18) Ritorno alle basi

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Svegliandosi e passandosi una mano sugli occhi, Natalie sbadigliò prima di sgranchirsi le braccia alzandole verso il soffitto. Reduce da qualche giorno di studio, sospirò prima di sedersi; alzando le coperte osservò la sua gamba, notando come il morso del Giaprey fosse totalmente guarito mentre la sua spalla, oramai senza bende, mostrava solo uno sbiadito rossore senza darle alcun fastidio.
Aprendo le persiane della finestra accanto al letto per far entrare un po' di luce, raggiunse l'ampia coperta che giaceva ai piedi del suo letto, aprendola e indossandola sulle spalle mentre barcollava verso la porta della camera.
Scendendo le scale si diresse verso il camino, scaldandosi e sbadigliando un paio di volte prima di sentire i passi del mentore di fianco a lei.
"Buongiorno..." sbadigliò lei
"Buongio-"
"TORTA!"
Sentendo un grido interrompere il ragazzo, la giovane lanciò un urlo saltando sul posto prima di vedere Cotoletta saltarle di fronte e lanciarle un piatto in mano. Guardando la strana ma invitante fetta di torta, Natalie osservò il Lynian che si sfregava le zampette tigrate mentre, alle spalle del suddetto, il mentore le lanciava disperati segnali, indicandole di non mangiare.
"G-Grazie Cotoletta..." balbettò
Notando che il cuoco la stava osservando con occhi orgogliosi e sognanti, suppose che Alexander stesse esagerando prima di scuotere la testa e, mostrando un dolce sorriso, prenderne un abbondante morso.
Un brivido corse lungo la schiena della giovane mentre mille gusti pungenti come aculei dilagavano per il suo palato; mentre la sapida farina simile alla sabbia del deserto prosciugava la sua bocca, un acido sapore bruciò la sua gola mentre un ittico odore d'olio cominciò permeare le sue narici portandola alle lacrime.
Sgranando i languidi occhi mentre ammirava il sorriso soddisfatto di Cotoletta che, con rapidi passi, lasciava la stanza, Natalie si trattenne per non sputare l'abominio culinario mentre Alexander ridacchiava senza trattenersi.
"È-È andato..." la avvisò "ti avevo detto di non assaggiarla!" scoppiò a ridere
"Cosa dovrebbe essere!?" chiese esasperata
"Torta di farina di riso di Yukumo, olio di Tonno spillo e pezzettini misti di pesce" spiegò porgendole una tazza
"E glielo avete lasciato cucinare?" chiese scioccata mentre accettava l'oggetto
"Lascialo sperimentare con le sue creazioni" propose divertito
"Creazioni di cui saremmo gli assaggiatori?" domandò bevendo un sorso di latte per togliersi il letale sapore dalla bocca
"Sfortunatamente" rise facendo spallucce "Cacciava con me e sta cercando di rifarsi una vita come cuoco" sospirò scuotendo il capo
"Cacciavate insieme? Ora che ci penso non mi avete ancora parlato di voi!"
"Noi? Me e Cotoletta? Non so se la tua pura ed innocente mente sia pronta per sentire di cosa è capace quel Lynian" annunciò ironico
"Sono seria" rise prendendo un sorso di latte "non mi avete detto nulla della vostra carriera, della vostra armatura, dell'arma, delle battute di caccia, del-"
"Preferirei non parlarne"
"E...E come faccio a fidarmi di voi? Io ho provato un poco a mostrami aperta ed interessata ma...ci ho guadagnato solo una torta al pesce"
"Ne vuoi altra?"
"No!" urlò spaventata "È solo che...si aggiunge al mio sentirmi un poco fuori posto" ammise
"Fuori posto per causa mia, per colpa della cucina di Cotoletta o di altro?"
"Un po' tutto, insomma, ho pensato al fatto che sto rubando tempo un cacciatore con molta più esperienza che, se non fosse per colpa mia, sicuramente non sarebbe mai più tornato a cacciare Giaprey. Inoltre sono in un villaggio che non ho mai visto, senza conoscere nessuno e senza un posto dove tornare semmai fallissi...e...e tanto altro" sospirò
"Stai tranquilla, non mi stai affatto rubando tempo e, prima o poi, ti ambienterai" provò a rassicurarla prima di vedere il suo sguardo alzarsi lentamente, smuovendolo per la prima volta "Sporadicamente potrai farmi qualche domanda" annunciò arrendendosi "ma non osar chiedere più di quanto potrai ricevere in risposta" sospirò
"Allora...cosa significa, per voi, essere un cacciatore?" chiese ponendo la sua ricorrente domanda
"Un tempo era un divertimento" rispose mescolando la propria tazza con un lento movimento del polso "poi è stato un dovere...ed ora significa aspettare finché tu non sarai pronta ad intraprendere la tua strada"
"Grazie..." rispose sentendosi sia in colpa che sollevata "Quanto siete vecchio?"
Rischiando di ingozzarsi, il ragazzo si diede due pugni sullo sterno prima di lanciarle, per la prima volta, uno sguardo seriamente divertito.
"Scusa? Ti sembro vecchio?" chiede puntandole il cucchiaino a mò di arma "E ti sembra il modo di formulare una domanda?"
"Vecchio..." rimarcò lei ridacchiando
"Io..." si alzò con sguardo minaccioso "...ho venticinque anni" affermò tirandole una schicchera in fronte "capito ragazzina?"
"Capito...mi raccontate la vostra storia adesso che vi ho fatto ridere?"
"No"
"Per favore?"
"No"
"E se chiedessi a Cotoletta?" domandò senza però ricevere risposta
Alzandosi subito dopo averla fulminata con lo sguardo, il ragazzo prese la tazza vuota di lei, dirigendosi verso la cucina e tornando dopo pochi minuti per porgerle la Gigantica.
"Quando potrò mettere in pratica quel che sto studiando?" domandò con un breve sospiro annoiato mentre incrociava le gambe sulla poltrona
"Quando sarai pronta" rispose con sufficienza
"Aspettate" lo bloccò prendendogli la mano "ho capito l'importanza di studiare ma, anche solo per questa mattinata, possiamo andare a caccia? Mi va bene anche pescare o raccogliere funghi ma fatemi fare qualcosa di diverso" chiese con tono un poco più convinto
"Natalie, sii sincera" cominciò voltandosi "tu sei sempre stata così? Sei sempre stata rassegnata accettando quel che la vita ti dava o sei un poco più intraprendente ma senti che qualcosa ti stia frenando?"
"Rassegnata alla vita?" domandò accigliandosi
"Rassegnata all'idea che sarai sempre un peso per il sottoscritto, rassegnata all'idea che riceverai sempre un no come risposta, rassegnata alla mia decisione di farti stare in casa, rassegnata-"
"Io non sono rassegnata!" rispose sfoggiando, per la prima volta di fronte a lui, un tono più aggressivo "Io sono sempre stata felice e puntavo sempre un poco più in alto. È vero, so veramente poco ma sentendomi dire che non sono pronta, che devo aspettare e che non posso andare in missione mentre sento di non esser altro che una zavorra...insomma...è frustrante" sospirò tranquillizzandosi "io voglio uscire, cacciare, mettermi alla prova e mostrarvi che non stiamo sprecando il nostro tempo" ammise "magari se dessi prova del mio valore allora le cose cambierebbero, potremmo scherzare più spesso come è successo prima, potreste fidarvi un po' di più di me e potrei anche capire fin dove posso osare chiedere e dove devo fermarmi...ma non mi avete dato occasione per farlo"
Liberandosi di quel peso che la stava opprimendo, la ragazza si lasciò cadere nuovamente sulla sedia prima di voltarsi per prendere un fascicolo della Gigantica e, senza preavviso, ricevere una schicchera sulla fronte.
"Ma senti quello che dici?" la rimproverò "A Pokke una cacciatrice deve essere sicura quando prende una decisione, deve sapersi valutare in maniera critica e non deve lasciarsi scoraggiare da qualcuno che conosce appena" le spiegò chiaramente, convinto di quelle parole "sei intraprendente e vuoi un'occasione? Vieni da me e dimmi chiaramente che sei pronta! È vero, sono il tuo mentore e sono di un Grado infinitamente più alto del tuo...ma sono sempre una persona, so ascoltarti se mi parli e posso immaginare quel che stai passando quindi, parlamene" ordinò "Sono qui per addestrati ma anche per ascoltarti" sospirò passandole una mano sulla nuca
Valutando quelle parole, la cacciatrice strinse i pugni per farsi forza, alzandosi e osando incrociare il sicuro sguardo del veterano nonostante la vacillante incertezza nel proprio.
"Io...io voglio-" cominciò titubante prima di riprendere con maggior convinzione "io voglio andare a caccia, voglio che mi addestriate come avevate promesso" affermò "penso di saper gestire una battuta di caccia tornando a casa viva quindi, per favore, lasciatemi andare in missione. So che per voi può esser più facile tenermi in casa ma...è importante convincere, sia voi che me stessa, che non stiamo sprecando il nostro tempo!"
Osservando la convinzione, mista al dubbio, nei verdi occhi smeraldini, Alexander mise da parte le tazze prima dare un docile buffetto alla ragazza, mostrandole il secondo sorriso compiaciuto della giornata.

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