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BLUE

È strano vedere Jake Price vestito casual in un fast food da quattro soldi, al polso ha un enorme Rolex che attira molto l'attenzione. Ha ordinato un doppio cheeseburger con patatine grandi, ed una birra scura. Io invece ho ordinato un semplice Hamburger con le patatine ed una Coca Cola.

"Dimmi un po', principessina... quanti ragazzi hai avuto e con quanti hai fatto sesso?"

Jake solleva un sopracciglio mentre mi guarda, per accentuare meglio la sua domanda così impertinente. È vero che domani ci sposeremo, ma questo argomento mi mette comunque a disagio.

"Non so... un paio"

Ricordo tutti gli uomini i con cui sono stata. Tre per la precisione, il primo era un mio compagno di classe in terza superiore. È stato sesso scadente, doloroso ed il giorno dopo quel ragazzo nemmeno si ricordava di me. Il secondo invece è stato una storia estiva. Abbiamo fatto sesso per tutta l'estate, nella pausa tra il liceo ed il college. Mi ha sempre chiamata Betty, per qualche strano motivo. E l'ultimo invece è stato importante. Si chiamava Luke, era premuroso, dolce, amorevole. Siamo stati insieme un anno, poi lui ha deciso di stravolgere la sua vita. All'inizio era solo per un mese, un viaggio in Asia per studiare la cultura e la storia. Poi però si è innamorato della città, e della vita che avrebbe condotto in Cina. Così mi ha lasciata e si è trasferito a tempo indeterminato.

"Un paio? È quello che dici a tutti?"

Jake mi prende in giro con un sorriso beffardo, prende una manciata di patatine unte e se le porta alla bocca, tutte insieme.

"Non ti credo"

"Tua madre non ti ha insegnato a mangiare a bocca chiusa?"

Domando forse un po' troppo acida. Jake beve un lungo sorso di birra guardandomi negli occhi, poi schiocca la lunga sul palato e si lecca le dita.

"Tre in tutto, sono stata con tre ragazzi. Tutti abbastanza mediocri e poco importanti"

Eccetto per Luke, ma questo non glielo dico. Lui solleva le spalle, probabilmente non gli interessa con quanti sono stata, vuole solo stringere un rapporto.

"Io sono stato con..."

"Non lo voglio sapere, amo questo Hamburger e voglio finirlo"

"Stavo per dire una decina di ragazze. Ma non ce n'è stata mai una importante. Erano tutte affascinate dal mio portafoglio e dal mio nome"

Jake mi osserva, cerca di capire che cosa sto pensando, o forse se la sua storiella strappalacrime ha funzionato. Beh, la risposta è no. Jake è superficiale, forse anche più di quelle ragazze.

"Pensi mai a tuo fratello?"

Sollevo lo sguardo dal mio panino unto e guardo Jake. Il mio cervello cerca di capire come siamo arrivati a parlare di mio fratello, e cosa c'entra con questa storia, ma proprio non ci arrivo. Jake sembra pentirsi di quella domanda, beve qualche sorso di birra e controlla l'ora sul suo Rolex.

"Perché me lo chiedi?"

In famiglia abbiamo smesso di parlare di Bryce. Ha avuto un incidente in auto, si è spezzato l'osso del collo, che ha lacerato parte della pelle. Io ero piccola quando è successo, ho qualche ricordo di Bryce nei miei ricordi, era un bravo fratello maggiore.

"Perché io ci ho pensato, oggi. Ho pensato che magari ci avrebbe dato la sua benedizione"

"Jake io... non mi va di parlarne"

Avevo cinque anni quando Bryce ha avuto l'incidente, quando l'ospedale ha chiamato i miei genitori nel cuore della notte. Dalla mia cameretta sentivo le urla di mia madre, e mio padre che le diceva di calmarsi, che avrebbe svegliato me e Sybil. Ricordo i giorni dopo, mia madre era un fantasma. I suoi occhi erano spenti, assenti. Sembrava una bambola, seduta composta ma con un espressione vuota nel viso. Gli occhi sempre velati di lacrime, le occhiaie nere. Ricordo il funerale e ricordo che Jake era presente ad esso. Era ferito anche lui, aveva un braccio rotto e metà faccia viola.

"Scusami... è solo che Bryce era il mio migliore amico ed ora mi sto sposando con te"

"Non parlarne davanti ai miei genitori, non fare il suo nome durante il matrimonio o in presenza di mia madre. Lei... ne soffrirebbe troppo"

Jake annuisce con un cipiglio sul viso. Spero abbia capito davvero, non voglio che il giorno del mio matrimonio sia più traumatico di quanto già non è. Il suo cellulare squilla nella tasca dei jeans, Jake mi fa segno di aspettare un attimo e risponde.

"Sì?... cosa? Ma sto cenando con.... Ok va bene, un'ora e sono lì"

Rimette il cellulare in tasca e mi sorride. Immagino che i suoi amici famosi abbiamo organizzato qualcosa per lui.

"Senti Jake Price, se vuoi andare in uno strip club con qualche tuo amico donnaiolo io non me la prendo"

Jake termina il suo panino con un morso, mastica con le guance piene, aspetta di ingoiare e poi parla.

"Niente affatto, ti ho portata fuori a cena per conoscerti realmente. Non mi interessano le spogliarelliste, voglio che il nostro matrimonio funzioni"

La sua testardaggine è positiva ma anche negativa, questo significa che non mollerà l'osso tanto facilmente.

"Quanti figli vuoi?"

"Sul serio, vuoi parlarne davvero?"

Jake annuisce mentre finisce la sua birra. Si abbuffa di patatine mentre io lo fisso. È disgustoso come mangia, è veloce ed ingordo. Non si gode il sapore di questa cena, la divora senza pietà.

"Non lo so, due"

"E basta?"

Spalanco gli occhi incredula. E basta? Non ha idea di che sforzo ci voglia per mettere al mondo un figlio. Iniziando dal parto, continuando poi con tutte le paure e le ansie di essere un bravo genitore. Ripenso subito a Bryce ed a come mia madre ha sofferto della sua perdita. Io non potrei mai farcela.

"Ti quanti figli vuoi?"

Alza la mano e mi mostra quattro dita, con la bocca piena di patatine e gli angoli delle labbra sporchi di salse.

"Quattro!"

Esclamo un po' troppo forte. Jake sghignazza divertito da questa mia reazione. Mi sta prendendo in giro, ancora. Non potrei mai avere quattro figli e gestirli tutti al meglio. Per non parlare delle condizioni del mio corpo una volta finito. Assolutamente no, non mi farò incastrate con quattro ragazzini.

"Te lo puoi scordare, il massimo che potrei concederti sono due figli, un gatto ed un cane"

"Sono allergico al pelo dei gatti, ed il cane non può vivere in un appartamento di Manhattan, ha bisogno di un bel giardino ed aria fresca"

Iniziamo a parlare di ciò che ci aspetterà da domani. Dalla gestione dei soldi, alla casa che avremo. Devo ammettere che la vita con Jake non sembra poi così male, se vogliamo ignorare il numero infinito delle sue amanti, ed il fatto che non c'è nemmeno un briciolo di sentimento tra di noi. Per tutta la sera Jake non fa altro che prendermi in giro. In metropolitana ci sediamo, ma Jake è molto protettivo con me, mi tiene un braccio sulle gambe e fulmina qualsiasi uomo che mi guarda per più di qualche secondo. Mi riaccompagna a casa, e poi sgomma al suo addio al nubilato, pieno di donnine nude ed alcol.

Because I love you  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora