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Attendeva il ritorno dei suoi appena fuori dal Castello. Continuava a camminare avanti e indietro in preda al nervosismo. Keraan le stava vicino, osservandola con curiosità. L'ansia la stava divorando; avrebbe voluto dirigere lei l'operazione ma non le era stato possibile. Non poteva rischiare di attirare nuovamente l'attenzione su di lei, soprattutto non dopo quello che era successo nelle settimane precedenti: il suo irrompere a Karua per salvare Heylin, l'imboscata che aveva teso a quei soldati due giorni prima, per salvare Fergus. Doveva assolutamente mantenere un profilo basso se voleva proteggere il suo popolo da Damon. E per proteggerlo al meglio doveva essere trasparente e onesta. Avrebbe dovuto dire la verità a chi credeva in lei. Sospirò pesantemente: non sarebbe stato facile mettersi a nudo dopo così tanti anni di segreti gelosamente custoditi. Stava pensando a come organizzare il discorso quando i suoi pensieri furono interrotti da un rumore ritmico e veloce, che si faceva sempre più vicino.
"Zoccoli!"
La donna cercò di acuire la vista, per vedere chi stesse effettivamente arrivando.
- Wa Agape! - urlò qualcuno da una torre. - Gli arcieri sono pronti a colpire! -
- Aspettate! -
I cavalli stavano procedendo in direzione del maniero e Agape poté vedere che in testa c'era Alan, al comando dell'operazione, e al seguito aveva i soldati che avevano accolto: sui loro destrieri e altri cavalli c'erano donne, ragazzi e bambini. Agape tirò un sospiro di sollievo; ce l'avevano fatto e senza intoppi per giunta. O almeno così sembrava.
- Allora? E' andato tutto bene a Karua? - chiese la Salvatrice, quando furono abbastanza vicini. Alan scese dal suo destriero.
- Tutto sommato sì. Non abbiamo perso nessuno ma i soldati ci hanno scoperti. Non credo però abbiano capito che si trattava di un vostro piano. Penso che attribuirà questa fuga rocambolesca a qualche soldato dissidente; alla fine non è poi così lontano dalla verità. -
- Bene, almeno non punterà i suoi occhi su di noi per un po'. - "O almeno lo spero."
- Entrate, avanti, si sta facendo buio. E' tutto il giorno che state scappando, ora potrete riposarvi. -
Aspettò che entrassero tutti e, dopo essersi presentata ai nuovi arrivati e aver fatto gli onori di casa, si dileguò verso la Sala degli allenamenti. Quando vi entrò, non poté fare a meno di sorridere, vedendo come finalmente quella stanza immensa veniva sfruttata al meglio. C'erano almeno un centinaio di ragazzi e ragazze, uomini e donne che combattevano, con le fronti sudate e i volti corrugati in espressioni concentrate.
Nel momento in cui passò loro accanto, si fermarono e si misero sull'attenti in segno di rispetto. L'imminenza del discorso che avrebbe dovuto fare si insinuò strisciante nella sua mente. L'avrebbero ancora considerata degna di fiducia? L'avrebbero ancora aiutata in quell'imminente guerra? Oppure l'avrebbero lasciata sola? Scosse piano la testa per eliminare quei pensieri intrusivi. Non aveva bisogno di altra negatività. Si avvicinò ai due maestri e chiese loro gli ultimi aggiornamenti. A parte qualche ultimo arrivato, gli altri aspiranti soldati se la stavano cavando molto bene.
- Presto saranno pronti per destreggiarsi con armi vere e non più con questi stuzzicadenti. - le disse il Maestro Guard.
- Ne sono felice. -
- Se questi baldi giovani riusciranno a terminare il loro addestramento entro il prossimo plenilunio, il nostro esercito arriverà alle quattrocento unità circa. -
- Molto bene, sono lieta di sentirlo Maestro. -
Negli occhi dell'uomo c'era malinconia, come se qualcosa lo turbasse nel profondo.
- Vorrei poter essere più d'aiuto, vorrei poter partecipare alla battaglia quando sarà il momento ma sono consapevole della mia età e che i miei riflessi non sono più quelli di una volta. Vi chiedo perdono per questa mia... -
- Non ditelo nemmeno per goliardia Wan Guard. Voi siete un ottimo maestro e sono sicura che c'è ancora molto che voi possiate offrire a questo popolo. Il vostro compito su questa terra non si limita ai campi di battaglia. So che siete un ottimo fornaio, vi dilettate nelle miniature e presto diventerete nonno. Pensate a quanto potrete insegnare a vostro nipote. Non corrucciatevi se non potrete combattere. Quando questa guerra sarà conclusa potrete cucinare le torte più belle che questo castello abbia mai visto per festeggiare la nostra vittoria. -
L'ex soldato le sorrise e chiamò a gran voce i giovani – e meno giovani – dicendo loro che per quel giorno l'allenamento era terminato.
- Se non vi dispiace, ora che qui il mio compito di insegnante è terminato, le cucine hanno bisogno del mio intervento. -
La donna lo congedò con un cenno della testa e rimase per un po' nella sala vuota, guardandosi intorno. Sentì qualcuno avvicinarsi e si voltò per vedere chi fosse. Il cuore iniziò a palpitare e un sorriso spontaneo le affiorò sul viso.
- Heylin. Che cosa ci fai qui? -
- Vi stavo cercando. -
La giovane si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno e le sussurrò, con le gote rosse per l'imbarazzo – Mi mancavi. -
L'albina le si avvicinò e la strinse in un abbraccio. - Anche tu mi sei mancata. Mi dispiace non poter passare un po' di tempo in più con te ma i miei doveri di Salvatrice mi tengono lontana. -
- Non giustificarti. So che stai facendo di tutto per prepararci al meglio per la guerra. -
La fronte della ragazza era sudata e aveva il fiato corto. Agape la guardò preoccupata e le mise una mano sulla fronte.
- Agape... non ho la febbre, sono solo un po' stanca. E' tremendamente difficile usare questi bastoni per muovermi. -
Agape l'aiutò a sedersi su delle scalinate lì vicino, cercando di non farle sforzare la gamba dolorante.
- Immagino. La ferita come va? Ti fa molto male? -
- Se provo a muoverla mi duole un po' ma Kayla dice che sta guarendo bene. La sua magia aiuta molto, ma l'osso non è ancora del tutto saldato, quindi prima di poter camminare di nuovo dovrò aspettare almeno altre due settimane, se non tre. -
La giovane si lasciò andare a uno sbuffo di insofferenza e si guardò intorno. - Chissà quando potrò tornare a combattere. -
- Non prima di esserti ristabilita completamente. -
Heylin guardò Agape e stava per replicare ma il suo sguardo di fuoco la fece desistere. Sapeva che quando si trattava della salute dei suoi, la Salvatrice non ammetteva discussioni. La giovane la fissò negli occhi con tenacia, poi sorrise e le diede un bacio sulla guancia.
- Prima della battaglia mi sarò ristabilita completamente e potrò combattere al tuo fianco e insieme sconfiggeremo Damon. -
L'ansia tornò a impadronirsi della sua mente e il suo cuore si strinse in una morsa. "Damon". Prese un respiro profondo per cercare di rilassarsi ma non servì a nulla.
- Heylin, c'è una cosa che devi sapere. Questa sera terrò un discorso in cui... rivelerò parte del mio passato. E' importante per me e molte cose potrebbero cambiare. Vorrei che lo sapessi prima degli altri perché ho bisogno di un tuo consiglio. -
La giovane la osservò, notando come le sue mani stessero tremando in maniera incontrollabile e come la sua voce fosse incerta. Sembrava una corda tesa sul punto di spezzarsi.
- Io ho... -
- Eccoti qui! Ti ho cercata dappertutto! -
All'improvviso vennero interrotte da Kayla. Quando vide anche Agape fece una riverenza e sorrise.
- Perdonatemi se vi interrompo ma Heylin deve essere medicata. Non ci vorrà molto, giusto in tempo per l'ora di cena e poi potrete passare insieme tutto il tempo che vorrete! -
Agape cercò di non mostrarsi turbata da quella prospettiva ma, evidentemente, non riuscì a mascherare in maniera appropriata ciò che provava.
- Wa Agape, c'è qualche problema? -
- N-no, no, assolutamente. Andate pure, la tua salute viene prima di tutto. Parleremo dopo. -
L'albina aiutò la giovane a rimettersi in piedi e si offrì di portarla fin nelle stanze della guaritrice ma Heylin insistette perché facesse da sola. Così la Salvatrice rimase da sola nella sala, con i suoi pensieri a farle compagnia. Una compagnia tutt'altro che gradita.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora