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Era mattina presto e Agape non riusciva a riaddormentarsi. La tisana che le aveva dato Lajvika la sera prima aveva funzionato, aveva dormito bene dopo anni di incubi.
Osservò la donna stesa a pochi metri da lei. Chissà cosa aveva passato. Si chiese cosa l'avesse fatta scappare da Karua. Come l'avessero scoperta.
E lei? Cosa doveva fare? Come avrebbe fatto ad aiutare le altre Shariwae se nemmeno riusciva a salvare se stessa? Decise che doveva riprendere a combattere. Avrebbe imparato da sola, ora che Alan non poteva più insegnarle.
Uscì di casa e prese un bastone. Si avvicinò a un albero e immaginò che fosse una persona. Immaginò che fosse Damon.
Sentì la rabbia montare e iniziò a colpire con ferocia, con tutta la forza che aveva in corpo. Le braccia le dolevano, ma non le importava. Avrebbe fatto di tutto pur di sfogarsi. Doveva liberarsi di tutto quello che aveva trattenuto in quegli anni, tutto quello che lentamente aveva cercato di soffocarla.
Sentì le mani farsi calde e pensò che fosse per via dell'energia che stava usando, poi vide innalzarsi dei rivoli di fumo. Lasciò andare il bastone e fece qualche passo indietro, spaventata. Si guardò le mani, perfettamente lisce e intatte.
Riprese il bastone e lo osservò: dove prima c'erano i suoi palmi, ora erano presenti evidenti bruciature. L'odore era acre e pungente. Si chiese che cosa le stesse succedendo. Le stavano andando a fuoco le mani? Stava per bruciare viva?
- Agape, va tutto bene? -
La giovane lasciò cadere di scatto il pezzo di legno e si voltò, tenendo le mani dietro la schiena.
- Io... Io... -
Lajvika le si avvicinò e le disse:
- Fammi vedere le mani. - toccò i palmi: erano caldissimi. Scostò subito le dita e guardò la ragazza.
- Cosa stavi facendo? - le chiese pacata.
- N-nulla di incredibile, mi stavo solo allenando a tirare di spada. -
- Dalle tue urla sembrava più che stessi cercando di uccidere qualcuno. -
Agape rimase interdetta. Aveva urlato? Non se n'era nemmeno accorta.
- C'è qualcosa che ti turba? -
La ragazza scosse la testa.
- Volevo solo muovermi un po'. Mi dispiace se vi ho svegliata. -
- Non devi preoccuparti. Piuttosto, da dove viene questo odore di fumo? -
- Da lì... - sussurrò la ragazza, indicando il pezzo di legno dietro di lei.
La donna lo raccolse e lo osservò alle prime luci del mattino. I segni di bruciatura erano evidenti, ma circoscritti. Se il contatto fosse durato più a lungo avrebbe preso fuoco.
- Le tue mani stavano bruciando. -
Non era una domanda e non c'era nessuna accusa nella voce. Ad Agape sembrò una semplice constatazione, come se fosse del tutto normale che le sue mani potessero diventare incandescenti e incendiare gli oggetti.
- Pensate che potrei... prendere fuoco? -
Lajvika la guardò e ne vide la paura.
- No Agape, i tuoi poteri non sono pericolosi per te. Sono pericolosi solo se sei tu a decidere che lo siano. -
- In che senso? -
- A chi stavi pensando mentre colpivi l'albero? -
Agape sentì il viso farsi bollente. Non voleva parlarne con lei. Non in quel momento. Non in quel modo.
- A una persona. -
- Questa persona ti ha ferita? -
Lei si limitò ad annuire, senza guardare in faccia la guaritrice. Non ci riusciva.
- E tu sei arrabbiata con questa persona, giusto? Hai così tanta rabbia dentro di te che ti sembra di esplodere, di non riuscire a contenerla. Non ti sei mai aperta con nessuno, vero? -
Agape annuì, non riuscendo a cogliere il punto.
- Mettiamo che questa rabbia sia come una scintilla. Viene alimentata da tanti anni, senza che nessuno la controlli. Dimmi Agape, cosa succede se non controlli un fuoco in mezzo a un bosco? -
- Diventa un incendio. -
- E brucia tutto intorno a sé. Voglio insegnarti una cosa Agape. Lascia la rabbia alle spalle, lasciala al tuo passato, alla tua vecchia vita. Qui sei una persona completamente diversa. Abbandona ciò che è stato, vivi ciò che è e crea ciò che sarà. Non puoi cambiare il passato. Se ci proverai non farai altro che accumulare rancore e dolore, continuerai ad alimentare quel fuoco, il fuoco che hai nella tua mente e farà terra bruciata. Non permettere mai all'odio di distruggerti Agape. -
La ragazza aveva ascoltato e aveva sentito qualcosa stringersi all'altezza del petto. Sapeva di non poter continuare in quel modo, ma non capiva come lasciare andare il passato.
- Come posso lasciarmi alle spalle quello che mi è successo? Non è anche grazie a quello che sono ciò che sono? -
- Certo, ma devi pensare al tipo di persona che vuoi diventare. Vuoi vivere nel passato e restare a guardare la tua vita scorrere, senza viverla? O vuoi essere tu a decidere, a prendere in mano le redini della tua esistenza, e crescere? -
- Io so che mi sono stati donati dei "poteri". Voglio imparare a utilizzarli. Non voglio perdere il controllo e rischiare di fare del male a qualcuno. Voglio avere il controllo su me stessa e sulla mia vita. E poi trascorrerla in pace, senza che nessuno venga a disturbarmi. -
Lajvika la guardò e sorrise.
- Per quanto riguarda il controllo posso aiutarti. Ma dovrai imparare da sola come utilizzarli. Purtroppo, per quello non potrò esserci d'aiuto. -
Agape sgranò gli occhi. - Davvero potete aiutarmi? -
- Sì. - le rispose la donna - Mia madre era una guaritrice, proprio come me. Lei aveva dei poteri curativi che, mio malgrado, non ho ereditato. Ma mi ha insegnato le basi della magia, sebbene sapesse che non avrei mai potuto praticarla. -
- Avvicinati -
La giovane albina si pose di fronte a colei che, da quel momento in avanti, sarebbe stata la sua insegnante, la sua Maestra.
- Chiudi gli occhi e svuota la mente. Focalizza il buio. -
La ragazza fece come le era stato detto. Cercò di vuotare la sua testa, ma continuava ad essere affollata da mille pensieri.
- Devi rilassarti Agape. -
Iniziò a fare dei respiri profondi, per cercare di calmarsi. Sapeva benissimo di essere in tensione. Sentì che Lajvika le aveva preso una mano fra le proprie.
- Ti aiuterò a concentrare il potere nella tua mano. Tu rilassati e lasciati guidare. -
- Rivolgi il palmo verso l'alto e crea un'immagine mentale della tua energia. -
Agape si concentrò e immaginò una piccola fiamma sulla mano aperta. Cercò di visualizzare al meglio il movimento, la dimensione e il colore. Il respiro rallentò e sentì il cuore battere calmo.
Percepì del calore al centro del palmo e aprì gli occhi si scatto. Quello che vide la lasciò di stucco: una piccola fiamma stava fluttuando sulla sua mano.
- Oh mio... -
- Shh... Non perdere la concentrazione. - la ammonì la sua Maestra.
La ragazza tacque.
Guardò Lajvika in attesa. La donna tolse le sue mani da sotto quella di Agape e si mise dietro la ragazza.
- Resta focalizzata e cerca di manipolarla. -
- Come faccio? -
- Devi solo immaginare, devi imprimere la tua volontà sul fuoco. -
La ragazza annuì, un po' nervosa.
- Rilassati, non devi preoccuparti. Ci sono io qui a guidarti. -
Annuì nuovamente, cercando di convincere se stessa a calmarsi. Si prese del tempo per respirare e poi si concentrò.
Immaginò la fiamma crescere e, quando aprì gli occhi, notò che era aumentata di dimensione. Mise l'altra mano di fianco alla prima e vi passò il fuoco. Era strabiliata da come non le bruciasse la pelle. Mentre continuava a farlo passare di mano in mano, chiese:
- Davvero non può nuocermi? -
- Come vedi non ti sta bruciando. - rispose la donna sorridendo. - Sei tu a decidere se può ferire o meno. -
La ragazza iniziò a manipolare il fuoco con più sicurezza. Unì le mani e provò a creare una sfera. La fece passare sugli avambracci scoperti e poi su tutte e due le braccia. Si voltò e provò a far muovere le fiamme oltre il suo corpo. Le fece girare intorno a lei, fino a creare un cerchio di luce pura. Provò ad allargarlo, ma iniziava a sentire la fatica. Sentiva le gambe tremare e Lajvika se ne accorse.
- Fermati Agape! Blocca l'energia. -
La ragazza chiuse istintivamente le mani e il fuoco scomparve. Si lasciò cadere sulle ginocchia con il respiro affannoso.
- Ci vuole molta energia per produrre un incantesimo. Con il tempo imparerai a gestire l'energia e ad evocare incantesimi sempre più potenti. -
- Ti raccomando di mantenere sempre la calma. Un incantesimo non controllato è molto pericoloso. Se ti fai guidare solo dalle emozioni finirai per consumare nel tuo stesso fuoco. -
- Capisco Maestra. -
Lajvika le sorrise. - Maestra? -
- Mi state insegnando come controllare i miei poteri. È giusto che vi tratti con il dovuto rispetto. -
- Come preferisci Agape, chiamami pure come meglio credi. -
- Adesso vieni forza, dobbiamo preparare il pranzo. Scommetto che sarai affamata dopo lo sforzo che hai fatto. -
In risposta, lo stomaco della ragazza iniziò a brontolare prepotente.
La donna rise e le fece cenno di seguirla. La ragazza non se lo fece ripetere due volte.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora