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BLUE

La cena con i nostri genitori è stata un completo disastro, tanto per iniziare mia madre ha fatto la stronza come suo solito. È sempre stata una donna fredda nei confronti delle altre persone, indifferente ai bisogni altrui. Non ho ricordi nitidi della vita prima della morte di Bryce. Ma qualcosa mi dice che anche allora mia madre era una stronza con gli altri. Stasera in mia madre ho visto invidia, probabilmente perché Bernice ha un figlio a capo di una società. Mentre lei ha due figlie con una carriera incerta ed un figlio morto. Ciò mi porta a pensare, se Bryce fosse ancora vivo le cose sarebbero diverse? Se mio fratello avesse preso le redini della Morris Press, che cosa sarei io? Sono sempre stata un rimpiazzo, Sybil non ha mai avuto intenzione di lavorare nella società, per questo ha lasciato il college un anno prima. Perciò tutte le responsabilità sono cadute sulle mie spalle. Io e Gordon ci aspettiamo grandi cose da Blue, le parole di mia madre mi rigirano nel cervello da tutta la sera. Mia madre parlava delle stesse cose che spettavano a mio fratello, quelle che avrebbe dovuto fare da figlio maggiore, e perciò io sono stata il suo rimpiazzo. L'unica scelta rimasta.

"Va tutto bene?"

Jake esce dal bagno dopo aver fatto la doccia. Si passa una mano tra i capelli bagnati che poi passa sul asciugamano ancorato alla sua vita.

"No io... stavo pensando alla cena disastrosa"

Faccio fatica a mandare giù il nodo in gola, non saprei spiegare l'emotività in questo momento. Potrebbe essere solo tutto lo stress che mi cola addosso come olio bollente. Non riesco a levarmelo di dosso, mi si attacca alla pelle e mi lesiona lentamente.

"Non è andata così male, i nostri padri non vanno molto d'accordo quando si parla della Morris press, anche in ufficio facevano così"

Jake si infila un paio di boxer e sopra ad essi un paio di pantaloncini da basket. Si sdraia accanto a me sul letto, dopodiché solleva un braccio e mi invita ad appoggiare la testa sul suo petto. Lo faccio perché in questo momento ho bisogno di conforto e Jake è l'unico nella stanza oltre a me.

"Non parlo di loro, ma di mia madre. Ciò che ha detto e come si è comportata. Non mi ricordo una singola volta in cui mi abbia coccolata con amore. Io non ricordo nulla di amorevole su di lei. È stata una madre fredda e distaccata, ha sempre fatto solo lo stretto necessario e per il resto ci hanno pensato le varie tate. E stasera mi ha fatto capire che io non sono indispensabile per lei. Non sono ciò che tu sei per tua madre"

Jake mi guarda per tutto il tempo in cui parlo. È difficile da spiegare, eppure Jake capisce comunque. Allunga una mano e mi accarezza una guancia, poi appoggia un bacio sulla fronte come a cena. È un modo carino per consolarmi, e stranamente ci riesce.

"Mi dispiace tanto Blue"

È sincero mentre lo dice. Mi allungo quando basta per baciarlo, mi sembra la cosa più giusta da fare. Jake non comanda come suo solito, lascia che sia io a spingere la lingua tra le sue labbra e a rendere il bacio un po' più spinto.

"Grazie"

Sussurro a qualche centimetro dalle sue labbra rosse. Jake mi sorride, così io mi giro dandogli le spalle e spengo la luce per dormire. Mi sento meno appesantita da tutta questa questione, so per certo che arriverà un momento in cui io e mia madre litigheremo pesantemente, ed a quel punto entrambe diremo cose che forse ci aiuteranno a liberarci di molti sassolini. Il braccio di Jake si posa sui miei fianchi e la sua mano preme contro il mio stomaco. Mi attira verso il suo corpo, ed incastra le gambe tra le mie. Devo ancora abituarmi a questo, ma è una bella sensazione sentire qualcuno accanto a me per tutta la notte.

*****

A svegliarmi è la voce di Jake, apro gli occhi appena in tempo per vedere Jake vestirsi di fretta con il cellulare imprigionato tra l'orecchio e la spalla.

"Sì cazzo ho capito. Chiuderò quel contratto entro stasera, a costo di spendere una fortuna"

Mette giù la chiamata, dopodiché afferra le scarpe e se le infila altrettanto velocemente.

"Hey..."

"Torna a dormire, sono le sei"

Jake si avvicina a me, preme le sue labbra sulla mia fronte, poi si precipita fuori dalla stanza. Lo seguo il più velocemente possibile, lo trovo in cucina che traffica con il frigo. In bocca ha un muffin, mentre nella mano destra una Banana un po' acerba.

"Si può sapere dove stai andando?"

"A Monco, Blue. Tod Koch ha deciso di vendere la sua società ai Giapponesi, peccato che aveva in ballo un contratto con noi, già pronto per essere firmato. Ci aveva detto di far passare l'estate e ne avremmo parlato a settembre. Mio padre vuole quella fottuta società, perciò adesso vado a Monaco e gli offro il venti percento in più dei Giapponesi"

"Quanto starai via?"

"Quanto servirà"

È troppo generico e la cosa non mi piace affatto. Non voglio fare quella che rompe le palle e gli sta attaccata, ma sento che questa distanza non farà bene al nostro rapporto.

"Jake..."

L'uomo mi supera, va verso la porta d'ingresso ma io la sbatto prima che possa uscire.

"Perché non ci va tuo padre? Mi lasci qui da sola con i miei genitori ed i tuoi sul piede di guerra?"

"È lavoro, Principessa. Se vuoi la società di tuo padre in mano abituati a questi viaggi"

Mi sposta delicatamente dalla porta e la apre. Non sono disposta a fare questa cosa ogni volta, lui che se ne va la mattina presto e non si fa sentire per giorni. Jake afferra un borsone accanto alla porta e se lo butta in spalla.

"Ma io sono tua moglie, Jake. Il nostro matrimonio è un po' in crisi non credi?"

Lo seguo nel vialetto, con solo l'intimo addosso. Non mi interessa attirare l'attenzione. Jake apre la macchina, butta il borsone nel bagagliaio, poi si siede nel sedile anteriore.

"Mi dispiace Piccola, sono l'amministratore delegato, non posso lasciare questo compito alla mia segretaria"

"Allora portami con te a Monaco!"

Jake mi guarda per un istante. Preferirei stare con lui chiusa in una stanza piuttosto che con i miei genitori ed i suoi. Immagino le frecciatine di mia madre, il malumore di mio padre e l'assenza di Sybil per la sua scappatella estiva con le sue amiche. So per certo che è in qualche isola caraibica immersa di alcol e piselli.

"Datti una mossa cazzo, comprerai qualcosa da mettere a Monaco"

Sorrido vittoriosa, dopodiché corro in casa per prepararmi. Mi lavo la faccia e mi vesto così velocemente che rischio di inciampare un paio di volte. Per fortuna quando esco di casa trovo Jake ancora parcheggiato che parla al telefono con suo padre. Mi fa segno di muovermi, così allungo il passo ed insieme sfrecciamo verso l'aeroporto.

Because I love you  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora