- Avanti, resisti Kayla, presto troveremo un posto sicuro. -
La ragazza arrancava a fatica, rallentata dall'armatura che indossava. Il fianco le faceva malissimo, quasi non riusciva a respirare per il dolore. La vista le si appannò e perse l'equilibrio.
I suoi genitori le giorno subito affianco.
- Andate avanti senza di me... - sussurrò la giovane.
- Scordatelo! Ti porto io. -
Bert prese la figlia e se la caricò sulle spalle. Con fatica proseguirono nel bosco, guardandosi attorno per cercare un riparo, ma sembrava non esserci nulla.
- Bert, i soldati! Sono dietro di noi! -
L'uomo prese per il braccio la moglie e la fece nascondere dietro a dei cespugli folti, mentre lui depositava la figlia a terra e controllava che i guerrieri non li vedessero.
Un gemito di sorpresa di Linda lo fece voltare di scatto e quello che vide lo lasciò senza fiato. Si pulì gli occhiali nella camiciola e poi li rimise, non credendo ai suoi occhi. Un maniero. Non era molto lontano da dove si trovavano e forse avrebbero trovato qualcuno che li aiutasse.
Quando furono certi che i soldati avessero oltrepassato il luogo del loro nascondiglio, si alzarono e si diressero verso il castello.Agape si stava allenando con la spada nella sala del castello, quando Keraan arrivò di corsa da lei, uggiolando e abbaiando.
- Keraan, che succede? -
Lui fece dietro front e la donna lo seguì. La portò a una finestra che dava sull'entrata principale del palazzo e vide due figure avvicinarsi: le osservò attentamente e vide che erano un uomo e una donna; lui trasportava un'altra persona sulle spalle. Sembrava un soldato.
Vide sbucare dalla foresta almeno dieci soldati, tutti con le spade sguainate. Capì che quei tre viandanti erano in pericolo. Corse giù per le scale e, con un incantesimo, fece aprire il portone. Si avvicinò all'ingresso e chiuse gli occhi. Il sole era troppo forte per la sua vista, l'accecava. Ritornò in penombra, attendendo che i tre malcapitati oltrepassassero l'entrata.
L'uomo, appena fu dentro, si inginocchiò, depositando il soldato a terra e cercò di riprendere fiato. La donna, invece, si rivolse ad Agape: - Presto, chiudete il portone o entreranno! -
Intanto la giovane avanzava verso l'esterno, ancora al riparo dagli occhi dei soldati che correvano e si chiedeva come avrebbe potuto spaventarli. Trasmutandosi in un orso forse? In una bestia feroce?
"No" decise "si spaventeranno per quello che sono davvero: una donna potente."
Uscì e venne seguita da Keraan. Quando i soldati la videro le si gettarono contro. Non avevano paura della Strega Bianca! Keraan fu più veloce di Agape e atterrò un soldato ferendolo al viso. Lei, intanto, si destreggiava contro due guerrieri, mentre gli altri correvano verso il castello. Una volta abbattuti i due contro cui stava combattendo, tese una mano verso il maniero e fece chiudere il portone.
La donna si preparò a fronteggiare altri nemici quando sentì un guaito dietro di sè seguito da un dolore lancinante alla schiena, così forte da mozzarle il fiato. Decise che si era allenata fin troppo con la spada per quel giorno. Tese le mani ai lati del suo campo visivo ed evocò due fiammate che travolsero tutti i soldati, facendoli cadere nel burrone.
Stava per gettarsi dal suo famiglio, quando vide una mano ancora aggrappata al terreno. Si sporse per vedere il soldato che la guardava implorante.
- Vi prego, risparmiatemi! -
La donna lo guardò negli occhi, leggendovi terrore e disperazione. "Bene, ora sai cosa vuol dire sentirsi senza speranza."
Lo fissò un altro pò, poi andò da Keraan, controllando come stesse. Intanto il soldato gridava terrorizzato.
- Vi prego! Non voglio morire così, per favore, abbiate pietà! -
- Tu non ne avresti avuta con me, perché dovrei aiutarti? -
- Vi prego, farò tutto quello che vorrete, vi servirò fedelmente! -
Assicuratasi che il suo famiglio non fosse ferito gravemente, andò nuovamente dal soldato.
- Non ho bisogno di nessuno per ottenere ciò che voglio. Saluta il tuo Dio da parte mia. - e gli pestò la mano, finché quello non lasciò la presa e cadde.
Sentì gli occhi di Keraan fissarla.
- Che c'è? - gli chiese stizzita.
Lui emise un mugolio sommesso.
- Non sono stava cattiva, se la sono cercata! Lo sai che perdo ogni briciolo di pietà se qualcuno osa farti del male. -
Il lupo le si strusciò contro, trasmettendole affetto.
- È ora di conoscere i nostri ospiti. -
Rientrò nel castello e vide i due sconosciuti chini sul terzo, visibilmente preoccupati.
- Cosa succede? -
I due si voltarono di scatto con sguardo supplichevole.
- Ha bisogno di aiuto, è ferita. Vi prego Strega Bianca, abbiamo bisogno di voi. - disse la donna piangendo.
"Strega Bianca?"
Si sarebbe interrogata su quel nome più tardi, adesso aveva una persona da aiutare.
Si inginocchiò vicino al corpo della giovane e lo osservò attentamente. Aveva una grossa ferita sul fianco destro, il suo colorito era molto pallido. Controllò il battito del cuore, che risultò lento, troppo lento.
- Devo agire subito, o non sopravvivrà. Aiutatemi a portarla oltre quella porta. - disse loro, indicando una porta in legno, seminascosta di fianco al portone. La portarono in una stanza con al centro un tavolo, coperto di fogli, erbe e piccole bottiglie. Durante quegli anni da sola aveva potuto affinare le sue conoscenze e ora aveva imparato tutto sulle erbe che crescevano in quei boschi, anche grazie agli insegnamenti di Lajvika.
- Spostate tutto, devo esaminare la ferita. Voi, datemi una mano a toglierle l'armatura. - disse, rivolta ai genitori della ragazza.
Con fatica tolsero il ferro alla ragazza e la posarono delicatamente sul tavolo. Agape prese un coltello e tagliò la camicia che la ragazza indossava nel punto in cui era ferita. La pulì con dell'acqua e la osservò. Il sangue usciva lento e inesorabile. Temette che avesse lacerato qualche organo interno, come l'intestino o un rene. Osservò il viso della ragazza. Era pallido, sudato ma i lineamenti erano rilassati, segno che era incosciente. Controllò nuovamente il battito e il respiro. Lenti, troppo lenti. Le labbra stavano diventando blu e la sua pelle era fredda.
- Non posso curarla qui. Non ho gli strumenti adatti. -
Sui volti dei genitori si dipinse la disperazione.
- Da quant'è che ha questa ferita? -
- Dieci giorni. -
Agape si stupì. - Ne siete sicuro? È troppo tempo, dovrebbe essere già morta. -
A quel punto intervenne la madre.
- Fin da piccola, quando si faceva male, guariva prima degli altri bambini. È come un dono. È perfino sopravvissuta alla Puntinosi. -
Agape si meravigliò ancora di più. Non era una ragazza normale. Era una Shariwa.
- Devo portarla in un luogo speciale per quelle come me e vostra figlia. Lì potrò aiutarla. Venite anche voi, avvicinatevi. -
Evocò il suo scettro e, battendolo due volte a terra, vennero avvolti dalle fiamme.
In men che non si dica, si ritrovarono in mezzo al bosco, in riva a un lago. Agape prese la ragazza tra le braccia e la portò in acqua. Arrivò in un punto dove le arrivava alla vita e immerse la ragazza.
- Come si chiama? -
- Kayla. -
La donna chiuse gli occhi e iniziò a pregare.
- Mala, a ta juna xhi vok, akor ma prejua es don me ja prok de ceaxi ta juna Shariwa Kayla. - [*]
Sentì un'energia antica scorrere dentro di lei, sentì la forza degli Antichi alimentarla, un calore potente scaldarla da dentro. Infuse quel tepore nel corpo della ragazza e vide la sua ferita rimarginarsi. Sentì, attraverso il legame di guarigione, il battito di Kayla tornare forte e regolare. Interruppe il contatto quando vide la giovane aprire gli occhi.
La ragazza cercò di alzarsi, ma Agape glielo impedì. - Stai tranquilla. Ci penso io a portarti, ora devi solo pensare a riposare. -
- Dove sono? -
- Nei boschi di Karua e presto sarai nel castello delle Shariwae. Lì sarete al sicuro. -
Kayla si voltò e vide i suoi genitori che le sorridevano tra le lacrime. Si sentì tirare su e vide la Strega Bianca prenderla in braccio e depositarla delicatamente a riva.
- Vi ringrazio. Senza di voi sarei... -
- Non preoccuparti. Sei qui, è questo l'importante. -
La giovane guardava la sua salvatrice con insistenza, come a cercare delle corrispondenze.
- Non siete affatto come vi descrivono nel regno di Thyr. Siete molto più generosa e mite. E bella. -
Linda guardò la donna che aveva guarito sua figlia e le chiese: - Qual è il vostro nome? -
- Agape. Piacere di fare la vostra conoscenza. -
- Io sono Linda e lui è mio marito Bert. -
L'uomo fece una riverenza e ringraziò la Shariwa per il servizio che aveva reso loro.
- Ho solo fatto il mio dovere. -
Passarono qualche ora al lago, aspettando che Kayla si riprendesse e fosse abbastanza in forze per stare in piedi da sola. Nel mentre, anche Agape si stava riprendendo: tra lo scontro, la magia di trasporto e quella di guarigione aveva speso molte energie.
Toranrono al castello che oramai era sera. Il sole stava tramontando oltre i monti.
- Non vogliamo disturbarvi oltre. Domani mattina andremo a Karua e cercheremo di rifarci una vita. -
Ad Agape sfuggì una risata sommessa.
- Perdonatemi, ma andreste a ritrovarvi in un'altra gabbia da cui fuggire. Io sono scappata da lì. Potete restare al castello se vi va, è stato costruito per questo: accogliere le Shariwae in difficoltà. -
La famiglia si guardò perplessa e Kayla chiese - Cosa vuol dire Shariwa? -
- Significa "donna dalle doti speciali". -
- Come il mio dono con la guarigione? -
- Esatto. Credo che se ti allenassi potresti imparare a guarire non solo te stessa, ma anche gli altri. -
Kayla sentì qualcosa crescere dentro di lei. All'improvviso, si sentì speciale, come se fosse un segno.
- E voi potete inseganrmi? -
- Posso insegnarti le basi della magia. Per gli incantesimi, la portata e l'efficacia starà tutto a te. Ci vuole molto tempo prima di riuscire a padroneggiare correttamente il proprio Dono. -
- Il vostro qual è? - chiese la ragazza, sempre più curiosa.
Agape si voltò, sorridendole. Le mostrò il palmo vuoto e poi fece apparire una fiamma. La ragazza fece un passo indietro, un po' impaurita.
- Non devi avere timore. Non ti brucerà. -
Kayla si avvicinò alla donna e la guardò negli occhi. Al contrario di quanto Agape si aspettasse, non sembrava avere paura del suo sguardo, anzi. Sembrava che se ne sentisse confortata. La ragazza allungò un dito verso le fiamme, incoraggiata da Agape. Quando lo vide lambito dalle fiamme, istintivamente lo ritirò. Si fermò ad ascoltare cosa le dicesse il suo corpo e, sentendo che non arrivava nessun segnale di dolore, riprovò. Niente, nessun calore, nessun dolore.
- Wow, ma come fate? -
- Vedi, il fuoco è il mio elemento, e sono io a decidere se quello che creo può ferire oppure no. -
Bert e Lidia avevano guardato quella scena ad occhi aperti, increduli che il fuoco non bruciasse.
- Quindi, davvero possiamo restare al castello? -
- Certo! È anche casa vostra se lo desiderate. -
Kayla corse con l'energia di una bambina attraverso il portone e Agape la guardò divertita.
Entrarono tutti e quattro e la donna fece gli onori di casa. Mostrò loro le varie stanze, le sale, tutto quello che c'era da sapere sul castello.
- Da quanto tempo è che vivete qui? -
- Ormai sono cinque anni. Per tanto tempo Keraan è stata la mia unica compagnia. -
Il lupo le si avvicinò e poi guardò i nuovi venuti con sguardo saggio e indagatore.
- Stai tranquillo, sono dei nostri. - gli sussurrò la sua Shariwa. Rassicurato dalle sue parole, si avvicinò alla più giovane e iniziò ad annusare i suoi vestiti. Lei fece per accarezzarlo, ma un ringhio sommesso la fece desistere.
- Aspetta che sia lui a darti il permesso di toccarlo. Non è un cane, o un altro animale domestico. È un Famiglio, trattalo con rispetto, come faresti con una Shariwa. -

STAI LEGGENDO
Le streghe di Karua
Fantasía~ CONCLUSA ~ ~ DA REVISIONARE ~ Agape è la Strega per eccellenza, la megera che terrorizza Karua; per i suoi abitanti ella non è altro che un essere maligno, senza anima, mandata dal Demonio per distruggerli. Per le Shariwae, invece, rappresenta una...