Capitolo 39

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Mancano ancora dieci minuti prima di dover ritornare in sala e continuare a preparare la coreografia e così nel frattempo che aspetto, me ne sto seduta, con la testa appoggiata al tavolo cercando di distrarmi un po'.
Le parole che Sangio mi ha appena detto, continuano a ripetersi nella mia testa, ed io cerco di aggrapparmi ad esse per scacciare via quei brutti pensieri ... ma sembra trattarsi di una battaglia già persa in partenza.
Perché è così difficile credere di essere bella e speciale per qualcuno?
Quando alzo lo sguardo all'orologio, però mi rendo conto che si sono fatte le due del pomeriggio e il tempo di farmi schiacciare dalle paranoie è finito.
Con il borsone in spalla, corro in sala sei e una volta dentro vedo già Simone e Giulia pronti per iniziare.
" ora ci lavoriamo un po' la coreo, cerchiamo di trovare la sensazione che dobbiamo avere nella coreografia, okay? " parla Simo, mentre prendo i tacchi rossi e li infilo ai piedi.
" ti metti infondo alla sala e verso di me fai la camminata " continua a dirmi lui, capendo così subito quale sia l'obiettivo di questa cosa.
Vuole aiutarmi a trovare la sicurezza necessaria, ed essenziale nello stare sui tacchi.
" femmina! " incita, prima di darmi il via.
Quando parto, dopo pochi soli passi, immediatamente mi viene da ridere per la vergogna, perché so che sono davvero imbarazzante da vedere e infatti subito Simo, mi ferma.
" allora, la cosa che manca di più è il fatto che tu ti senta bella ... deve trasparire quanto tu credi in te stessa, quanto ti fidi di te stessa, quanto ti senti figa. Osa, rischia! Capito? " mi domanda e messa al muro dalle sue parole annuisco semplicemente.
Come posso far trasparire quelle cose se non le sento?
" è si? Oppure no? Perché hai gli occhietti proprio in giù... che pensi? " Chiede, vedendo la mia espressione, dopo avermi rivolto un leggero sorriso di conforto.
" sto pensando che devo farlo, però che mi vergogno, perché ho paura di farlo male e di risultare come mi vedono in tanti, ridicola. " confesso guardando in basso, incapace di dire quello che provo a testa alta.
" perché? Tu ti guardi e ti vedi ridicola? "
" si. C'è tipo all'inizio della coreografia, ogni volta che la proviamo non mi guardo mai allo specchio. O tengo gli occhi chiusi o guardo da un'altra parte. E poi comunque con questi ai piedi, sento che è più facile cadere nel ridicolo. "
" se la camminata adesso la facessi verso il muro, in modo che tu non ti vedi senza specchio, ti sentiresti più a tuo agio? " mi domanda Giulia, accanto a Simone prendendo per la prima volta, da quando è in sala, la parola.
" forse un po' di più " rispondo anche se titubante.
Non so se sia il guardarmi o meno allo specchio a fare la differenza, ma come sto dentro io e quello che la mia mente pensa di me stessa.
" proviamo " esclama allora Simo e così ancora una volta con i tacchi ai piedi, faccio la camminata, tenendo però questa volta lo specchio alle mie spalle.
" no " afferma subito dopo che termino, voltandomi nella sua direzione.
" lo so "
" perché lo sai che è no? "
" perché mi sono ... no, non lo so Simo ... non lo so "
" facciamo una cosa Giuli, sediamoci a terra e proviamo a parlare un po' a cuore aperto d'accordo? Voglio la sincerità... tira fuori tutto quello che senti e che pensi" 
Non appena tocco il pavimento, faccio un respiro profondo, ed evitando di guardare i due professionisti, che stanno dall'altra parte del plexiglas, davanti a me, cerco di trovare il coraggio di raccontare e spiegare al meglio, quali sono le mie sensazioni.
" è sempre la stessa cosa alla fine, se già mi vedo e non mi piaccio io, allora so che è scontato che non piaccio neanche agli altri... c'è nel senso, se io adesso stessi anche qua da sola e la provassi, guardandomi allo specchio, non mi piacerei a prescindere capito? Se io mi vedessi diversa magari sarebbe diverso. "
" quindi il problema sei tu? " domanda Simo, colpendo dritto nel mio cuore.
" io sono stata tanto giudicata "
" quando? "
" a scuola ... dagli undici ai tredici "
" quindi alle medie? "
" si "
" ti hanno bullizzata? " chiede Giulia Pauselli, con tono dolce guardandomi teneramente.
Difronte a questa domanda, annuisco e sopraffatta dal dolore, che ancora mi porto dentro, scoppio a piangere cercando con il braccio di coprirmi.
Loro restano fermi e in silenzio, come a volermi dimostrare che rispettano questo mio crollo e che non mi giudicano e qualche minuto dopo, non appena riesco a calmare i singhiozzi, guardo Simone, che è diventato una sorta di fratello e consigliere e dai suoi occhi comprendo la sua vicinanza e quanto anche lui sia provato da questo momento.
" Giuli... che cosa ti dicevano? " mi domanda, volendomi aiutare a tirar fuori una volta per tutte, i traumi che da anni mi accompagnano.
" mi prendevano in giro per tutto, sia l'aspetto fisico che il carattere, che per le difficoltà che avevo o anche per il fatto che non vivevo una vita, tra virgolette, come loro ... "
" in che senso come loro? "
" io avevo uno scopo, cioè il pomeriggio non è che uscivo con gli amichetti e andavo al parco o che ne so in giro, a casa degli altri ... io appena uscivo da scuola, andavo a danza e anche per il fatto che non andavo mai alle feste, mi escludevano. Stavo sempre da sola anche in classe ... "
" come reagivi tu quando i tuoi compagni ti facevano questo? "
" andavo in bagno, oppure facevo finita di niente, o facevo finta di non sentire o rimanevo là in classe con la testa bassa "
" senti ancora il peso di quelle parole oggi? "
" si "
" però Giuli, invece di avere questi blocchi anche qua , vivila come il tuo riscatto rispetto a tutte queste vicende che hai vissuto quando eri più piccola. C'è sicuramente quelle persone che ti prendevano in giro, adesso staranno dicendo ' guarda Giulia che ha fatto ' ... " afferma la ballerina professionista, avvicinandosi di più al plexiglas, per farsi sentire meglio.
" voglio fare un esercizio " esclama ad un tratto battendo le mani e alzandosi in piedi Simone.
" eccalla "
" ti metti davanti allo specchio, ti guardi sul serio, proprio negli occhi e ti dici tutto quello che tu non ti senti. Convinci te stessa che sei tutto il contrario."
E così seguo quanto mi ha detto di fare e una volta seduta, osservo la mia immagine riflessa e noto immediatamente gli occhi rossi a causa del pianto.
Poi abbasso lo sguardo.
Non ci riesco.
" Dì a te stessa tutto quello che non ti dici Giù " continua Simo vedendomi in difficoltà, per poi allontanarsi e far partire Blu part di Elisa.
Alzo così nuovamente gli occhi allo specchio e poi con le mani ai lati del viso, come a volermi un po' nascondere, incomincio a dire quelle parole che non mi sono mai detta, che anche il solo pensarle mi ha sempre fatto strano e inevitabilmente senza riuscire a controllare la mia testa, ripercorro tutti quei momenti, quelle prese in giro, quegli insulti che hanno spezzato il mio cuore, rendendomi tanto fragile.

' hai visto che denti che ha? È orrenda '
" sei bella. " sussurro, con gli occhi lucidi.

' è proprio una bambina, pare abbia due anni sta qua'
" sei donna. " continuo, dopo un respiro profondo.

' è tanto infantile, si vede che è irresponsabile '
" sei matura. " asserisco, annuendo con la testa.

' guarda ora piange, che femminnucia! È proprio debole, non riesce a reggere niente' 
" sei forte. " dico a me stessa, stendendo le braccia lungo il corpo.

' non sei adatta per stare con noi, ti sei vista? Ma guarda poi come ti vesti '
" sei giusta. " parlo, alzando la testa.

' ma chi ti vuole? Non vali niente '
" sei importante. " esclamo, dopo aver chiuso gli occhi facendo cadere una lacrima.

' sentite come ride...imbarazzante. E poi vuole fare la ballerina, che stupida questa '
" non sei sbagliata. " affermo in fine, lasciando uscire un sorriso sincero sul mio volto.

La musica in sottofondo si spegne e dopo essermi sdraiata sul pavimento, mi giro dove c'è Simone, in piedi con la borsa tra le mani, pronto per tornare a casa visto che ormai si è fatta sera, che mi osserva dolcemente.
Non dice niente, annuisce e basta e io faccio lo stesso.
Ci siamo capiti, pur non parlando...
Questo é un inizio, é il mio inizio.


•••••••••
Ci tengo tanto a questo capitolo, perché credo che tutte viviamo di insicurezze e di paure. Penso che almeno una volta nella vita ognuna di noi abbia pensato di non valere nulla o si sia vista brutta.
Quando era uscito questo daytime ricordo di aver pianto perché mi ci sono rivista tanto in Giulia, infatti, anche se a livello artistico mi è sempre piaciuta tantissimo, credo di aver iniziato davvero a legarmi a lei a livello umano dopo questo daytime.
E penso che l'esercizio che le fece fare Simone l'abbia davvero un po' aiutata e chi lo sa potrebbe aiutare anche noi, infatti perché non metterci davanti ad uno specchio e dirci tutto quello che non ci siamo mai dette?
Io proverò a farlo.

Vi ricordo di continuare ad ascoltare le canzoni di Sangio e prepararvi a votare Giù e Sangio sabato!
Hanno bisogno di noi!
Non possiamo perderci in altri voti se no rischiamo di vedere nuovamente al terzo posto Sangio!

Ah e sorpresa!
Verso le 17,30/18 arriverà un altro capitolo!!
Baci 😘😘😘

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