<<Seguitemi, vi mostro una parte non ancora aperta al pubblico>> le disse Stringer mentre guidava Charlotte verso un'ala dell'edificio quasi deserta. Le luci si fecero più soffuse, diverse porte in velluto rosso si seguivano lungo un corridoio che portava ad un'ampia sala circolare. Qualche cameriere si affrettava verso la sala principale con vassoi carichi di bollicine (che presto sarebbero finite nella pancia del signor Mallon).
La sala era quasi buia, se non fosse stato per l'enorme cupola in vetro che sovrastava le teste di Stringer e Charlotte. Quel soffitto trasparente lasciava entrare la luce naturale della luna, contornata da minuscoli puntini luminosi. Era come se qualcuno avesse acceso milioni di stelle appositamente per i due visitatori.
<<Cosa è questo posto?>> chiese Charlotte col fiato sospeso e a testa in sù per la meraviglia. Stringer la guardò quasi compiaciuto, attratto più dallo sbalordimento della sua accompagnatrice che dalla bellezza di quella sala.
<<Sarà presto una sala per l'opera, manca il palco ed è completa. Con la particolarità che il soffitto offrirà uno spettacolo unico quasi quanto l'azione degli attori>>.
Charlotte abbassò lo sguardo verso il giovane e lo fissò con aria ironica. <<Cosa diranno non appena noteranno, perchè lo faranno, che ci siamo allontanati insieme e soli? Ammettetelo, volete alimentare i pettegolezzi della signora Campion!>> Charlotte aveva capito che Stringer, quella sera, era deciso ad avere la sua attenzione, persino la sua ammirazione. Voleva sorprenderla e lei, senza saperne la ragione, decise di stare al gioco stuzzicandolo.
Lui le si avvicinò fino a pochi centimetri dal volto. <<E se non fossero solo pettegolezzi? Se io desiderassi che si tramutino in realtà?>> glielo disse mentre la guardava negli occhi con sicurezza. Charlotte lo capì: non era più l'affabile amico sempre presente, pronto a darle conforto per il suo cuore sventurato. Era un uomo che la desiderava. Non riuscì a tenere quello sguardo così ardente, arretrò di un passo.
<<Signor Stringer... vi prego...>>
<<No signorina, sono io che vi imploro di mettere fine a questa tortura. E' da quando vi ho incontrato a Sanditon che attendo di guardarvi negli occhi in questo modo, senza provare vergogna per i miei sentimenti, senza temere il vostro rifiuto. Ritrovarvi a Londra è stato un segno del destino, mi ha ridato la speranza di osare ciò che non osai mesi fa>>.
<<Signor Stringer, frenate un attimo>> lo disse sperando di sovrastare il battito violento del suo cuore. Eppure Susan l'aveva avvertita, per quanto lei avesse negato a sè stessa quella verità. Ciò che la sconvolse era la sua reazione: non era pronta a sentire le gambe tremare dopo quella confessione. Le mani le sudavano, i pensieri si confondevano così come le sue convinzioni. Fece un profondissimo respiro per raccogliere le parole giuste. Se mai c'erano.
<<Voi, mio caro Stringer, sapete più di chiunque altro che il mio cuore si trova in una situazione precaria. Io...>>
<<Non importa - la interruppe lui - non voglio che mi assicuriate la certezza dei vostri sentimenti. E nemmeno che la neghiate totalmente. So dove è diretta la vostra mente, so da chi è occupato il vostro cuore. Ma credo anche che dobbiate conoscere le alternative a tutto ciò, perchè forse potrebbero suggerirvi che il vostro affetto è mutato. Non datemi risposta... Vi prego. Per me è già un sollievo avervi finalmente aperto il mio cuore. E' vostro, signorina... Interamente>>.
Charlotte rimase ancora senza fiato, ma stavolta non era il soffitto stellato ad averle tolto il respiro.

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Sanditon, pt. 2
RomantizmL'ultima puntata della bellissima serie tv "Sanditon" ha lasciato me e molti amanti della Austen con l'amaro in bocca. Non è attualmente prevista una seconda stagione e, Convinta che Jane Austen non avrebbe mai permesso un finale che vede due innamo...