Rientrata in sala, Charlotte dovette fingere un terribile mal di testa per convincere Mallon e chiedere a Susan di rincasare prima. La sua amica non se lo fece ripetere due volte, sarebbe tornata a casa volentieri poichè l'inaugurazione aveva già svanito i suoi intrattenimenti per i gusti di Susan. In carrozza Charlotte non riuscì a trattenere le lacrime. Coprendosi il viso con le mani ancora inguantate di raso, esplose in tutta la sua esasperazione. Raccontò ogni cosa a Susan, dalla dichiarazione di Stringer ("perchè dovete sempre aver ragione, Susan?") fino alla furiosa conversazione con Sidney.
L'amica assisteva afflitta a quel fiume di insofferenza, per la prima volta forse si sentiva inerme di fronte ad un cuore i cui pezzi sembravano irrimediabilmente in frantumi. Le strinse le mani e continuò a guardarla con tenerezza, fino a quando Charlotte smise di piangere e raccolse tutta la risolutezza di cui era capace.
<<Credo di dover rientrare a Willingden. Sebbene il mio spirito sia combattuto per il desiderio di stare con voi, la voglia di scappare mi suggerisce che è l'unica scelta per non danneggiare ulteriormente me stessa>>. Susan non potè far altro che acconsentire, trattenerla in una gabbia di dolore era aldilà di ogni suo egoismo di avere accanto l'amica prediletta. <<Nessuno vi tratterrà qui, nemmeno il mio affetto per voi. Se questo è troppo, andate. Tornate a casa quando volete>>.
I preparativi per il rientro iniziarono l'indomani dalla festa. Charlotte era a Londra ormai da più di un mese e, sebbene non si fosse abituata del tutto allo sfarzo di quella casa, aveva trovato il suo spazio confortevole tra la biblioteca, la sala della colazione, l'angolo del camino. Ognuno di questi luoghi era segnato da momenti di condivisione con Susan, dalle loro calorose e intime conversazioni, dalla sincerità delle parole che si scambiavano. Non senza una fitta di dolore dunque Charlotte raccoglieva le sue cose, per riporle nel bagaglio che riportava a casa. Un bagaglio fatto soprattutto di ricordi ed emozioni che avrebbe pensato (e in parte sperato) di non vivere più. Scelsero che sarebbe ripartita a metà settimana, prima Charlotte voleva dedicarsi al congedo dalle persone che l'avevano accolta con calore. I signori Baxton non poterono nascondere il dispiacere per l'improvvisa partenza, tanto che Charlotte si commosse quando le strapparono la promessa di andare a trovarli nella loro residenza estiva verso giugno.
Molto difficile fu dare la notizia a Stringer. Era andato in visita da lei proprio due pomeriggi dopo l'inaugurazione, voleva convincerla a fare una passeggiata al parco e rompere l'imbarazzo naturale dovuto alle forti parole di quella sera. Charlotte fu silenziosa per gran parte del tempo, lasciò al suo accompagnatore il ruolo di intrattenitore principale. Era disinvolto ed allegro, come se la sua appassionata dichiarazione non avesse cambiato nulla tra loro ma, anzi, aveva rafforzato il coraggio di mostrarsi felice di vederla. Era libero finalmente da un fardello. Le raccontò della fortunata serata al caffè Mallon e di alcune conoscenze che sperava gli avrebbero fornito future collaborazioni.
<<Il signor Mallon vi stima così tanto che credo vi vorrà sempre al suo fianco per le prossime imprese>> rispose Charlotte con sincera fierezza. Stringer rimase in silenzio ma il suo sorriso compiaciuto parlava da sè. Poi rise ancora più forte e disse: <<Tuttavia dubito che ricorderà anche solo il mio nome, dopo la quantità di vino che ha assunto e che credo stia ancora smaltendo>>. Risero entrambi.
<<Beh dunque sembra che si sentirà parlare molto di voi, signor Stringer>>.
<<Motivo per cui mi aspetto che non vi allontaniate da Londra tanto presto...>>
A quelle parole Charlotte cambiò in viso, interrompendo quella spensieratezza che per un attimo l'aveva attraversata. Era così affezionata a quel ragazzo, così grata per ogni gentilezza e persino per non aver fatto menzione della scorsa sera. Dubitava che avrebbe trovato in chiunque altro un altruismo simile a quello di Stringer: si era aperto a lei senza chiedere nulla in cambio, senza la pretesa di piazzarsi chissà in quale classifica nel suo cuore. Charlotte sapeva che non avrebbe potuto ricambiarlo con quell'intensità che sperava, e questo le faceva male tanto quanto sapere di non essere ricambiata da Sidney.
<<Signor Stringer in realtà il mio soggiorno londinese è destinato a finire molto presto, e non sapete quanto mi mancherà tutto questo quando sarò via...>> lo disse mentre le parole le morivano in gola, non era nemmeno certa che fosse riuscita a pronunciarle.
<<Sciocchezze, abbiamo ancora tempo per arricchire il nostro repertorio signorina Heywood!>> rispose lui col solito ottimismo che evidentemente gli aveva impedito di cogliere bene.
<<Non molto purtroppo, tra due giorni torno a Willingden...>>
Stringer si fermò di colpo e si mise di fronte a lei come per capire se si trattasse di uno scherzo. Charlotte lo capì, si girò altrove. <<Non guardatemi così vi prego>> lo supplicò.
<<E voi smentite subito ciò che avete detto!>>
<<Non posso, ormai è deciso, è tutto pronto>>.
<<Ma dovevate rimanere almeno per un altro mese... Cosa è cambiato? E' per quello che vi ho detto la scorsa sera? Vi ho turbato tanto da indurvi a scappare! Lo sapevo, sono un povero idiota...>> ma Charlotte lo prese per un braccio per fermare il flusso di sensi di colpa. Intanto in lei cresceva il rimorso di causare tanta frustrazione in un ragazzo che aveva solo espresso i suoi sentimenti.
<<E' vero, mi avete sconvolta la sera della festa. Ma non come avete pensato voi, o comunque non negativamente>> sorrise mentre ripensava all'effetto imprevisto che provò solo qualche giorno prima con lui. <<Non è per questo però che vado via>>
<<Allora ditemi perchè, vi prego. Non potete... non ora che io avevo... Non sono pronto a separarmi da voi ora!>>
Charlotte si sentì mancare ancora una volta. Le girò la testa, il cuore prese a correre in ogni direzione. Non poteva permetterlo ora che aveva messo un punto fermo al suo trambusto interiore.
<<Vi supplico io invece, signor Stringer. Non dite altro, non lasciamo discorsi sospesi e non confondiamoci ulteriormente. Ho bisogno solo di porre un freno a questa giostra che non smette di girare>>.
Lui rimase in silenzio e Charlotte lo capì. Lui sapeva benissimo a quale giostra si riferisse, ai passeggeri che ne facevano parte. Non era sicuro però, che in quella giostra fosse salito anche lui.

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Sanditon, pt. 2
RomanceL'ultima puntata della bellissima serie tv "Sanditon" ha lasciato me e molti amanti della Austen con l'amaro in bocca. Non è attualmente prevista una seconda stagione e, Convinta che Jane Austen non avrebbe mai permesso un finale che vede due innamo...