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Il mattino seguente venne svegliata dalla lingua calda di Keraan che le solleticava la guancia. Aprì gli occhi e accarezzò la testa del lupo, sussurrandogli parole dolci nella lingua degli Antichi. Si mise a sedere e vide che, in fondo ai piedi del letto, c'era un piccolo ospite peloso: Nijù, il Famiglio di Heylin.
- Hey, Nijù... - passò una mano sul suo soffice pelo e il gatto si svegliò, emettendo un miagolio di protesta. Il bel micio aprì gli occhi gialli e li fissò sulla donna. Si alzò stiracchiandosi e le si avvicinò, con la coda ben dritta. Le si mise in grembo e iniziò a fare le fusa, impastando brevemente le gambe dell'albina.
- Vuoi andare da Heylin? -
Al suono di quel nome, Nijù rizzò le orecchie e scese dal letto con un balzo, iniziando a miagolare e a girare in tondo, aspettando con ansia che Agape lo portasse da lei. La donna si vestì in fretta e preparò anche la sacca da viaggio. Guardò fuori dalla finestra e si accorse che era ancora molto presto; lei e Jakala sarebbero partite quando il sole avesse raggiunto un quarto del suo percorso ma in quel momento era appena l'alba.
Uscì dalla stanza preceduta da Nijù e seguita da Keraan, che le stava al fianco. Scesero al piano sottostante e si diressero verso la stanza dove dormiva Heylin. Il soriano, una volta arrivato davanti alla porta della camera, iniziò a graffiare sul legno e a miagolare, finché Agape non lo fece entrare. Lei e il lupo lo seguirono; l'albina, però, rimase sulla porta a osservare. Non voleva avvicinarsi troppo per non rivivere quegli incubi che avevano popolato la sua notte e poi voleva lasciarla riposare. Keraan, invece, si avvicinò alla ragazza e posò il muso sulle coltri, osservando il suo corpo esanime e il micio che si era acciambellato sul suo petto e aveva iniziato a fare fusa sonore, come se quel suono potesse in qualche modo svegliarla.
L'albina uscì, lanciando un ultimo sguardo alla donna che amava e raccomandando a Keraan di vegliare su di lei.

- Pronta per partire? -
Jakala la guardò e sorrise. - Certo che lo sono. -
Agape annuì ed evocò il suo scettro. Lo batté due volte a terra e le donne vennero avvolte dalle fiamme; in un batter d'occhio, si ritrovarono nel bosco, vicino al villaggio di Wa Leybet. L'albina entrò in contatto con il Capo villaggio e la avvisò che erano lì. Scesero le due soldatesse della volta precedente e le accompagnarono alla tenda di Wa Leybet. Come l'altra vola, entrò solo Agape; si sedette e attese che la donna le parlasse.
- Wa Agape, sono felice di sapere che state bene. Ho ricevuto la vostra lettera e ho valutato attentamente se acconsentire o meno alla vostra richiesta di soldati. Mi dispiace, ma per il momento devo respingerla. -
L'albina rimase un momento interdetta dalle sue parole, ma non fece trasparire nessuna emozione.
- Posso chiedervi il perché di questa decisione? -
- I miei consiglieri erano contrari, e non posso biasimarli, mettendo in conto gli ultimi avvenimenti. -
L'albina la guardò senza capire a cosa si riferisse. La donna guardò l'alleata con uno sguardo misto di preoccupazione e tristezza.
- Karua ci ha trovati, Wa Agape. -
La donna si lasciò sfuggire un gemito di sorpresa.
- Cosa? In che modo? -
Leybet scosse la testa, dicendole che non lo sapeva.
- Non siamo protetti dalla magia, non ci sono Shariwae con poteri nel nostro villaggio. Siamo sempre riusciti a nasconderci e a restare al sicuro anche senza di essa. Eppure, il Re e i suoi soldati maledetti sono arrivati fin qui. Io e la mia gente ci stiamo preparando per una guerra senza precedenti e dobbiamo essere certi di essere pronti, quando verremo a combattere al vostro fianco. -
L'albina la guardò riconoscente, nonostante non potesse darle una mano al Castello. Il suo villaggio era in pericolo e lei e i suoi guerrieri dovevano restare a proteggerlo.
- Capisco. Allora non starò qui a distrarvi dai vostri doveri. Se poteste indicarmi la strada per raggiungere il clan di Balinda ve ne sarei davvero riconoscente. -
- Certamente. Solo, ricordate che non sarà affatto facile convincerla a unirsi a noi. -
Agape annuì, ricordando le parole che le aveva detto la volta precedente. Sapeva che non sarebbe stato semplice, ma doveva provare. Ne andava della vita di troppe persone. L'albina uscì dalla tenda e riferì ciò che Leybet le aveva detto a Jakala.
- Coma ha fatto tuo... Damon a trovarle? A momenti non ci riuscivamo noi, come può essere successo? - chiese, mentre si guardava intorno per controllare che nessuno avesse sentito la prima parte del discorso. La Salvatrice avrebbe preferito che non si sapesse in giro che Damon fosse suo fratello. Dopotutto, nemmeno il sovrano avrebbe apprezzato che si sapesse che lui e la Strega Bianca fossero imparentati.
- Non lo so, ma penso centri la misteriosa Shariwa che lo aiuta. -
- Tu dici? -
- Sì, questo posto è intriso di energia magica, energia delle Shariwae. Probabilmente la magia di Balinda persiste, nonostante, a quanto pare, siano passati molti anni da quando ha aiutato questa gente a costruire il villaggio. -
- Capisco; una Shariwa potente e abile riuscirebbe a tracciarlo come hai fatto tu. -
- Beh... a questo proposito, non sono stata proprio io a trovarlo. Mi hanno dato una mano gli Antichi. Non sono ancora in grado di percepire l'aura magica delle persone che mi circondano, ci riesco solo in Astrale. -
La sciama annuì e le chiese quale sarebbe stata la loro prossima mossa. Agape le disse che Leybet avrebbe indicato loro la via per il clan di Balinda. Poco dopo, il Capo villaggio fece la sua apparizione e condusse le due alleate verso un passaggio fatto di rami e foglie che creavano un tunnel nascosto nel folto del bosco; dopo qualche metro, questo si interrompeva e le lasciava nel folto della foresta, che lentamente stava perdendo i suoi colori, diventando un'unica distesa marrone e rossiccia. A quel punto, videro Leybet bloccarsi.
- Perché vi siete fermata? -
- Mi dispiace, ma da questo punto in poi dovrete proseguire da sole. Ho promesso di non rivelare a nessuno il posto in cui si trova il villaggio. Dovete proseguire lungo il sentiero e poi affidarvi al vostro istinto, come avete fatto per trovare noi. Vi auguro buona fortuna e che Madre Natura possa vegliare su di voi. -
Le due donne la ringraziarono e continuarono il loro percorso. Si inoltrarono tra gli alberi ormai spogli, ascoltando ciò che il bosco diceva loro e sperando di raggiungere il più in fretta possibile la loro meta.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora