Rimediare ai malintesi

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Durante la visita il giovane Stringer si guardava intorno distrattamente, mostrando questo o quel punto con aria svogliata. Il sorriso eccitato di poco prima si era trasformato in una smorfia simile ad un broncio. Charlotte e Susan, che avevano captato il repentino cambiamento, tentavano di scuoterlo con domande dettagliate, sperando che l'architettura risvegliasse in lui un certo vigore. Il posto in effetti meritava davvero grande attenzione, nonostante gran parte degli arredamenti fosse ricoperta da pesanti teli (probabilmente per proteggerli da polvere e colori). Meravigliosi candelabri di cristallo scendevano dal soffitto, brillando anche a candele spente come nebulose dorate. Tavolini e poltrone, posti al centro della sala e anch'essi ricoperti dai teli, lasciavano vedere i piedi in legno laboriosamente intarsiato. Spiccava il marmo nero dei pilastri e del pavimento, così lucido che Charlotte poteva quasi specchiarsi. 

Stringer continuava a mostrare l'ambiente con un interesse calante, mentre in Charlotte si rafforzava la sensazione che qualcosa lo disturbasse nel profondo. Possibile che l'incontro di poco prima lo avesse indisposto? Sapeva che dopo le vicende di Sanditon, Stringer non nutrisse la stessa cordiale simpatia verso i Parker. Che fosse questa la ragione del suo turbamento? Eppure si erano già incontrati altre volte, al ballo e al pranzo del signor Mallon.                        Quando proprio questi sbucò dalla sala accanto - inaccessibile a chiunque per ora, perchè non sarebbe stata inaugurata insieme al resto del locale - Charlotte provò un sollievo la cui durata si esaurì in fretta. Sperava che Mallon potesse ribaltare le sorti di quell'infelice tour, invece si limitò a rapire Susan  per portarla a vedere dei magnifici specchi <<in via del tutto confidenziale>> ancora in attesa di essere collocati nelle pareti. Dunque la situazione era destinata non solo a rimanere immutata, ma anche a peggiorare: erano solo Charlotte e Stringer a girarsi intorno in quell'immensa sala, con un crescente imbarazzo. Poichè non era nella natura di Charlotte mantenere discorsi sottintesi o silenzi incomprensibili, si decise ad indagare sul motivo di quell'annuvolamento nel volto del suo amico. 

<<Signor Stringer ho notato che il vostro umore è cambiato, se il mio intuito non mi inganna devo attribuirlo all'incontro durante la nostra passeggiata?>>

Stringer si girò come se finalmente si fosse risvegliato dal suo annichilimento, abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. 

<<Coraggio, con me potete aprirvi. Ci siamo sempre parlati con molta sincerità, perchè è su questo che si basa la nostra amicizia. Dico bene?>> lo esortò Charlotte.

<<Avete detto bene, signorina Heywood. E poichè il mio pessimo carattere rischia di rovinare questa bella giornata insieme, è giusto che vi dica la verità>>

<<Avevo inteso ci fosse una tensione dopo l'incontro con il signor Parker. E' per il cantiere di Sanditon, i lavori, poi l'incendio...?>> azzardò Charlotte.

<<Diciamo che queste brutte vicende hanno di certo indebolito la mia stima nei confronti della famiglia Parker. Di certo non attribuisco a loro la colpa dell'incendio, di mio padre... Ma a volte mi ritrovo a pensare che quel cantiere abbia portato solo guai>>

<<Capisco e non vi biasimo per i vostri sentimenti, non so cosa significhi perdere il padre in circostanze simili, durante il lavoro...>> Charlotte non sapeva come proseguire.

<<Signorina stavolta però il mio malumore non è dato da questi ricordi. La signora Campion, le sue parole...>> stava per proseguire quando Charlotte, sorpresa che anche Stringer condividesse con lei il fastidio di quelle stupide insinuazioni, lo bloccò per un braccio e iniziò una crociata contro Eliza.

<<Non troverete persona più d'accordo di me, mio caro amico! Non tollero il suo atteggiamento di superiorità, e la sgradevolezza dei suoi modi è superata solo dalle detestabili insinuazioni che si ostina a fare su di noi!>>. A queste parole Stringer ebbe un altro abbassamento di tono, un segno di sconfitta gli si dipinse in volto.

<<Non sono le insinuazioni di quella signora a destabilizzarmi, ma... la veemenza con cui voi le avete smentite. Mi dispiace che vedervi accostata alla mia compagnia vi recasse un tale fastidio>>

Charlotte sbattè gli occhi ancora più sorpresa di prima, se possibile, aprì la bocca e la richiuse senza alcun risultato.

<<Mi avete chiesto voi di essere sincero, signorina>> le disse lui vedendola perplessa.

<<No certo, sì anzi... Avete fatto bene>> disse Charlotte con più convinzione. Non aveva pensato che la sua reazione avrebbe potuto ferire quel giovane la cui sensibilità era ben nota a Charlotte. Come aveva potuto lasciare che il suo orgoglio la travolgesse, come sempre, per farsi scudo da Eliza e colpire chiunque intorno? 

<<Signor Stringer, mi dispiace se il mio carattere impulsivo vi abbia fatto credere che io detesti essere vista in vostra compagnia. Se mi conosceste, dovreste sapere benissimo che è una delle cose che apprezzo di più. Ma non tollero gli sciocchi commenti di una persona che pensa di saperne meglio di tutti, anche sulle cose più personali. E soprattutto, non voglio che la nostra amicizia diventi uno dei suoi pettegolezzi da salotto>>.

Charlotte vide che quella spiegazione rincuorò Stringer: se ne accorse dal viso che finalmente tornava a distendersi. In fondo proprio lui, come pochi altri, sapeva quanto Charlotte fosse trasparente nelle sue esternazioni. Senz'altro le reazioni di quella mattina verso Eliza non avevano nulla a che fare con loro due.

Sanditon, pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora