Risvegliandosi di fianco ad Alexander, Natalie osservò prima il ragazzo con sguardo intenerito, poi l'intricato intreccio di bende che gli coprivano il busto ed infine, fuori dalla finestra, il sole che ancora doveva sorgere, nascosto dagli alti picchi che, però, concedevano a qualche fievole raggio di passare.
Alzandosi per sedersi si sgranchì le braccia e la schiena, sentendo qualche schiocco delle proprie ossa prima di riadagiarsi.
"Seconda...ed ultima volta...che dormiamo assieme" sentenziò lui rigirandosi maldestramente
"Hei!" contestò "Che ti ho fatto?"
Voltandosi con sguardo basito, Alexander osservò la ragazza prima di alzare il busto, passarsi le mani sugli occhi e prendere un lungo respiro.
"Hai passato la notte a spostare le coperte, poi ti sei spogliata perché avevi caldo, poi ti sei rivestita perché avevi freddo e dopo neanche mezz'ora ti sei spogliata nuovamente, mentre sogni tiri così tanti pugni che penso di ver una costola a pezzi e tiri più calci di un'Hypnocatrice"
"Per le coperte, scusa. Per lo spogliarmi...è tutto guadagno tuo. Per i calci...cosa sarebbe una Hypnocatrice?"
Posta la domanda, la giovane si soffermò nuovamente ad osservare bende del mentore, dai bordi un poco più logori e consumati prima che questi, con una schicchera in fronte, non la richiamasse alla realtà.
"Che guardi?"
"Le bende" rispose massaggiandosi la fronte "devi cambiarle...e la smetterai mai di colpirmi?"
"Mi diverto troppo" rispose lui con sguardo furbo
Sbuffando ed alzandosi impettita, Natalie si diresse verso il suo nuovo completo, incurante ma al contempo lusingata dallo sguardo del mentore che la osservava in ogni movimento. Indossato il vestito, infine, raggiunse l'ampio cappello prima di voltarsi con fare accusatorio.
"Non meriti la mia compagnia...andrò per Yukumo con quella mia amica che ti ha azzannato" annunciò impettita "e non provare a fermarmi!"
"Non ci proverò" rise in risposta
"Tanto non funzio-" subito s'interruppe "Come no?" domandò infine delusa
"Vá, divertiti e goditi ogni momento della giornata" le augurò
"Ti odio" sospirò di fronte alla disarmante dolcezza prima di rivolgere lo sguardo altrove "se me lo chiedessi e se ci tenessi, magari, potrei aiutarti con le bende" farfugliò
"Non ti darò mai questa soddisfazione" ribatté ridendo
"Idiota" sospirò "Dove sono i rotoli, le pinzette e un coltello?
Preso il necessario, Natalie si chinò alle spalle di Alexander che, seduto sul letto a gambe incrociate, stava già slacciando alcuni dei gancetti. Cominciando a tagliare le bende annodate, la ragazza cominciò a levare i bianchi strati che nascondevano la lunga e continua cicatrice composta da decine di piccoli tagli che, percorrendo il suo busto da un lato all'altro, subito le ricordarono che quel segno avrebbe potuto essere sul suo corpo.
"Natalie?" la chiamò dopo istanti d'immobilità
"Scusa, mi sono distratta" rispose con una nota d'imbarazzo nella voce
Aiutandolo a tirare bende, osservò lo sguardo stranamente più sereno del solito, la tranquillità dei movimenti ed una certa esitazione qualora le loro mani si toccassero. Terminando in pochi minuti allacciando gli ultimi gancetti attorno al suo petto, si adagiò contro la sua schiena, appoggiando le braccia sulle sue spalle, attorno al suo collo, ed abbracciandolo con una certa cautela. Notando il suo sguardo spostarsi su di lei e sentendo una velatissima risatina compiaciuta, lo osservò con un'espressione sia furba che tagliente in volto, mordendogli la spalla e scoppiando a ridere subito dopo.
"È davvero così divertente?" sospirò lui, timoroso che potesse diventare un'abitudine
"Estremamente divertente" lo corresse mordendolo nuovamente
Continuando ad azzannarlo, morso dopo morso, prima per dispetto e poi lasciandosi trasportare mentre lui la lasciava fare, la ragazza si spostò lentamente dalla spalla fino al suo collo dove, seguendo il proprio istinto, si soffermò per lunghi momenti in cui ascoltò solo il respiro di lui mentre stringeva cautamente l'abbraccio in cui l'aveva richiuso.
"Natalie..."
Sentendolo pronunciare nuovamente il suo nome, la ragazza venne riportata alla realtà in un momento di panico e imbarazzo. Saltando all'indietro e staccandosi da lui, riprese fiato per poi osservare le proprie mani, tremanti e nervose prima di sentir la gola secca, il cuore batterle così forte da poterle esplodere in petto ed un miscuglio di emozioni nella testa.
"Io...ecco io..." balbettò scendendo dal letto ed alzandosi "Non so che mi sia preso" ammise correndo a prendere il cappello e chinandosi verso di lui col busto "Scusatemi, maestro, devo andare"
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Monster Hunter - Cavalieri del Nord
FanficCosa significa esser cacciatori? Sfidata dagli elementi ma protetta dalla sua innocente inesperienza, incatenata dal rimorso ma sospinta dalla speranza, frenata dal dubbio ma solcando la sua determinazione, una semplice cacciatrice si imbarcherà in...