Il risveglio

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Gli ultimi raggi del sole avevano abbandonato la stanza di Georgiana, fu necessario accendere diversi lumi per non relegare l'ambiente nella totale oscurità. Charlotte passeggiava tra la stanza e il corridoio per distendere i muscoli intorpiditi dalla tensione di quelle ore. Era rimasta seduta accanto a Georgiana frizionandole il corpo per ore, col risultato che la temperatura era finalmente scesa e il dottor Jenkins si era pronunciato con un lieve ottimismo su un risveglio della paziente non troppo lontano. Solo i crampi le davano ancora il tormento, facendola irrigidire di tanto in tanto con dei lamenti.

Sidney non era riapparso, segno che probabilmente si era abbandonato a quella stanchezza che prima o poi avrebbe preso il sopravvento persino sulla sua angoscia. Charlotte d'altra parte non riusciva a trovare ristoro in nessuna posizione, così si era data ad una maratona circoscritta al corridoio appena fuori dalla camera di Georgian, fin quando il dottor Jenkins non le suggerì (Charlotte non seppe dire se con sincerità o ironia, viste le basse temperature all'esterno) di continuare il suo improvvisato sport fuori casa.

<<Vi ringrazio per la proposta, ma non mi sentirei serena se mi allontanassi da Georgiana, o almeno non per ora>> gli rispose. Intuì, ma forse era solo prevenuta, che al medico avrebbe fatto comodo liberarsi per qualche minuto di quella sentinella irrequieta e snervante. Ma Charlotte non riusciva a star ferma, i pensieri la tormentavano, le salivano come bisce dai piedi e invadevano ogni spazio del suo corpo. Avrebbe solo voluto che Georgiana si svegliasse, che il medico o Sidney stesso le dicessero quali sospetti così cupi nutrivano sulla sua situazione. Sin da quando si trovava lì dentro aveva sentito odore di misteri, di frasi lasciate a metà che le impedivano di dedurre indizi consistenti. Rifletteva su queste cose mentre si accostava alla finestra per osservare la strada, parte di un quartiere molto rumoroso nelle ore diurne per via delle carrozze che lo animavano. Fuori qualche lampione aveva illuminato la via, la sera era ormai calata del tutto, e intorno improvvisamente c'era solo calma e quiete, come se la città stesse entrando lentamente nel suo letargo notturno. Anche Charlotte trovò tranquillità in quell'istante, percepiva un silenzio che le scaldava il cuore, senza capirne il motivo. Il lamento di Georgiana la fece voltare verso il letto, mentre osservava la sua amica muoversi nel sonno. Jenkins le si avvicinò parlandole a bassa voce. Solo dopo qualche secondo Charlotte udì una voce che non era affatto quella del medico. 

<<Ho sete>> stava dicendo con fatica Georgiana.

                                                                                             *

Le labbra di Georgiana erano aride, segno che era fortemente disidratata. Charlotte, dopo il momento iniziale di shock emotivo, si lanciò sulla sua amica con gli occhi pieni di lacrime. Il dottor Jenkins stava già provvedendo a riempire il bicchiere posto accanto al comodino per idratare la sua paziente.

<<Georgiana, mia cara Georgiana...>> ripeteva Charlotte con la voce rotta, stringendole le mani e portandole al suo petto, mentre si muoveva avanti e indietro come in preda a una convulsione di felicità.

<<Co.. cosa fai qui? Sto morendo?>> chiese Georgiana con un filo che rimase sospeso tra lei e l'orecchio di Charlotte che le si era accostata per sentire. Questa si girò verso di lei scioccata per quella domanda, ma poi si ricordò anche che Georgiana non sapeva nulla del suo arrivo a Londra perchè, travolta da questo drammatico malessere, non aveva avuto modo di leggere alcuna lettera al suo arrivo. 

<<Sciocca no! Cosa vai pensando? Sono qui già da un mese, ospite di lady Worchester, non pensare a nulla di tutto ciò!>> rispose Charlotte ridendo e stringendole la guancia teneramente.

Georgiana sorrise, per quanto le fosse possibile, a quelle rassicuranti parole, mentre il signor Jenkins guardava quel rallegrante duetto in cui voleva certamente essere introdotto per poter dare finalmente da bere a Georgiana. Si palesò con un colpo di tosse e finalmente le due amiche si resero conto della sua presenza.

<<Oh sì, Georgiana bevi un po'>> si spostò subito Charlotte per aiutarla a sollevarsi. Jenkins così ne approfittò per presentarsi alla giovane donna, poichè Georgiana aveva perso quasi subito conoscenza al suo arrivo e non aveva avuto nemmeno il tempo di intravederne il volto. Lo scrutò per un attimo con diffidenza, si avvicinò al bicchiere che le porgeva e bevve giusto un paio di sorsi per accasciarsi sul cuscino esausta per lo sforzo.

<<Bene, farete progressi lentamente è certo, ma vi chiedo di bere innanzitutto quanto più possibile, per accelerare un minimo questo processo, o la vedremo dura>> disse il medico con tono fermo. Georgiana, che non gli aveva staccato gli occhi dal volto, rimase muta a quell'ordine dato con cortesia ma al tempo stesso fermezza. Aveva una voce davvero in grado di stregare chiunque.

<<Ora devo farvi qualche domanda- continuò lui- e scusatemi se non mi soffermo sui convenevoli, ma è davvero importante per completare il quadro delle mie ipotesi circa ciò che vi è successo. Avete dolori all'addome?>>

<<Non mi hanno dato tregua fino a quando ero cosciente, dottore>>

<<E suppongo anche dopo, visto come vi lamentavate signorina. Vi ricordate anche un senso di nausea?>>

<<No, ma ho la gola in fiamme ora che ne parliamo...>>

<<Questo non lo avrei escluso. Bene. Vi ricordate di aver vomitato durante il viaggio?>>

<<Sì, forse un paio di volte ci siamo fermati, in concomitanza col peggiorare anche dei miei crampi.>>

<<Singorina Lamb, ora dovete forzarvi di ricordare: avete mangiato o bevuto qualcosa di insolito rispetto alla solita vostra alimentazione? E badate, con insolito non intendo un bicchiere di troppo o qualche piatto elaborato.>>

<<Mi scusi dottore, ma dovete restringere ulteriormente il campo se volete delle informazioni di cui non so fornirvi i dettagli.>>

<<Sarò diretto allora, signorina: avete assunto per conto vostro qualcosa di non convenzionale, o di illecito, per danneggiarvi?>>

Charlotte, che fino ad ora aveva seguito il botta e risposta paziente e silenziosa, si girò di scatto verso il dottor Jenkins, turbata da quella domanda che aveva appena rivolto alla sua amica.


Sanditon, pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora