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Quella mattina il bosco era tiepido e l'erba su cui erano sedute era fresca e piena di rugiada, che bagnava loro le gonne. Il sole filtrava attraverso le fronde e finiva negli occhi ad alcune delle giovani Shariwae che cercavano di proteggersi con una mano. Heylin osservava la natura intorno a sé e si chiedeva quale sarebbe stato l'argomento della lezione di quel giorno. Agape era di fronte a loro e le osservava, attendendo che tutte le Shariwae prendessero posto. La ragazza guardava la sua Maestra con curiosità e impazienza: adorava imparare e finalmente poteva farlo alla luce del sole, senza doversi nascondere.
La donna se ne stava tra gli alberi, per proteggersi il più possibile dai raggi, indossando un mantello che la copriva da capo a piedi, ma le giovani - e meno giovani - riuscivano a scorgere comunque il suo volto. I suoi occhi rilucevano nella penombra, facendoli sembrare infuocati. Heylin pensò che sembravano nascondere tanti segreti, si chiedeva cosa avessero visto di così orribile da spingerla ad allontanarsi in quel modo da quella che una volta era stata casa sua. Sapeva da alcune voci che giravano al Castello che una volta la Salvatrice abitava a Karua, era figlia di una casata nobile e sembrava che avesse anche un fratello, anche se nessuno sapeva quale fosse il suo nome. Si chiese se questo fantomatico fratello avesse lo stesso sguardo infuocato, la stessa postura rigida e lo stesso portamento di ghiaccio di Agape.
"Nel suo cuore si cela un fuoco inestinguibile, ma il suo viso e il suo corpo sembrano fatti di ghiaccio." In quel momento, alla ragazza non sembrava affatto la donna che l'aveva invitata a ballare al matrimonio di Thyr e Lyla: era stata gioiosa, sorrideva ampiamente e l'aveva tenuta tra le braccia con una tale dolcezza da farle dimenticare per qualche minuto il mondo attorno a sé. Lì tra gli alberi, invece, sembrava ombrosa e quasi ostile. Dubitava che l'avrebbe consolata come aveva fatto poco prima del ballo.
- Molto bene, ci siamo tutte? - chiese, spezzando quel chiacchiericcio che si era venuto a creare. Tutte si guardarono attorno, per accertarsi della presenza l'una dell'altra. Vedendo che le sue allieve annuivano, la donna riprese la parola.
- Oggi vi insegnerò come utilizzare l'energia del Sole. - annunciò loro, facendo un gesto con la mano, scoprendola e lasciando che i raggi le toccassero la pelle.
Le donne si guardarono in un misto tra il preoccupato e l'impaziente.
- Ma non vi ferirete esponendovi al sole? - chiese una delle Shariwae più giovani.
- Non ti preoccupare Nira, un po' di luce non mi ucciderà. - le disse, cercando di rassicurarla. - Ora chiudete gli occhi, svuotate la mente da ogni pensiero e cercate di percepire il calore del Sole sulla vostra pelle, la sua carezza, la sua forza vitale. Ricordate: se non ci fosse il Sole, non ci sarebbe vita. E' grazie ad esso che le piante crescono, gli animali si nutrono e prosperano, se noi siamo qui su questa terra. Sebbene per me sia in parte dannoso, riconosco il suo potere magico e la sua forza vitale, senza la quale Karua e questi boschi sarebbero solo un'enorme distesa di ghiaccio e polvere. -
Le Shariwae fecero come aveva detto loro la Maestra, cercarono di entrare in connessione con l'astro e con il suo potere. Heylin provava a concentrarsi ma le sembrava di sentire lo sguardo di Agape fisso su di lei. Socchiuse un occhio, per vedere se questa sensazione fosse reale e vide che la donna se ne stava anche lei con le palpebre serrate, li palmi erano uniti a formare una coppa illuminati dai raggi solari. Sembravano emanare luce propria. La sua figura sembrava rilassata, così in contrasto con l'immagine che aveva imparato a riconoscere: un fascio di nervi pronti a scattare, la postura perfetta e il portamento quasi regale che la contraddistingueva.
La ragazza, non riuscendo a concentrarsi a sufficienza, si guardò intorno osservando le sue compagne. Loro avevano tutte gli occhi serrati, sembravano calme, in pace, mentre cercavano di attingere all'energia che le circondava. Tranne una: Kayla. Heylin vide che la stava osservando con la coda dell'occhio e, quando quella notò il suo sguardo attento, richiuse le palpebre, arrossendo. Si chiede come mai la guaritrice la tenesse d'occhio; aveva notato quello strano comportamento da un paio di giorni ormai, ma non aveva ancora trovato il coraggio di parlare della questione con la diretta interessata.
- Heylin. - la giovane si voltò di scatto sentendosi chiamare.
- Non riesci a concentrarti? - le chiese Agape e lei non poté fare a meno di arrossire.
- No, non ci riesco. -
- Avvicinati, forse posso aiutarti. -
La ragazza si alzò, sentendo su di sé lo sguardo di Kayla, e andò a sedersi accanto ad Agape. Sentì uno strano nervosismo attanagliarle le viscere, mentre si sedeva sull'erba di fianco alla sua Maestra. Era dalla sera del ballo che provava quelle sensazioni ogni volta che le si avvicinava: il cuore iniziava a palpitare velocemente e i pensieri si confondevano, lasciandola incapace di formulare frasi di senso compiuto; non era in grado di reggere il suo sguardo. La imbarazzava troppo guardarla direttamente negli occhi, le sembrava che potesse leggere la tempesta di emozioni che si creava ogni volta che la vedeva e le parlava. Non capiva che cosa fosse quella sensazione, percepiva una specie di connessione tra sé e Agape. Si sentiva leggera e felice ogni volta che la incontrava e, allo stesso tempo, nervosa come se dovesse parlare con qualcuno di incredibilmente importante. Ed effettivamente, era importante per lei.
"Dannazione, concentrati!" si disse, cercando di scacciare dalla testa quei pensieri. Prese un respiro profondo e cercò di svuotare la mente da ogni pensiero. Dopo un po' riuscì a concentrarsi solo sul Sole e sul suo calore. Ne sentiva il beneficio sulla pelle, l'energia che dai suoi pori veniva trasportata in tutto il corpo. Si sentì piena di vita.
- Molto bene Heylin, ce l'hai fatta. - disse Agape.
La ragazza aprì gli occhi e vide un piccolo globo di luce che levitava tra le sue mani. Sul suo viso si dipinse lo stupore e vide che la sfera divenne più luminosa, man mano che il suo cuore accelerava i battiti.
- Rimani calma Heylin o perderai il controllo sull'incantesimo. -
La giovane cercò di regolarizzare il respiro e mantenere alta la concentrazione. Non riusciva a crederci, era la prima volta che riusciva davvero ad entrare in così stretto contatto con la natura e a ottenere un risultato tangibile. Istintivamente si voltò verso la Maestra e le sorrise. La donna la guardò soddisfatta e con una punta di orgoglio. Le sue compagne le si avvicinarono e osservarono quella piccola sfera che galleggiava tra i palmi della giovane. Kayla era l'unica a non essersi accomiatata alle altre; si era alzata e si era messa a cercare delle piante nel bosco. O almeno, era quanto avesse riferito una ragazza. Il resto della lezione passò velocemente tra i tentativi delle altre a evocare un globo di luce, mentre Heylin provava a direzionarlo, sotto le direttive e lo sguardo attento di Agape. Con molta fatica riuscì a farlo passare sulle braccia e attorno al corpo.
Quando venne l'ora di tornare al Castello, tutte le Shariwae presenti erano riuscite a far apparire una piccola sfera di luce. Agape guardò il sole che stava sparendo oltre l'orizzonte e disse alle sue allieve che avrebbero continuato il giorno seguente. Loro annuirono, stanche ma soddisfatte dei progressi fatti. Si avviarono verso il Maniero e, una volta giunte a destinazione, si recarono nella sala dei Banchetti, per consumare una sostanziosa cena. Verso metà del pasto, Agape notò esserci uno strano via vai dalla sala da parte di due ragazze che sembrano avere l'aria preoccupata. L'albina decise di chiedere loro cosa non andasse; si avvicinò alle giovani e domandò loro se ci fosse qualche problema.
- Non troviamo Kayla, Wa Agape. Dopo la lezione è andata a cercare delle erbe curative, ma non è più tornata. Abbiamo provato a cercarla nel Castello, siamo andate in ogni stanza ma non c'è traccia di lei. Stavamo pensando di andare nel bosco per trovarla. -
- Va bene ma non andrete da sole, vi accompagnerò. -
- Vengo anche io. - disse una voce dietro di loro.
Agape si voltò e vide Heylin che la fissava con sguardo sicuro e determinato.
- Va bene, ci divideremo in coppie. Ryla e Freya andranno verso nord, mentre io e Heylin ci dirigeremo verso sud. Dobbiamo sbrigarci, non c'è tempo da perdere, potrebbe essere in pericolo. -
Le quattro donne uscirono dalla Sala e stavano per uscire dall'ingresso principale, quando una voce le bloccò.
- Veniamo anche noi. -
La Salvatrice si voltò, non aspettandosi di trovare tutte le Shariwae del Castello affollate nell'ingresso.
- Vi ringrazio Was, ma... -
- Nessun ma, Wa Agape. - la interruppe una donna sulla cinquantina - La Shariwa Kayla è una nostra sorella ed è nostro compito aiutarla, soprattutto se dovesse trovarsi in qualche situazione pericolosa. Dobbiamo restare unite tra Shariwae. Potete stare tranquilla: nessuna di noi correrà rischi, siamo in grado di difenderci da sole. Inoltre, ci sono anche questi ometti coraggiosi con noi. - aggiunse, indicando alcuni ragazzi e uomini che si erano fatti avanti per partecipare alla ricerca.
- Va bene, potete venire, ma le vorrei che le più giovani e alcune delle più avanti con la magia restassero qui. Non è per escludervi, ma qualcuno dovrà pur restare con gli anziani e i bambini, e a difendere il Castello. -
Le Shariwae accettarono, anche se a malincuore. Quelli che avrebbero contribuito a trovare Kayla uscirono e Agape disse:
- Ci divideremo in piccoli gruppi, il punto di ritrovo è la radura poco più avanti, prima di attraversare il ponte di pietra. Ci incontreremo lì tra due ore, quando la luna piena sarà alta nel cielo. -
Tutti annuirono e si inoltrarono nel bosco. La donna sperava con tutta se stessa che non avesse incontrato i soldati di Damon. Altrimenti non avrebbe potuto fare altro che dichiarargli guerra, perché non avrebbe lasciato che facesse del male a un'altra Shariwa. Non più.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora