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Karua era un piccolo regno molto isolato. Era circondato per tre quarti dai monti e a sud c'era il mare. Quasi nessuno che non ci abitasse andava a cercarlo, soprattutto perché si diceva che fosse abitato maggiormente da esseri maligni che praticavano la magia per i loro scopi.
Molto tempo prima della nostra storia, "streghe" e umani vivevano in pace e armonia. Il loro regno era prospero e il loro castello si trovava in mezzo ai boschi, a nord. Quelle donne dotate di poteri magici cercarono di far avvicinare gli uomini alla natura, alla loro religione fatta di canti, balli e piccole cose quotidiane. Ma gli uomini sembravano non capire e, come loro, alcune donne senza poteri. Dopo secoli passati a vivere uno di fianco all'altra, dopo anni di armonia e gioia, gli uomini iniziarono a temerle e invidiarle. Erano gelosi e spaventati dai loro poteri; gli uomini volevano poter comandare, non bastava condividere. Ma erano anche terrorizzati dalle loro doti.
A dar loro l'occasione di attaccarle furono alcuni stranieri che cercarono di insediarsi in quelle terre.
I "Senza poteri", come li chiamavano le Shariwae - pronome che stava a significare "donna con poteri speciali" in quelle terre - entrarono in contatto con gli invasori, mentendogli, parlando loro delle streghe, dei loro rituali malefici, di come richiamassero il Demonio nelle notti di luna piena.
Gli stranieri e i Senza poteri si allearono e, spinti dalla paura e dal disprezzo, i nuovi venuti chiamarono dei rinforzi dalla propria terra natale. Arrivarono circa diecimila soldati che, insieme ai nativi di quella terra, sgominarono le streghe. Loro tentarono una strenua resistenza, ma non vi fu modo di vincere per le Shariwae. Furono costrette a scappare per non essere catturate e molte furono uccise senza pietà. Il comandante delle truppe che avevano "liberato" quel paese dalle streghe, alla fine della battaglia si autoproclamò Re. Nessuno ebbe nulla in contrario, anzi, lo osannarono come un eroe. Anche coloro che avevano vissuto fianco a fianco con le Shariwae fino a qualche giorno prima, si unirono ai festeggiamenti.
Da quel momento in poi, gli insediamenti umani creebbero, togliendo sempre più spazio ai boschi. Si accorsero però che la Natura li ostacolava. Non li lasciava andare entro un certo limite. Se ci provavano, il giorno dopo trovavano tutto distrutto.
- Quel bosco è stregato, nessuno dovrà avventurarvisi per alcun motivo. - sentenziò allora il Re.
Per molti, Nemaro fu un sovrano giusto, che pensò sempre alla sicurezza del proprio popolo. I veri fatti furono infangati, negli annali di guerra non fu mai riportato il nome "Shariwa", ma solo "strega", "essere del Demonio" e "figlia del Diavolo". Il regnante impose la propria religione, basata su un Dio che regnava dall'alto dei cieli, giudicava chi fosse buono e chi no e su un libro sacro, tramandato nei secoli dei secoli.
Il regno di Nemaro durò diversi anni in cui si dedicò alla purificazione del territorio dalle creature malvagie. Per lui le streghe rappresentavano il male assoluto e sentiva che il suo compito era quello di estirpare il Male, di eliminare la corruzione da quelle terre. Si diede anima e corpo a quel compito, fino a cercare di raggiungere i pochi e rari insediamenti di streghe nei boschi. Sapeva che alcune si erano salvate e lui le voleva tutte morte.
Ignorando egli stesso il proprio ordine, con un manipolo di uomini al seguito, penetrò nel bosco - non prima però senza essersi fatto il segno della croce e aver pregato per la propria anima e per quella dei suoi uomini - per lui così oscuro e testimone di immani eresie.
Lui e i suoi uomini non fecero più ritorno. I loro corpi vennero ritrovati giorni dopo, trasportati dalla corrente del fiume, con segni di morsi animali su tutto il corpo, simboli arcani e bruciature anomale.
Da quel giorno in poi nessuno si sarebbe più avventurato tra quegli alberi e le abitazioni più vicine vennero abbandonate, per terrore di cadere preda di qualche maledizione.
Intanto, nel fitto del bosco, le streghe cantavano a Madre Natura, ringraziandola dei doni che ricevevano ogni giorno. E, soprattutto, di averle dotate di quei poteri straordinari che le aiutavano a sopravvivere. Mentre gli uomini ne avevano paura, le Shariwae li accoglievano a braccia aperte.
Nessun uomo entrò più in quel bosco per più di cinquecento anni. La prima a farlo fu una ragazzina in fuga.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora