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La notizia della nuova incoronazione e le promesse del re avevano creato un clima di tensione al Castello delle Shariwae. Non ne parlavano apertamente, ma avevano paura.
Agape cercava di mostrarsi forte e determinata, continuava con la solita routine, cercando di rassicurare la sua gente. Una mattina, mentre dava una mano nelle cucine, venne chiamata da una giovane soldatessa.
- Mi dispiace interrompervi, ma abbiamo trovato un messaggero di Karua che cercava di arrivare fin qui. Ha detto di voler parlare con la Strega Bianca e quindi lo abbiamo portato con noi... -
Tutti quelli che stavano lavorando in cucina si guardarono spaventati.
- Conducimi da lui. -
La donna seguì la guerriera.
- Forse non avremmo dovuto portarlo qui al Castello, la situazione è già tesa... -
- Non preoccuparti Yvonne. Tu e la tua squadra avete agito come ritenevate più giusto e va bene così. È un uomo solo? -
La ragazza annuì.
- Bene, non sarà un problema gestirlo. -
Si avvicinarono alla Sala del Trono e vide l'uomo legato ai piedi della scalinata che portava allo scranno. Gli si avvicinò e chiese:
- Sei tu che volevi parlare con la Strega Bianca? -
- Sì, sono io. -
- Non sono in molti ad avventurarsi per il bosco e a voler parlare con le streghe. Chi sei e, soprattutto, cosa sei venuto a fare qui? -
- Io sono Beril. Mi trovo al vostro cospetto per volere del re Damon. Vorrebbe discutere con voi di alcune questioni importanti. Se me lo permettete, vi accompagnerò personalmente da lui. - 
- Di che questioni si tratta, di grazia? -
- N-non ne sono stato informato, m-mi dispiace... non ne so più di voi. -
- E se rifiutassi di incontrarlo? -
- Beh... ecco... n-non mi ha dato disposizioni su questo fronte, i-io credo che... -
- Che muoverebbe il suo esercito contro di me e contro la mia gente, giusto? -
L'uomo la guardò impaurito. La Strega aveva un tono di voce calmo, ma faceva gelare il sangue nelle vene.
- Credo di sì. -
- Molto bene, verrò con te e avrò un colloquio col tuo re. A patto che tu non provi a giocarmi qualche brutto scherzo durante il tragitto. In quel caso, l'unica cosa che arriverà a Karua sarà la tua testa, hai capito? -
Il pover uomo annuì, pallido come un cencio.
- Vi accompagneremo noi, Agape. -
- No, andrò da sola. - disse, guardando la soldatessa. - Sono perfettamente in grado di prendermi cura di me stessa. Inoltre, è più di una questione politica per me. -
I soldati non osarono fare domande. Sapevano quanto Agape tenesse alla propria privacy.
- Come desiderate. - rispose un soldato.
La donna uscì dalla stanza e tornò nelle cucine a dare una mano, con un'espressione indecifrabile sul viso.
- State bene? -
Agape guardò chi le aveva posto la domanda e incontrò gli occhi sinceramente preoccupati di Kayla. Le sorrise e le disse che andava tutto bene.
- Non è per immischiarmi nei vostri affari, ma...-
- Ma? -
- Ecco, vorrei sapere cos'è che vi turba tanto. Quando viene nominato il nuovo re di Karua il vostro sguardo si adombra in maniera quasi paurosa e...-
Vide che la giovane arrossì.
- Vai avanti, ti ascolto. -
- Sono preoccupata per voi, non mi piace vedervi così ombrosa e con una tale rabbia negli occhi. È come se...-
- Il mio animo prendesse fuoco? - le chiese sorridendo, mentre impastava quello che poi sarebbe diventato pane, fragrante e soffice.
- Sì, è così. - assertì Kayla, cercando lo sguardo della Salvatrice, nascosto da una ciocca di capelli candidi.
I loro sguardi si incrociarono e per la giovane fu come se le scrutasse l'anima. Quegli occhi rossi, così magnetici, la attiravano in una maniera tale da farle tremare le gambe. Sentiva che avrebbe potuto perdersi in quelle fornaci per giorni e giorni, fino alla fine dei tempi, fino a che il sole non avesse smesso di sorgere e tramontare, fino a che la luna non avesse smesso di mutare, mese dopo mese. Quelle emozioni la travolsero come un cavallo in piena corsa, seguiti da pensieri che mai avrebbe esternato a parole e che difficilmente avrebbe considerato realizzabili. Quel sentimento che provava era presente fin dal primo giorno in cui l'aveva incontrata, fin da quando si era svegliata nel lago e il primo volto su cui il suo sguardo si era posato era stato quello della donna. Non si chiedeva se fosse giusto o sbagliato provare quelle sensazioni, non aveva mai messo in dubbio che fossero sincere e pure. Ma non aveva idea se Agape la ricambiasse o se l'avrebbe mai ricambiata.
Ripresero a cucinare, tra il chiacchiericcio concitato delle altre persone lì dentro.

Le streghe di KaruaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora