Quando aprì gli occhi, al principio del primo mattino, essi si posarono sulla creatura più bella che avessero mai visto: la sua Heylin. Agape si mosse lentamente, cercando di non svegliarla, mettendosi seduta. La osservò dormire pacificamente, carezzandole dolcemente i capelli. Le luci dell'alba sfioravano il suo viso, rendendo la sua pelle luminosa come ambra. Avrebbe potuto restare tutto il giorno a guardarla e non si sarebbe stancata. L'albina si alzò lentamente, facendo meno rumore possibile; si infilò una camicia da notte e una vestaglia e scese nelle cucine. Lì alcune persone erano già al lavoro e stavano sfornando biscotti e panini dolci per la colazione. Agape prese un vassoio, vi depositò sopra qualcuna di quelle prelibatezze, aggiunse anche due bicchieri ricolmi di succo fresco e tornò di sopra. Aprì la porta della camera e vide che la giovane stava ancora dormendo. Mentre appoggiava il vassoio sul comò vicino al letto, notò che al suo posto si era messo Nijù, che la osservava sornione, mentre faceva il pane sulle soffici coperte. Gli accarezzò la testolina pelosa e morbida, ricevendo in cambio fusa sonore. Un mugolio la avvisò che la sua dolce compagna si era svegliata.
- Buongiorno amore. -
- Buongiorno... - rispose lei, ancora assonnata. Si diedero un bacio e Agape le fece notare la colazione. La giovane saltò su come un grillo alla vista dei panini caldi e, insieme, mangiarono di gusto. Una volta terminato il pasto, le due donne si vestirono e andarono ognuna a svolgere le proprie faccende. Agape si diresse alla torre, controllando quali lettere fossero arrivate. Tutte le voliere erano in ordine, alcune occupate e altre no. Le missive che la interessavano erano di Leybet e Radja, arrivate entrambe puntuali. Vide un nuovo falchetto, che attendeva che la sua lettera fosse ritirata. All'inizio pensò si trattasse del Cavaliere Magico ma leggendo l'intestazione capì che non era sua. Era indirizzata a lei da parte di Damon. Per un momento la paura l'avvolse nelle sue spire. Cercò di calmarsi, ricordando a se stessa che non aveva suo fratello lì davanti, ma solo una sua lettera. La aprì con mani tremanti, chiedendosi che cosa potesse mai scriverle. Con sua enorme sorpresa si trattava di un invito a corte. "Un invito a un ballo per celebrare l'arrivo del nascituro? Che cosa diamine starà architettando?" si chiese allarmata l'albina.
Scese immediatamente al piano inferiore, chiedendosi quale fosse il suo reale scopo. Decise di non parlarne pubblicamente ma che avrebbe deciso il da farsi con i suoi Consiglieri. Quando comunicò a Shisa che voleva indire una riunione, l'anziana la guardò sorpresa.
- Wa Agape, non ricordate dell'incontro di questa mattina? -
La donna la guardò interrogativa, non riuscendo a riportare alla mente quale impegno avesse.
- L'incontro con Wa Radja e Wa Leybet, dovevate discutere di come organizzare l'esercito e pianificare l'addestramento. -
L'albina si picchiò la fronte con la mano, completamente presa alla sprovvista. "Maledizione, avevo dimenticato!"
Prese un respiro profondo e consegnò la lettera alla Saggia, chiedendole di discuterne in Consiglio durante la mattinata mentre lei era impegnata con i due Capi. Una volta finita la riunione con le due donne li avrebbe raggiunti e avrebbe chiesto loro un parere. Si recò immediatamente all'ingresso, accogliendo le due ospiti. Leybet e Radja si guardavano intorno a disagio, sentendosi quasi in imbarazzo.
- Ben arrivate signore! - le salutò l'albina, con un sorriso divertito. - Il viaggio è andato bene? -
- Sì Wa Agape, è andato tutto bene. Vi dico già che, purtroppo, non potremo trattenerci a lungo. I soldati di Damon sono sempre troppo vicini alle nostre case. Non vorremmo che succedesse qualcosa durante la nostra assenza. -
- Comprendo benissimo. Non preoccupatevi; cercheremo di fare in fretta così potrete tornare ai vostri villaggi. -
Le due donne la ringraziarono e seguirono Agape, che le condusse verso la Sala del Consiglio ma, ricordandosi a metà strada che era già occupata, le portò in una stanza adiacente; questa veniva usata poco e, quindi, non era nelle condizioni migliori per ricevere ospiti ma si sarebbero dovute accontentare.
- Mi dispiace per lo stato della stanza ma, purtroppo, quella che usiamo di solito per le riunioni è occupata dal mio Consiglio. -
- Se dovete presenziare alla riunione, andate. Non vogliamo che manchiate per causa nostra. - le disse Leybet.
- Non preoccupatevi. Ho già dato disposizione che discutessero senza di me; dopo che avremo finito, andrò da loro e vedrò cosa fare. -
Fece accomodare le due donne come meglio poté e chiese loro: - Quanti soldati potete fornire all'esercito? -
- Junifra può mettere a disposizione circa duecentocinquanta unità. -
- Invece il mio villaggio può contribuire con circa duecento unità. -
- Molto bene. Così dovremmo arrivare a ottocentocinquanta unità circa. -
Radja non riuscì a trattenere una risata nervosa e anche Leybet sembrò preoccupata.
- Lo so che non siamo nemmeno un decimo, forse nemmeno un ventesimo, dì ciò che dispone invece Karua, ma noi abbiamo la magia dalla nostra parte. Non possiamo scoraggiarci senza nemmeno iniziare. -
- Vi prego di non offendervi Wa Agape, ma a me sembra un piano suicida. Non abbiamo nemmeno una possibilità di battere l'esercito di Karua. Ditemi come pensate di fare, vi prego, illuminateci. -
- Possiamo dare per certo che almeno la metà dell'esercito di Damon non si presenterà al momento dello scontro; sono stanchi, spaventati, non hanno più fiducia del loro sovrano e molti hanno già disertato. -
- Ma non saremo comunque in numero sufficiente. - osservò Leybet, senza nascondere la propria ansia.
- Lo so ma... -
- Niente ma Wa Agape. Mi dispiace ma non mi sembra sufficiente. E' vero, abbiamo la magia, abbiamo la Dea, ma non voglio illudermi che sarà sufficiente a vincere. -
- Quindi... volete ritirarvi? Volete arrendervi? - chiese Agape col cuore in gola. Radja la guardò come se le avesse tirato uno schiaffo.
- No, assolutamente. Non vogliamo arrenderci, anche perché così facendo condanneremmo sicuramente le Shariwae alla schiavitù e all'oblio, ma non possiamo davvero sperare di vincere se siamo così organizzate. Dovremo addestrare i nostri compagni insieme, dovremo avere un'ottima strategia, a prova di dubbio. Non possiamo permetterci alcun tipo di errore. - concluse il Capo di Junifra e Leybet annuì convinta. - A volte una buona strategia può capovolgere anche il risultato più ovvio. -
- Allora, signore, facciamo in modo che la nostra sia la strategia vincente. -
Passarono le successive due ore a discutere di posizioni e armi, di armature e clima, di angolazione del sole e di scudi. Alcune discussioni furono più accese di altre e allarmarono chi si trovava fuori dalla stanza. Più volte fu persa la pazienza e risuonarono parole pesanti e di accusa. Radja e Agape erano due teste calde e Leybet si trovò, suo malgrado, a dover fare da mediatrice durante quella riunione dai toni accesi. Più e più volte le tre donne si ritrovarono a un punto morto e dovettero riprendere il filo del discorso quasi dall'inizio. Alcune proposte venivano scartate a priori, soprattutto quelle di Leybet, troppo giovane e inesperta per avanzarne di davvero utili, altre invece venivano discusse approfonditamente, finché non veniva trovata una falla che le avrebbero rese disastrose se messe davvero in atto. A un certo punto, dopo circa mezz'ora, Agape riuscì a trovare una mappa in quel tugurio di magazzino nel quale si trovavano e ripresero a progettare attacchi e difese con un quadro più chiaro dell'ipotetico campo di battaglia. Avevano pensato che avrebbe potuto fungere a questo scopo il confine tra il bosco e il regno; una volta stabilito ciò, avevano ripreso a discutere su quale potesse essere la strategia migliore da mettere in atto per assicurarsi una vittoria. Dopo più di due ore, le tre signore si accordarono su come programmare gli addestramenti; se volevano che il loro esercito si muovesse come un solo uomo, dovevano fare in modo che ricevettero tutti lo stesso addestramento.
- Molto bene, è deciso: ci vedremo una volta a settimana, a piccoli gruppi per non lasciare le nostre case completamente senza protezione e faremo del nostro meglio per prepararli. -
- Due volte a settimana ci incontreremo con le nostre Shariwae e vedremo di imparare le une dalle altre. -
Tutte si guardarono e annuirono. Le due ospiti fecero per congedarsi ma prima che andassero via Agape voleva discutere con loro della lettere ricevuto quella mattina.
- Prima che andiate, c'è un'ultima cosa di cui vorrei discutere con voi. Cercherò di essere rapida, ve lo prometto. -
Leybet e Radja si bloccarono e si risedettero, pronte ad ascoltare.
- Questa mattina presto mi è arrivata una lettera. Era da parte di Damon. - fece una pausa per raccogliere le idee, nel mentre che le sue ospiti assimilavano la notizia.
- Che cosa vuole? -
- Mi ha invitata a un ballo a corte, per festeggiare l'imminente nascita di suo figlio, tra poco più di una settimana, il giorno dopo Samhain. Io... non so bene cosa pensare. -
- Io vi consiglierei di non andare, Wa Agape. Potrebbe essere una trappola. - le rispose Leybet, preoccupata per la sorte della compagna.
- Oppure un'opportunità. - ribatté Radja. L'albina spostò il suo sguardo su di lei, chiedendole un'ulteriore spiegazione.
- Potrebbe essere un'ottima occasione per provare a ritrattare direttamente con il Re ed evitare così una guerra. -
- Però potrebbe approfittare della vostra assenza per attaccare il Castello. -
"Anche questo è vero." pensò la Salvatrice. Non sapeva proprio cosa fare.
- Ci penseremo noi al maniero mentre voi sarete via. Si tratterà di una sola notte giusto? Per me non sarà un problema assentarmi da Junifra per quel lasso di tempo. Voi Wa Leybet? Verrete? -
La giovane ci rifletté per un momento poi annuì. - Certo che verrò. Non lascerei un'amica in difficoltà per niente al mondo. Solo, fate attenzione quando sarete a Corte, non sappiamo chi possa essere la Shariwa misteriosa ed è meglio essere prudenti. Vi preparerò personalmente qualcosa per difendervi. -
Agape la ringraziò ma le disse che non era necessario.
- Perdonatemi, ma invece ritengo che lo sia. Questa donna è riuscita a maledirvi giusto? Cosa vi fa presumere che non ci riproverà? O che non saranno tutti lì per uccidervi? Vi chiedo scusa, ma non potrei mai essere tranquilla sapendovi nella tana del nemico. Per cui insisto, consideratelo un dono per la nostra alleanza e amicizia. -
- Sono d'accordo con Wa Leybet. Anche io penserò a qualcosa che vi possa essere utile e ve la consegnerò la sera del ballo. Quando sarete al castello di Karua il vostro unico pensiero deve essere la trattativa con il Re, per cui alla sicurezza vostra e della vostra gente ci penseremo noi. -
- Vi ringrazio davvero per il vostro pensiero, saprò come sdebitarmi al più presto. -
- Il modo migliore sarebbe con delle buone notizie una volta che i festeggiamenti saranno conclusi. Contiamo su di voi per questa missione diplomatica e spero vivamente che vada meglio rispetto a quella che avete fatto a Junifra. - le rispose Radja, cercando di sdrammatizzare l'atmosfera tesa che si era venuta a creare.
- Lo spero. -
- Vi ho trattenute fin troppo a lungo, è ora che torniate a casa. -
I due Capi Villaggio si alzarono e Agape le accompagnò fino alla porta, meditando su quanto avevano discusso fino a quel momento.

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Le streghe di Karua
Fantasi~ CONCLUSA ~ ~ DA REVISIONARE ~ Agape è la Strega per eccellenza, la megera che terrorizza Karua; per i suoi abitanti ella non è altro che un essere maligno, senza anima, mandata dal Demonio per distruggerli. Per le Shariwae, invece, rappresenta una...