Epilogo

28 4 0
                                    

Agape osservava il paesaggio fuori dalla finestra, guardando come le foglie degli alberi si stavano tingendo lentamente di rosso e arancione. Il sole era alto e la giornata era ancora tiepida. Il cinguettare dei pochi uccelli ancora presenti si faceva largo e addolciva la mattinata. Si godette quella vista insolitamente tranquilla e attese che venissero a chiamarla. Abbassò lo sguardo sulle sue mani guantate e notò quanto tremassero; "È normale" si diceva per calmarsi, ma il nervosismo non voleva quietarsi. Il suo cuore batteva all'impazzata e non riusciva a stare ferma, continuava a fare avanti e indietro nella stanza, guardandosi ogni tanto allo specchio e cercando difetti che non esistevano. "Sto per impazzire." si disse, stringendo i pugni e serrando gli occhi; respirò profondamente, cercando di calmarsi. Sentì la porta della camera aprirsi e richiudersi subito e, chiedendosi che fosse entrato, si voltò trovando Brianna che la guardava incuriosita.
- Mamma! - esclamò, alzando le mani per farsi prendere in braccio. Agape sentì il cuore sciogliersi a quel nominativo e la sollevò, guardandola.
- Che cosa ci fai tu qui? Dovresti essere con Jakala, piccola peste. - le disse, sorridendo. La bambina si limitò a guardarla e a ridere. Si sedette sul letto e se la mise in grembo. Lo sguardo della piccola venne catturato da un cofanetto che si trovava sulla toletta di Heylin; allungò un'estremità in quella direzione, indicando la scatola e chiese: - Cosa c'è dentro? -
- Sono i gioielli della mia mamma; me li ha regalati quando è morta e un giorno saranno tuoi. -
La bambina insistette per vederli e l'albina, dopo anni, riaprì quel contenitore e vi trovò gioielli di ogni sorta: la bambina li osservò con attenzione, decretando però che non valevano il suo interesse. Così scese dalle gambe della donna e prese a gironzolare per la stanza: aprì l'armadio e iniziò a giocare con le sciarpe e i le calze che si trovavano sul ripiano più in basso.
Ormai aveva quasi un anno e sgambettava di qua e di là, facendo ammattire le zie con le sue sparizioni improvvise.
- Brianna! -
Agape sorrise e uscì dalla stanza, vedendo Jakala vestita di tutto punto che si avvicinava con aria preoccupata e spazientita. Si voltò a guardare la nipote del tutto ignara dell'apprensione di cui era origine.
- Jakala, non ti preoccupare. Quella piccola vagabonda è qui con me. - le disse sorridendo divertita.
La donna, non più giovanissima, tirò un sospiro di sollievo.
- Meno male. Posso andare a dire ad Arios che può anche smettere di cercarla al piano di sotto. -
La osservò con orgoglio e le disse. - Tua madre sarebbe davvero orgogliosa di te, Agape. Guardati! Pronta per sposarti. Stai tranquilla, tra pochi minuti verrò a prenderti per portarti all'altare. -
La donna se ne andò in cerca del marito e Agape la guardò, felice per la sua amica. A volte le mancava averla lì al Castello e vederla girare per i corridoi con i suoi abiti tintinnanti ma a Junifra c'era il suo amore e, inoltre, il villaggio le ricordava quello dove aveva vissuto da bambina. Agape ne era rimasta dispiaciuta ma le aveva augurato tutta la gioia del mondo.
- Mamma, vieni qui? -
La Salvatrice ritornò in camera e la bambina le fece segno di sedersi sul letto. Quando lo fece, Brianna appoggiò la testa sulle sue gambe e chiuse gli occhi, mentre la zia le accarezzava dolcemente i capelli biondi e ricci, morbidi come cotone. Aveva più volte provato a spiegarle che lei e la compagna non erano le sue "vere mamme" ma lei insisteva col chiamarle in quel modo e a loro decisamente non dava alcun fastidio. Finché non avesse voluto chiamarle in altro modo, avrebbero lasciato che lo facesse come più le piaceva. Quando Jakala tornò dall'albina, la piccola si era addormentata. Il suo Famiglio e quello di Heylin si fecero avanti e si accostarono alla piccola, uno scodinzolando felice, l'altro producendosi in fusa sonore.
- Restate voi qui con lei? -
In risposta, il lupo salì sul letto e si acciambellò vicino alla sua protetta, mentre il felino si mise accanto al suo capo. Da quando era entrata a far parte della famiglia, non era passato giorno senza che Keraan e Nijù le dedicassero qualche attenzione o giocassero con lei.
- Siete degli ottimi guardiani. - disse loro l'albina e loro rimasero con la bambina.
S'incamminò verso la Sala del Trono, dove si sarebbe tenuta la cerimonia, a braccetto con Jakala. Arrivata all'ingresso, vide avvicinarsi Heylin accompagnata da Leybet. Quando i loro sguardi si incontrarono, un sorriso gioioso apparì sui loro volti. Erano una di fronte all'altra, quando le porte si aprirono ed entrarono, fianco a fianco, percorrendo la navata. La cerimonia ebbe inizio e Agape non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua amata, che presto sarebbe diventata sua moglie. Radja fece da officiante e la sala gremita sussurrava emozionata. Dopo l'ultimo "Noi promettiamo" e lo scambio degli anelli e delle corone di fiori, tutti gli invitati si profusero in grida di gioia e giubilo. Le due donne danzarono per ore e ore, imitate da tutti i presenti e poterono danzare anche con Marven, che aveva fatto loto l'onore di partecipare al matrimonio e di festeggiare la loro felicità. Vi era tutta Junifra e tutto il villaggio di Leybet e alcune persone da Karua. Fu una festa lunga e stancante, si danzò, si mangiò e si bevve. Continuò fino a tarda sera, quando tutti gli invitati si congedarono. Le due novelle spose, dopo avere salutato e ringraziato, si ritirarono nella loro stanza. Prima di entrare sentirono Keraan e Nijù ringhiare e Brianna sembrava parlare con qualcuno. Allarmate dal comportamento dei Famigli, entrarono preoccupate e trovarono la bambina che chiacchierava davanti allo specchio e il lupo e il gatto che vi ringhiavano contro; il gatto graffiava contro la superficie liscia e soffiava furioso, col pelo ritto e Keraan cercava di far spostare la piccola ma lei non si muoveva. Continuava a guardare la lastra trasparente ridendo e sorridendo.
- Brianna, che cosa fai? - le chiese Heylin, prendendola in braccio e allontanandola. Il canide si mise di fronte al vetro e ringhiò, sollevando il pelo e mostrando le zanne, affiancandosi al felino.
- Parlo con la signora nello specchio. -
Agape allarmata si avvicinò allo specchio ma non vide nessuno. Lo toccò e, inspiegabilmente, le trasmise una sorta di calore anziché il solito freddo. Ritirò la mano spaventata e pronunciò un incantesimo per vedere che cosa stesse succedendo. Di sfuggita, vide un occhio blu osservarla, prima che sparisse.
- Ma che diamine...? - disse sorpresa e spaventata.
- Che cos'era? -
- Era la signora nello specchio. - rispose la piccola.
Le due donne si guardarono confuse e spaventate. C'era una sola persona in grado di fare una cosa del genere e quella persona non doveva assolutamente avvicinarsi alla loro bambina. L'indomani Agape fece incantare tutti gli specchi del Castello, arginando così la minaccia che Evelyn potesse spiarle. Sperando di aver risolto il problema, ripresero la loro vita di tutti i giorni tranquillamente, senza più pensare alla Shariwa che aveva causato così tanto dolore. Avevano occhi solo per la loro piccola Brianna che cresceva rapidamente e volevano godersi ogni attimo di quegli anni, che sapevano sarebbero passati troppo in fretta.

Evelyn era in una grotta e aveva appena interrotto il contatto con lo specchio. Non pensava che si sarebbe ritrovata davanti la piccola anziché la zia. E che si sarebbe addirittura messa a parlare con lei come se niente fosse! Rise tra sé, domandandosi se quella bimbetta avrebbe potuto tornarle utile un giorno. Osservò la ciotola piena d'acqua di fronte a sé e rifletté.
- Chissà, tutto è possibile, giusto mio piccolo amico? - chiese, prendendo il suo topo tra le mani e osservandolo a lungo.
- Ho una missione da affidarti. - gli disse, connettendo le loro menti e spiegandogli per filo e per segno che cosa volesse da lui. Dopo che il suo Famiglio si fu dileguato, la Shariwa si alzò e si stese sul suo giaciglio.
"Presto ciò che mi serve sarà mio e nessuno potrà più fermarmi." la sua risata soddisfatta riecheggiò per tutta la valle sottostante, facendola sentire potente e invincibile. E presto lo sarebbe stata, doveva solo avere pazienza.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora