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JAKE

Sotto lo sguardo severo di mio padre mi sento piccolo, è sempre stato così. Al liceo creavo qualche problema, cose da poco come la macchina del preside ricoperta con la carta igienica, facevo sesso nei bagni, bevevo alle volte. Le solite cazzate che fanno gli adolescenti. Mio padre mi metteva in castigo, ma arrivata anche a picchiarmi. Con la cintura sul sedere o sulla schiena. Ogni singola volta aveva lo sguardo che ha adesso, mentre è seduto davanti a me. Beve il whiskey, lentamente, mantenendo sempre lo sguardo su di me.

"Hai intenzione di dire qualcosa, oppure resterai a fissarmi per tutta la sera?"

"Non mi parlare con quel tono, hai fatto una cazzate enorme, e quel Francese di merda se n'è approfittato!"

Faccio fatica a non alzare gli occhi al cielo, ciò scaturirebbe una reazione ben peggiore di quella che ha appena avuto, vorrei evitare le scenate in un luogo pubblico.

"Non è una cifra esagerata, possiamo rientrare con le spese in sei mesi, anche meno. Mi hai detto di fare tutto il possibile, ed io l'ho fatto. Anzi, in realtà Blue ha chiuso l'affare"

Mio padre butta giù il whisky tutto d'un fiato, dopodiché borbotta parolacce sottovoce. La società di Koch guadagna il doppio di quello che ho speso, non capisco tutta questa rabbia. Ho fatto ciò che mi ha chiesto, eppure è deluso.

"Che cazzo ti salta in mente? Quella ragazzina sa a mala pena distinguere una calcolatrice da un cellulare!"

Sbatte un pugno sul tavolino di legno, il rumore è abbastanza forte da sovrastare la musica del ristorante, e ad attirare l'attenzione di alcuni commensali.

"Sei un coglione, pensavo di averti fatto entrare qualcosa in quella testa di cazzo!"

"La società è mia, io siedo ogni mattina alla scrivania nell'ufficio del ultimo piano. Tu non puoi prendere alcuna decisione, mentre io sì! Volevi quella società ed io l'ho presa, quindi che cazzo vuoi ancora da me!"

Mio padre rimane in silenzio per qualche istante, abbassa lo sguardo al suo bicchiere di Whisky, ormai vuoto, e sospira.

"Se entro sei mesi non avrai raddoppiato la cifra che hai speso..."

"Cosa? Mi togli la mia società? Tu non vali più un cazzo in quell'ufficio, me l'hai ceduta, mi hai dato il comando ed ora fatti da parte, altrimenti la chiuderò, e con i soldi che ricavo me ne faccio un altra!"

Detto ciò me ne vado, senza salutarlo ne guardarmi indietro. Mi pento per un attimo di averlo trattato in quel modo, ma Blue ha ragione. Deve capire che lui non è più al comando.

Torno a casa più veloce del vento. Ho bisogno di una doccia e di una sana dormita. Non appena varco la soglia sento della musica Pop, credo sia Post Malone. Blue compare dalla cucina con una mia maglietta, i capelli disordinati sulla testa e della farina su una guancia. È un immagine perfetta, sono felice di tornare a casa dopo una serata di merda e trovare mia moglie. Suona ancora così strano, eppure Blue mi sta facendo innamorare del matrimonio. Mi viene incontro con un sorriso, mi prende per mano e mi porta in cucina. Ad aspettarci c'è un macello, ma anche un buon profumo.

"Ho fatto la torta alla crema di pesche. Tua madre ha detto che è la tua preferita. Per tua fortuna sono un ottima cuoca"

Non ascolto una sola parola di quello che dice, sono troppo impegnato ad osservare la sua pesca che compare da sotto la maglietta. Allungo le mani ed afferro i suoi glutei, poi li stringo.

"Ma che fai?"

Ridacchia mentre si gira a guardarmi. Preme il corpo contro il mio e mi guarda dal basso. Con il pollice le pulisco la farina sulla guancia, e lei mi ringrazia con un sorriso.

"Fammi assaggiare la pesca"

"La torta.. vorrai dire"

Sussurra in imbarazzo. Mi piego verso il basso e raggiungo il suo viso con il mio, le bacio le labbra il più delicatamente possibile, perché è questo che si merita Blue. Il suono del nostro bacio schiocca nella stanza. Blue si tira indietro, taglia un pezzo di torta e me lo porta tra le labbra. È ancora calda ed ha un profumo buonissimo. Il sapore è anche più buono.

"Assaggia la crema"

Blue intinge l'indice nella crema di pesche, dopodiché se lo passa sulle labbra. Mi basta questo bacio alla crema per perdere completamente la testa. La sollevo dal pavimento e mi faccio strada verso la camera da letto. Non penso più a mio padre, alle mie parole dure ed alle sue spregiative. Ci siamo solo io e Blu e questo mi basta. 

Spazio Autrice
Salve, anche oggi pubblico in anticipo. Ieri non siamo andati a vedere Titanic, perciò ci andremo stasera. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. xx Eni.

Because I love you  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora