9. I fantasmi del passato.

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"É una curiosa creatura il passato
ed a guardarlo in viso
si può approdare all'estasi
o alla disperazione.
Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido, fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
possono ancora uccidere!"
(Emily Dickinson)

Era mattina presto, Scarlett si era appena vestita velocemente con dei pantaloni grigi a zampa di elefante e una camicetta bianca a maniche corte, rilesse il biglietto di Albert per controllare l'orario in cui si sarebbe dovuta presentare al cafè e scese di corsa al piano terra, dove già alcuni uomini bevevano rum mentre Harry puliva i tavoli. Lo salutó velocemente e si chiuse il cappotto mentre usciva. Quel giorno il vento era freddo anche se c'era un barlume di luce che spuntava dalle nuvole nere. Usciva una leggera nebbiolina dalla bocca di Scarlett, che nel frattempo stava andando incontro a Tommy, il quale stava fumando una sigaretta con la schiena contro la sua auto e i piedi incrociati. Appena i suoi occhi ghiacciati dello stesso colore dei diamanti si incatenarono a quelli nocciola, ardenti come il fuoco, della donna parve che il tempo si fosse fermato per qualche secondo.
-Andiamo adesso, meglio essere in anticipo- propose Tommy, che stavolta voleva essere preparato ad ogni inconveniente, anche se spesso era lui stesso a preferire il ritardo. Scarlett annuì con decisione totalmente d'accordo con lui, così Tom spense la sigaretta, la lasciò cadere a terra e fece il giro per salire al posto del guidatore. Appena entrarono dentro fecero un bel sospiro, Scarlett cercò di riscaldarsi le mani coperte dai guanti, ma non c'era verso. Sentiva la testa congelata, aveva preferito non mettere il berretto, in modo tale che nessuno l'avrebbe riconosciuta. -Che cazzo di freddo, manca solo la neve...
Tommy si girò verso di lei e le mise una mano sul capo, era congelato. Prese il suo cappello con le lamette e glielo mise in testa, sorridendo leggermente. -Quindi- iniziò l'uomo mettendo in moto l'auto e partendo -Ricapitolando, alle 13 devi essere in questo cafè londinese a parlare con questo ragazzo di una cosa davvero importante, mentre io starò fuori a fare da guardia, osservandovi dai vetri.
-Esatto, niente di più, niente di meno.
-Non sei armata...Niente cintura, niente pistola.
-Sì, come no, cazzo...E oggi fa caldo.- con sorriso furbo Scarlett aprì il cappotto e mostrò a Tommy una revolver e una carica, mentre da sotto il polpaccio fece uscire un piccolo pugnale affilato, aveva una fibbia legata al polpaccio sotto i pantaloni larghi.
Lui ghignò e si spettinò i capelli con una mano. -Dove hai sentito la canzone che hai cantato ieri?
-È uno dei piccolissimi bei frammenti della guerra. Ricordo che ero in Francia e dovevo consegnare delle informazioni e dei documenti segreti alla base militare vicina alle trincee. Sono passata di lì per le retrovie e ho visto un enorme falò, con intorno soldati scozzesi, irlandesi, gallesi, anche alcuni inglesi -si capiva dall'accento- che cantavano questa canzone. Erano uniti, forse si facevano forza insieme sapendo di dover andare incontro ad un crudele destino, ma erano in armonia tra loro. La musica univa i loro cuori in un solo canto. Li ho sentiti parecchie volte e la canzone mi è rimasta impressa, così come la landa desolata intorno a me che si estendeva per miglia e miglia portando presagi di morte ovunque e, purtroppo, anche nelle trincee.
-Chissà, forse c'ero io tra di loro...
-Impossibile, ti avrei riconosciuto.
-E io avrei riconosciuto te ovunque.
Scarlett sorrise e si girò verso il finestrino ad ammirare le campagne, in attesa di riprendersi dallo stupore riguardo l'atteggiamento di Tommy verso di lei. Poi, per distogliersi da quell'argomento o dichiarazione che le mandava le guance a fuoco, disse: -Sai, era da tanto che non cantavo...Ed è stato strano il fatto che mi fosse mancato, odio l'idea di cantare in pubblico. Ieri è stato come svegliarsi dalla convinzione di non voler più pensare ai sogni.
-Se ti manca cantare, puoi sempre farlo per me.
-Ti piace sentire la mia voce?- Tommy non rispose, non sapeva cosa dire, così fece finta di non aver sentito nulla. Scarlett continuò a provocarlo: -Tommy Shelby che non ha l'ultima parola...Il mondo mi stupisce sempre di più.
-Aspetta domani, poi vedremo chi non riuscirà più a parlare.
Tom riuscì a sentire l'imbarazzo di Sky anche senza guardarla, così continuò: -Scarlett Winterhouse che non ha l'ultima parola...Che silenzio nell'aria.
-Stronzo...- disse apertamente Sky con arroganza, poi entrambi sorrisero. Il loro rapporto dopotutto prevedeva anche questo.

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora