelate terre ai piedi della montagna e salendo lungo i sentieri, i versanti e arrampicandosi sui crinali che oramai conosceva dopo giorni di esplorazione, Natalie presto raggiunse i più alti spiazzi innevati che circondavano la vetta. Voltandosi sporadicamente poteva vedere il mentore, ai suoi occhi come una macchia nera sulla bianchissima neve illuminata dalla luna, mentre questo seguiva i suoi passi, presto raggiungendola.
"Come procediamo?" domandò con mani leggermente tremanti ma provando a mantenersi fredda e calma
"Come discusso al Campobase. Stai attenta alle raffiche di vento e, se capisci che è troppo per te, ritirati"
"Va bene" rispose prima di stringere gli occhi e notare, in mezzo alla tempesta, una piccola macchia azzurra "cos'è quella?" domandò indicandola col dito
"Quella..." cominciò il mentore seguendo l'indicazione "quella è una persona..."
Dalla distanza, i due ammirarono un'ampia esplosione di neve su una cima di fronte a loro. La piccola macchiolina azzurra venne lanciata in aria e, impotenti, non poterono far altro che seguirla con lo sguardo mentre rotolava lungo il versante coperto di neve, raggiungendo lo spiazzo di fronte a loro.
Correndo subito in suo soccorso, si chinarono di fianco a lei, osservando una figura femminile coperta dalla neve appena smossa. Il corpo estremamente flebile ma slanciato era coperto da una rigida armatura in Zinogre ricolma di crepe e cricche, presentando anche alcune corazze completamente distrutte. I guanti, ricolmi di pelliccia bianca ed azzura, lasciavano intravedere i polpastrelli oramai rossi carminei. Sempre a causa del freddo, varie macchie bianche percorse da tagli e vesciche coprivano le sue gambe e le sue braccia, prossime alla necrosi.
Non appena Alexander, preoccupato per la sua salute, la raggiunse con la mano, questa spalancò gli occhi rotolando di scatto e rialzandosi con fare diffidente ed aggressivo.
"Chi siete? Che volete? Andatevene, quel Kushala è mio!" urlò in un attimo d'isteria
Mentre la osservavano respirare la fredda aria ad ampie boccate, i capelli biondi cenere coperti di ghiaccio cominciarono a colorarsi di rosso mentre un evidente rigolo di sangue cominciò a scorrere lungo la sua fronte e, successivamente, correndo dalla guancia fino al petto.
"Siamo cacciatori di Pokke venuti in tuo socco-"
"Zitta, non ho bisogno di soccorso!"
Urlando contro Natalie, la ragazza si guardò attorno raggiungendo, a pochi passi da lei, una enorme Zweihunder che spuntava dal manto nevoso. La lama era malridotta, crepata e senza filo, tanto da far impressione alla giovane cacciatrice che le si era presentata di fronte.
Avvicinandosi a lei, Alexander osservò con un rapido sguardo sia la donna, approssimativamente della sua età, sia l'arma, estremamente rovinata ed inadatta alla caccia. Alzando il braccio, infine, le tirò un ceffone lasciando che il suo guanto si sporcasse di sangue e che lei, inerme, barcollasse per qualche istante prima di guardarlo con fare confuso.
"A guardarti riesco solo a chiedermi se si romperanno prima le tue ossa o la tua spada quindi, fatti un favore ed accetta il nostro aiuto" spiegò con tono calmo prima di prenderle il colletto e strattonarla a sé, lasciandole sentire il suo respiro infuriato e le sue mani tremanti di rabbia "e porta rispetto alla mia allieva" avvertì lasciandola andare

Monster Hunter - Cavalieri del NordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora