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Agape si trovava nel giardino dietro casa quando sua madre venne a chiamarla. Quando la vide con indosso il suo vestito migliore, capì che qualcosa di bello stava per accadere.
- Mamma, come mai avete quel vestito addosso? -
Sua madre la guardò sorridendo, e le chiese:
- Ma come? Non ti ricordi? Oggi tuo padre torna a casa. -
La bambina si alzò di scatto e corse incontro alla madre, felice.
- Davvero torna oggi? -
- Sì Agape, adesso vai nelle tue stanze a prepararti. Arriverà tra poco. -
La piccola non se lo fece ripetere due volte e corse in camera. Dentro c'era una cameriera ad aspettarla.
- Signorina Agape, venite. Il bagno é pronto e poi potrete scegliere il vestito che vi piace di più da indossare. -
- Fejika, non darmi del voi, non voglio. - le disse, mettendo il broncio ma ubbidendo a ciò che le era stato detto.
La giovane donna la seguì in bagno, la aiutò a spogliarsi e a lavarsi. Dopodiché la bambina aprì l'armadio e scelse un vestito giallo, il suo preferito. Glielo aveva regalato suo padre per il compleanno e con quello indosso si sentiva una principessa.
Una volta indossato il vestito, Fejika la fece sedere e le acconciò i lunghi capelli bianchi in una morbida treccia. Agape si guardò allo specchio con occhi luccicanti, si voltò verso la sua cameriera e le disse: - Grazie, mi hai fatta diventare bella. -
- Ma voi lo siete già. -
- E allora perché gli altri bambini non vogliono giocare con me? -
Fejika la guardò a lungo, prima di rispondere.
- Perché i bambini sono tutti un po' sciocchi. Quando si accorgeranno di quanto siete bella, da adulta, rimpiangeranno di non aver giocato con voi. -
Agape sorrise e la abbracciò. Fejika ricambiò il gesto.
- Forza, andate. Vostro padre sarà qui a momenti. -
La bambina annuì e si affrettò a scendere al piano di sotto. Una volta giunta nell'immensa sala, vide che suo fratello era già lì ad aspettare, insieme a sua madre. Rimase incantata nel vedere Damon vestito così elegante, le sembrava un principe.
Gli andò vicina e lui le sorrise.
- Sei bellissima Agape. -
- Anche tu. -
Il ragazzino si lasciò andare a uno risolino, poi accarezzò la testa della sorella, con fare affettuoso.
Dalle finestre videro arrivare una carrozza.
- Papà! -
- É arrivato. - esclamò Damon emozionato.
Selena sorrise radiosa, felice come non lo era da tempo. La porta d'entrata si aprì ed entrò un uomo. Era alto, con folti capelli neri e due basette che scendevano lungo le guance unendosi in una barba cespugliosa. Gli occhi erano di un azzurro intenso, penetrante, come quelli del figlio, contornati da qualche ruga di espressione. In mano reggeva una borsa di pelle, contenente i suoi abiti. L'altra mano, invece, era nascosta dietro la schiena.
Il Generale Neithan Yurosh avanzò dentro quella casa che non vedeva da mesi, osservando le tre persone che lo aspettavano con ansia. Vedendole sorrise e affrettò il passo per raggiungerle. Quando fu a pochi passi da loro si inginocchiò, poggiando la borsa per terra e anche ciò che teneva nascosto dietro la schiena, e allargò le braccia, chiamando per nome i suoi figli. I due bambini si gettarono sull'uomo, stringendolo in una morsa poderosa, carica di affetto. Quando si separarono, Neithan salutò sua moglie con bacio casto e stringendola a sé.
- Bentornato, amore mio. - gli disse, affondando il viso nella sua spalla.
L'uomo sorrise, inalando il dolce profumo di sua moglie. Si diedero un ultimo bacio e poi si voltò verso i due bambini.
- Agape, predi quella borsa e aprila. - le disse con un sorriso. La bambina si affrettò a prendere l'involucro e, quando tirò fuori ciò che c'era dentro, emise un urlo di gioia. Era una bambola di pezza con un vestitino giallo, i capelli bianchi e gli occhi rossi.
Rimase ad osservare il regalo per qualche minuto, poi corse dal padre e gli abbracciò forte le gambe, ringraziandolo.
Damon li guardava, sorridendo.
- C'è qualcosa anche per te Demon. -
Il ragazzino guardò suo padre, stupito.
- Ma... Non dovevate... Non era necessario padre, davvero. Ho tutto quello che potrei desiderare. -
Il padre lo guardò con affetto, per poi fargli cenno di seguirlo. Andarono fuori, dove il valletto della carrozza stava trasportando qualcosa avvolto in un panno.
- Tua madre mi ha detto dei progressi fatti con il combattimento, così ho deciso di premiarti. - gli disse, mentre il sottoposto gli porgeva il pacchetto. Damon notò che pesava parecchio. Tolse il panno lentamente, non riuscendo a credere ai propri occhi.
- Padre... é... é... bellissima. - disse il ragazzino, troppo sorpreso per dire altro, mentre il suo sguardo percorreva la spada che aveva tra le mani.
- Sono contento che ti piaccia. É tutta tua e, una volta superato l'esame finale, sarà la tua arma per combattere. -
Damon era senza parole, suo padre non gli aveva mai fatto un regalo più prezioso di quello. Neithan lo abbracciò e gli propose di allenarsi più tardi.
- Avanti, vai a rilassarti un po', tra poco pranzeremo. - gli disse Selena.
L'uomo annuì e andò al piano di sopra, diretto in camera sua e deciso a farsi un bel bagno ristoratore.
Il ragazzino, intanto, osservava la spada e si immaginava combattere epiche battaglie con il padre al fianco e la sorella, in lontananza, che lo incitava a combattere.
Erano sogni dolci, sogni di bambino.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora