Mi sveglio sentendo uno strano caldo, sarà l'inizio dell'estate. Mi alzo non avendo più sonno, sono le nove in punto ed è domenica. Con ancora il pigiama vado in cucina, la colazione è già pronta e la mia famiglia è a tavola."Buongiorno fiorellino!"
Sorride Sybil. Mi siedo accanto a lei con un sorriso, Ingrid mi versa del caffè in una tazza, ed appoggia davanti a me un piatto di uova e bacon.
"Grazie"
La ringrazio con un sorriso. Mio padre legge il giornale, non sta nemmeno attento a ciò che succede intorno a se. La mamma invece sfoglia una rivista di fiori e decori e segna con una penna rossa ciò che vuole comprare. Non ho potere decisionale sulla scelta delle decorazioni del mio matrimonio, tanto meno la scelta del vestito. In pratica sono la bambolina che mia madre vestita e muoverà a suo piacimento. Sta mettendo su proprio un bello spettacolo, devo dargliene atto.
"Rayan Hale mi ha chiesto di uscire"
Interviene Sybil. I miei le danno poca corda, mentre lei si aspetta qualcosa di più di indifferenza. Mi guarda sperando in una reazione positiva, vorrei poterla incoraggiare ma Rayan Hale è uno stronzo, oltre che uno degli scapoli più ambiti del Upper East Side, ma anche uno dei più viziati. Non gli interessa lavorare, perché tanto suo padre gli copre le spalle sempre. Mark Hale è il rettore della NYU, mentre sua moglie insegna psicologia ed ha uno studio tutto suo.
"Potresti avere di meglio"
Borbotto contrariata. Sarà l'ennesima delusione per lei, e quella che dovrà raccogliere i cocci sarò io. Sybil è fragile ma ha tanta voglia di essere amata, per questo si butta tra le braccia di uomini sbagliati.
"Gli Hale sono molto prestigiosi Sybil. Non te lo far scappare!"
La incoraggia mia madre. Alle volte penso proprio che sia interessata più alla notorietà ed alla ricchezza, che alle sue figlie. Il mio matrimonio con Jake è una prova tangibile.
"Ti va di andare a fare shopping più tardi?"
Mi chiede con occhi da cucciolo. Non sopporto le giornate di shopping, non con lei. È troppo dispotica. Se non trova un vestito che le piace inizia a sbraitare con me, come se la colpa fosse mia.
"Sì beh è un ottima idea Sybil. Dobbiamo ancora comprare i nostri abiti, i gioielli... vengo con voi ragazze"
Esclama mia madre entusiasta. Immagino la mattinata che si prospetta davanti a me. Mia madre che si comporta come una ragazzina e sfila credendosi una gran gnocca, mentre Sybil piange nei camerini perché ha qualche complesso sul suo fisico.
"Passo. Vorrei preparare alcune cose prima di partire, così a Settembre non avrò nessun problema con la Powell"
Mia madre alza gli occhi al cielo, torna subito a guardare la sua rivista, mentre Sybil invece sembra dispiaciuta. Termino la colazione fissano il vuoto e pensando alla prossima domenica, sarà il giorno più brutto della mia vita, quello in cui verrò messa in catene da Jake. Scappo via non appena ho terminato la colazione. Passo la giornata ad oziare in camera, ascolto un po' di musica, guardo un paio di episodi di una serie tv ed alla fine mi addormento. Il campanello suona più volte, penso che sia Sybil che ha perso le chiavi, di nuovo. Corro verso di essa e la apro. Jake mi guarda sorridente, è vestito con un completo. La giacca la tiene su un braccio e sembra avere davvero caldo.
"Va tutto bene?"
Si allenta il nodo della cravatta e scuote la testa. Devo ammettere che ha il suo fascino con il completo.
"Fa un caldo che si muore, ed in oltre sono appena tornato dall'ufficio. Ho ordinato cibo d'asporto, e temo di non poter finire tutto da solo"
Conosco Jake da abbastanza tempo per capire ciò che sta facendo. Mi sta corteggiando, nonostante domenica ci sposeremo. Sta facendo tutto ciò che va fatto per dimostrarmi il suo impegno in questo finito matrimonio.
"Sono sicura che tuo fratello..."
"Sto cercando di rendere questa cosa meno imbarazzante per entrambi. Mangiamo, parliamo, e poi potrai tornare qui"
Promette con uno sguardo sincero. In effetti ho fame e Jake ha davvero più cibo di quanto ne può mangiare, a giudicare dai sacchetti pieni di scatoline in alluminio.
"Bene. Ma me ne vado quando voglio"
Afferro le chiavi dal gancio accanto alla porta, e ne la chiudo alle spalle. Indosso un paio di shorts ed una maglietta oversize di qualche band sconosciuta, il che rende questa cena tutt'altro che un appuntamento. A pensarci bene potevo mettermi qualcosa di più carino addosso. Se mia madre mi vedesse vestita così, accanto a Jake Price, darebbe di matto. Saliamo al 83esimo piano, la vista da qua su è strabiliante. Mi fermo davanti ad una delle enormi finestroni del pianerottolo a guardare il panorama. Sono nata e cresciuta a New York, eppure ogni volta che la guardo dall'alto resto meravigliata. Seguo Jake nel suo appartamento, all'inizio è tutto buio, ma poi accende la luce.
"Benvenuta nel mio appartamento... beh sarà anche tuo tra qualche giorno"
Ammetto che è decisamente più grande del nostro. Accanto alla porta ci sono delle scale di ferro battuto nere, che portano al soppalco. C'è un piccolo corridoio ammobiliato con un mobile in legno, sopra di esso c'è un piatto di ceramica dove Jake butta le chiavi. Si muove verso la prima stanza della casa, ovvero la cucina a vista con il salotto. I muri sono coperti di mattoni rossi, bellissimi, che si mescolano perfettamente con il bianco di alcuni muri ed il parquet. La cucina è ampia, di un grigio metallizzato con una isola in marmo nero. Mentre nel salotto c'è un grande divano a L color crema, un tavolino di vetro molto semplice, una tv appesa al muro di mattoni ed un tappeto grigio. Tutto molto minimal. O forse Jake non si è disturbato ad arredarla con oggetti ornamentali.
"Wow, è proprio una caverna da scapolo"
Mi avvicino ad una delle finestre del salotto, sono troppo pulite, così tanto che sembra di cadere giù.
"Perché dici così?"
Lancia la giacca sul divano, si toglie la cravatta e fa lo stesso con essa. Afferro la giacca e la piego in modo molto più ordinato.
"Per prima cosa, perché tratti un Armani come se fosse uno straccio. E poi perché la potenza dell'uomo si percepisce dallo spazio vuoto e piuttosto triste"
La sua giacca è impregnata dal suo profumo, cosa che apprezzo particolarmente. Sa di muschio e un odore legnoso, da puro maschio. La rimetto sullo schienale del divano, ma con molto più ordine.
"Beh mio fratello ha provato ad arredare meglio di così, ma onestamente è inutile. Ci passo quattro ore o poco più, non mi servono le candele e quegli aggeggini di cristallo"
Mi scappa una risata che non riesco proprio a trattenere. Jake va verso la cucina e mi offre un bicchiere di vino. Non ci capisco molto di vini,così mi fido di lui
"Brindiamo alla caverna da uomo"
"E agli aggeggini di cristallo"
Aggiungo prima di bere un sorso di vino. Jake apparecchia l'isola con un paio di tovagliette di plastica, due piatti e due forchette. Ci sediamo sugli sgabelli in ferro, accostati all'isola, ed iniziamo a mangiare il cibo messicano, super piccante, che ha comprato.
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Because I love you
ChickLitJake Price è uno scapolo molto ambito nel Upper East Side. È l'amministratore delegato della Global Corporation, è ricco, bello e di buona famiglia. La sua vita si incrocerà con quella di Blue Morris. È una ragazza sicura di se, piena di sogni ed am...