21. Il Ritorno della Fenice.

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"Non far caso a me.
Io vengo da un altro pianeta.
Io ancora vedo orizzonti
dove tu disegni confini."
(Frida Kahlo)

Quando Scarlett si preparava all'azione, nella sua testa valutava in continuazione miliardi di possibili scenari. Dopotutto, lei era una calcolatrice e ragionava scrupolosamente le sue mosse, non ne sbagliava una anche se a volte sembrava il contrario, proprio come Tommy. Riguardo alle loro capacità mentali c'era una certa affinità, tranne per il fatto che quella che azzardava di più era sempre lei.
Non aveva smesso di riflettere su quello che avrebbe dovuto fare neanche nella macchina di John, dove in quel momento stava martellando le dita delle mani sulle ginocchia con fare nervoso. Aveva deciso che, uscita dall'abitacolo, avrebbe indossato la stessa freddezza dei killer esperti, come faceva quando andava in missione da spia. Il suo compito era semplice attraverso un occhio esterno alla faccenda, ma dentro...dentro era pieno di grovigli. Se solo una cosa sarebbe andata male, lei sarebbe finita nella fossa.
Si era vestita con dei pantaloni aderenti blu scuro e degli stivali che Polly le aveva gentilmente prestato, evitando di mettersi quelli ornati da rilegature dorate, della madre Josie, per non rovinarli più di quanto già lo fossero. Sopra aveva una camicetta bianca sovrastata da un cappotto di tessuto corto e pesante.
-Scarly, smettila di torturarti, andrà tutto bene.- John era mezzo assonnato, ma abbastanza sveglio per guidare e per accorgersi che l'espressione della sua migliore amica era paragonabile a quella di una persona che stava per andare al patibolo.
-Ieri hai fatto un bel taglio a Tommy, è tornato a casa e si è dovuto cambiare la garza tre volte. Non ci pensa proprio a cucirla, dice che se ne andrà.- le raccontó con gli occhi puntati sulla strada, delimitata da barche, reti e casse. Tantissima merce da caricare, enormità. Scarlett sapeva che la prima barca era quasi pronta a partire e quindi sarebbe dovuta salire in tempo. Si trattava di convogli segreti da far arrivare a destinazione per conto di Alfie Solomons, era una parte dell'accordo stipulato. A Scarlett venne l'idea di usare i pezzi di ricambi per auto in modo tale da coprire l'alcool da far arrivare in America. In Inghilterra il proibizionismo fruttava parecchio al mercato nero e illegale, soprattutto a chi ormai aveva il monopolio delle distribuzioni di alcolici, cioè gli ebrei. Quell'affare aveva fruttato parecchi soldi agli Shelby e ai Peaky Blinders; si sperava solo che Solomons, abbastanza instabile, non facesse qualche sciocchezza nelle varie trattative.
-Ieri l'avevo scambiato per un'altra persona, spero che entro stasera la ferita non si riapra più, in tempo per la festa. Spero di vedervi tutti interi con i miei occhi...
-Esatto, perché tu, qualsiasi cosa dovrai fare, farai il culo a tutti e tornerai da noi, va bene? Hai superato cose peggiori di questa, quindi sarà una passeggiata per te. A meno che la sitauzione non sia così tragica...-
Scarlett si armó di sicurezza, il giorno prima si era disperata abbastanza per i suoi gusti e non si sarebbe persa d'animo proprio in quel momento.
-No. La situazione non è affatto tragica. Io andró lì e riuscirò a tornare indietro. Semplice.
La Bentley dello Shelby si fermó dietro a una piccola baracca, seminascosta. John prese la Lee-Enfield dai sedili posteriori e la consegnó a Scarly, che la caricó in modo esperto, mettendo la sicura.
-Carabina nuova di zecca, proprio quello che mi serviva, sembra precisa.
-Devi uccidere qualcuno?
Sky si mise l'arma a tracolla, lasciandola dietro la schiena come se fosse un normale arco.
Lanció uno sguardo d'intesa all'uomo con lo stuzzicadenti in bocca ed entrambi si sorrisero per farzi forza.
-No, devo proteggermi ad ogni costo, è un po' diverso. A stasera, e questa è una promessa che posso mantenere.
Si salutarono velocemente e Scarlett uscì con una maschera di freddezza in volto. Sarebbe dovuta salire sulla barca a qualsiasi prezzo.
Oltrepassò la baracca con passo felpato, spostandosi dietro le torri e le mura create dalla catasta di casse, nessuno l'aveva vista, erano tutti impegnati e andavano troppo di fretta per accorgersi della sua presenza. Avvistò la barca galleggiare sul canale, distava da lei di pochi metri, doveva solamente passare senza farsi vedere. Tra del legno e alcune reti scorse uno spiraglio per osservare la scena presentatasi davanti: c'era Tommy più lontano che parlava con Charlie Strong fumando una sigaretta, erano gli unici che la ostacolavano insieme a due uomini che caricavano le barche.
Le venne un'idea e l'applicó subito rischiandosela: prese la carabina e dalla sua posizione la direzionò verso un barile pieno un po' più lontano. Messa così nessuno avrebbe visto la traiettoria del proiettile e sarebbe stato un ottimo diversivo. Caricò e sparó con un gesto meccanico, centrando il bersaglio. In un attimo tutti si avvicinarono al barile esploso, compreso Tom che lo accerchiò a passi lenti. Con una corsa leggera e agile saltó sulla barca camminando e rifugiandosi dall'altro lato. Nessuno l'aveva vista, sentiva ancora le voci degli uomini.
-Charlie, hanno sparato al barile?- chiese l'uomo dagli occhi di ghiaccio esaminando la scena appena creatasi. Il vecchio fece spallucce e lo tranquillizzò: -Nah, può succedere che esplodano con questi sbalzi di temperatura e di pressione. Per fortuna non era del carico di Alfie...
-Mh, già...- Eppure mi era sembrato uno sparo, di solito sono bravo a distinguere quei rumori...Tanto vale lasciar perdere...
-È pronto il primo carico, ragazzi?- domandó Charlie a quei due scaricatori di porto che confermarono di rimando.
-Curly! Vai al timone, allora! FORZA CHE SI PARTE COL PRIMO, RAGAZZI!
-Di questo passo sarà tutto finito per stasera, allora. Venite al Garrison, grande riapertura.- li informó Thomas per poi incamminarsi e allontanarsi, sempre di poche parole. Scarlett fece un sospiro di sollievo, la prima parte del piano era ormai compiuta. La barca iniziò a muoversi in avanti, era abbastanza lenta perché pesante, però le andava bene perché non le avevano dato un ultimatum o una scadenza. Ci sarebbe voluta qualche ora per attraversare la Black Country, quindi cercó di sistemarsi alla bene in meglio sulla fiancata, nascosta da alcuni teloni bianchi con cui si copriva la merce. Se si sporgeva troppo vedeva Curly e altri due ragazzi, quindi sospirò e prese fiato, aspettando l'ora di scendere dalla barca...

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora