Supposizioni e...

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Quando il medico tornò con le stoffe pulite, Charlotte domandò a cosa servissero.

<<Le bagnerò con acqua e aceto per far scendere la temperatura, è ancora molto alta>>. 

Istintivamente Charlotte avvicinò la mano alla fronte di Georgiana, scottava anche solo sfiorandola. <<Posso farlo io, signore?>> chiese Charlotte sperando che quel medico così riservato e apparentemente ostile, le desse modo di sentirsi meno inutile.

<<Dovete bagnarle la fronte molte volte, è importante che..>> ma Charlotte lo interruppe: 

<<Non preoccupatevi, l'ho fatto già in passato con i miei fratelli. Sono la più grande, dunque quando i più piccoli stanno male... ecco, aiuto volentieri i miei genitori>>.

Il signor Jenkins la soppesò per qualche secondo, guardando al di sopra dei suoi occhialetti, poi bagnò la benda calda e la passò a Charlotte. Questa iniziò a frizionare la fronte, il volto, il petto di Georgiana, cantandole una dolce melodia appena sottovoce.

<<Siete una persona singolare, signorina Heywood>> le disse il medico quasi perplesso.

<<Mia mamma lo faceva con me e i miei fratelli, aiuta a sciogliere la tensione e gli spasmi della febbre!>> disse Charlotte dall'alto della sua conoscenza. Il dottor Jenkins continuava a fissarla.

<<E comunque mi conoscete da troppo poco tempo per valutare la mia singolarità, signore>>.

<<Dimenticate che sono un uomo di scienza, mi basta poco per fare diagnosi>> le rispose lui.

<<Allora avrete di certo capito cosa ha Georgiana, a questo punto>> lo rimbeccò Charlotte con aria infastidita.

<<Ho ancora delle valutazioni da fare, e comunque ho già messo al corrente il signor Parker circa le mie ipotesi>> disse lui senza fornirle altre delucidazioni, come Charlotte immaginava.

Proprio dopo aver nominato Sidney, questo entrò in stanza seguito dal fidato signor Lumen, il quale si occupava di quella dimora ormai da due generazioni. 

<<Signorina Heywood, ho mandato già il vostro biglietto a lady Worcester e ho dato l'incarico di consegnare il messaggio alla vostra famiglia alla diligenza con cui sareste dovuta partire>> disse il signor Lumen con un ossequioso inchino.

<<Signor Lumen siete stato più che prezioso, vi ringrazio profondamente, per me è un pensiero in meno sapere di aver informato i miei cari...>>.

Il domestico fece un altro inchino e poi guardò Charlotte con affetto paterno, prima di uscire e lasciare i tre nella stanza con Georgiana. Sidney si voltò verso Charlotte con fare interrogativo, poi sorrise. Era una leggerissima distensione su quel volto ormai contratto da giorni per la preoccupazione.

<<Perchè ridete, cosa c'è?>> chiese Charlotte.

<<Cosa avete fatto perchè fosse così affabile? Mostra una tale devozione solo con me e i miei fratelli, per il resto è solo sfuggente e di poche parole!>>

<<Beh, semplicemente mi sono affidata a lui con la cortesia che mi contraddistingue!>>. Sidney lo sapeva, con quella risposta Charlotte lo prendeva un po' in giro, ma non se ne dispiacque, anzi rise con lei perchè ne aveva davvero bisogno. Georgiana si mosse un po' sul letto, lamentandosi debolmente, i due si girarono a guardarla piombando subito nel turbamento. 

<<Non si è svegliata da quanto siete qui, signorina Heywood?>>

<<No purtroppo, signore. Si lamenta e si agita di tanto in tanto, ma nient'altro>>.

Il medico si schiarì la voce, segnalando la sua presenza giusto per suggerire che avrebbe voluto somministrare dell'altro antidolorifico, non appena si fosse svegliata anche per poco.

<<Ma certo dottore. Mi chiedo solo quando si sveglierà...>> disse Sidney sconfitto, buttandosi su una poltrona accanto al letto. Charlotte lo guardò con timore, quasi quanto ne serbava per Georgiana, e si avvicinò a lui inginocchiandosi accanto alla poltrona. Da diverse ore aveva abbandonato l'astio dei mesi passati, e soprattutto degli ultimi giorni.

<<Signor Parker, siete stanco, molto stanco. Scommetto che vi siete preso cura di lei ininterrottamente da quanto è tornata, non è vero? Perchè non andate a riposare, il signor Jenkins è qui e, se non vi dispiace, rimango anche io. Scommetto che la troverete presto sveglia e pronta per una delle sue risposte taglienti al vostro viso preoccupato>> gli sorrise lei racchiudendo quanto amore sentiva. 

Lui le rispose con uno sguardo pieno di gratitudine e, se solo lei avesse potuto leggergli dentro, un sentimento sconfinato si affacciava violento, ma che fino ad allora aveva solo messo a tacere con dolore. Si alzò dalla poltrona per interrompere quel pensiero, con fatica e non dovuta alla stanchezza. 

<<Avete ragione, forse non sono utile in queste condizioni, sento di impazzire>. Si diresse verso la porta. Prima di uscire si girò a guardarla: <<Grazie di essere qui, Charlotte. Io... Non so, credo che sarei...>> ma si interruppe ed uscì.

Charlotte rimase a fissare la porta, il cuore sempre un po' più su del dovuto non appena sentiva Sidney pronunciare il suo nome. Si ricompose per tornare accanto all'amica, sperando che il dottor Jenkins non si fosse accorto di quella intimità così difficile da nascondere, nel bene e nel male, tra lei e Sidney. Ma per fortuna il dottore era già immerso in una sua lettura, seduto accanto alla finestra.

Sanditon, pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora