28. Il bivio della vita.

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"Fa' ció che senti giusto nel tuo cuore,
poiché verrai criticato comunque.
Sarai dannato se lo fai,
dannato se non lo fai."
(Eleanor Roosevelt)

Scarlett raggiunse Londra dopo ore intere di viaggio. Si era alzata e vestita velocemente con pantaloni e giacca grigia, mettendo il berretto dei Blinders, aveva salutato Tommy con un bacio intenso come piaceva a loro e poi se n'era andata, raggiungendo rapidamente la Bentley in fondo al viale dopo avergli rubato una sigaretta. Mentre guidava osservava il paesaggio a cui andava incontro, si stava schiarendo e dalla campagna desolata e sperduta era passata alle città sempre più affollate, per poi arrivare al centro della capitale, l'amata e odiata Londra. Suonò il clacson e dopo qualche secondo lo vide scendere velocemente tutto trafelato con la coda dell'occhio, aveva abbassato il cappello in modo tale che nessuno la potesse riconoscere neanche da vicino.
Appena salito alla sua sinistra partirono rispolverando una vecchia strada che era da tanto che lei non percorreva.
-Buongiorno, Watson.- lo salutò ironica, mentre schiacciava sul pedale.
-Sherlock, la mattina ha l'oro in bocca! Vediamo che ci dirà quella signora. A proposito, dove abita?
-Ehm, nello Warwickshire. Se andiamo veloci ci arriviamo prima che tu riesca a pronunciarlo.- gli disse. Aveva appena svoltato a destra quando le venne in mente una cosa.
-Prendi la borsa che sta nei sedili dietro. Dentro ci sono due distintivi, ci hanno pensato i miei amici a fornirmeli.-
Quando li tirò fuori rimase stupito da quei libretti con i simboli dell'Impero Britannico scintillanti. -Chi avete atterrato per ottenerli, eh...-
Risero entrambi e lei gli spiegò la seguente tappa del loro grande piano. -Ci farà entrare se diciamo di essere ispettori. Diciamole che dobbiamo indagare sulla morte del fratello di Mike. Anche lui è deceduto recentemente, Robert Cooper.-
Non gli confessò che era stata lei ad ucciderlo, anche se era suo amico non poteva saperlo. Per un attimo i suoi occhi diventarono cupi e sentì la colpa farsi più presente, risalendo sulla superficie. Ma lei deglutì e la ricacciò indietro, doveva dare ragione a Thomas. La morte di quell'uomo non era colpa sua, anche se aveva premuto il grilletto.
Continuarono così fino a quando non arrivarono in una di quelle tante case a schiera, tutte tenute con la massima cura. Una donna sulla quarantina stava innaffiando i fiori: era lei la moglie di Mike, il suo amico morto nell'esplosione.

Entrambi si avvicinarono al giardinetto a ridosso della casa e camminarono decisi verso di lei. Li separava solamente la staccionata rovinata dalla pioggia e dal vento. La signora li guardó, aveva il viso giovane e ancora bello. Era seria in volto, ma stava lì in quiete con la testa per aria. Quando si accorse di loro si domandó interiormente chi fossero, ma Scarlett rispose alla sua domanda molto velocemente.
-Salve, Miss Cooper. Sono l'ispettrice Church, lui è il mio assistente, l'Agente Langford. Ci dispiace interromperla, ma dobbiamo farle delle domande. Possiamo entrare?-
La donna era molto confusa, aveva l'aria sincera e innocente, si pulì le mani un po' sporche sul suo grembiule e lasció il lavoro che stava facendo senza pensarci una seconda volta. Si stava preoccupando molto, così Albert intervenì, capendo che l'approccio di Scarlett era stato troppo sfrontato.
-Stia tranquilla, non vogliamo farle o toglierle nulla, siamo venuti qui solo per delle semplici domande.
-S-sì...Certo, entrate.
Ancora stranita aprì loro il cancelletto ed entrarono. Non sapeva perché, ma quella ispettrice aveva un volto familiare.
Quando entrarono in casa videro due bambini piccoli a giocare con dei cavallucci di legno, ad uno dei due animali era stata staccata la testa, ma funzionavano ancora bene. Appena videro Scarlett e Albert ebbero paura, ma la signora Cooper li mandó via con sorriso rassicurante.
-Charlie, Leo, andate di là a giocare, tranquilli. Questi due signori devono parlare con la mamma.
I bambini ubbidirono e disinteressati lasciarono il salottino.
-Accomodatevi, volete qualcosa?-
-No, non si preoccupi, staremo poco.- le disse Scarlett sedendosi insieme al suo amico sul divanetto. La donnina si sporse sulla sua poltrona e mise le mani in grembo. Si vedeva che lavorasse duramente, si intravedevano dei capelli un po' bianchi nel fazzoletto che aveva in testa. Somigliava a sua madre negli ultimi anni di vita, il viso scavato, sempre più magra. E malata.
Lui prese un taccuino con una matita e inizió ad annotare delle cose mentre parlavano.
-Signora, siamo qui per parlare dell'omicidio di Robert Cooper. Sappiamo che suo marito è a lavoro, dovremmo fare delle domande anche a lui.
Lei alzó un sopracciglio indispettita, ma rispose con la voce rotta.
-Mio marito Mike è morto. Anni prima di suo fratello. Robert lo hanno trovato su un carretto abbandonato, gli avevano sparato. La sua famiglia non vive qui, si è trasferita e mia cognata ha trovato un nuovo compagno.
-Sa', è strano perché la morte di suo marito non ci risultava. Che gli è successo?- mentì.
-È stato ucciso anche lui. Non so chi sia il bastardo che l'ha ammazzato, ma da quel giorno mi arriva ogni mese una busta con dei soldi. È anonima, ma mi aiuta a sopravvivere e a mantenermi.-
Scarlett attaccó sull'argomento, continundo ad estrapolarle informazioni mentendo.
-Hmm, interessante, non sapevamo neanche che avesse avuto un fratello. E, se posso, suo marito si assentava molto spesso? Che lavoro faceva?
-Era un'agenzia privata e capitava che a volte lavorasse per più di due settimane. Era un brav'uomo...-
Scarlett fu colta da uno scatto di preoccupazione e accarezzó la donna sulla sua spalla, facendola smettere di singhiozzare. Evidentemente non sapeva nulla della verità, non aveva idea che lavorasse per dei gangster.
-C'era un posto in cui andava spesso?
-Ehm...sì, stava nella contea di...Northumberland, credo. È molto lontana dallo Warwickshire.
Lei e Albert si guardarono negli occhi, realizzando che stavano indagando sulla strada giusta.
-Newcastle upon Tyne le dice qualcosa?- intervenì lui, vedendo la donna più sicura, come se si ricordasse qualcosa di nuovo.
-Sì, esatto. Era lì, un ufficio anagrafe, credo. Sì, lui aveva dei contatti. Me ne aveva parlato.
-Segna tutto, Langford. Grazie per la collaborazione signora, non la disturberemo più. Ha altro da riferire?
-No, nulla. Mike non mi diceva molto del lavoro, figuriamoci suo fratello.
-Perfetto, Miss Cooper. Le ripeto, grazie mille. Forza, andiamo, non la importuniamo ancora.
Arrivederci, signora.-
Anche lei salutó, ma sembrava avesse ancora qualcosa da dirle. Morrison avanzó e uscì dalla porta per primo, raggiungendo la Bentley, ma come sospettava Scarlett venne fermata.
-Allston Bloom. Cerchi Allston Bloom, lui ha una locanda a Newcastle, Mike alloggiava da lui quando stava lontano da casa. Senta, io non so che lavoro faceva mio marito di preciso, ma credo che questo signore potrà rispondere alle vostre domande. Che ai Cooper venga fatta giustizia.
-Grazie mille. Chiederò della loro scomparsa, magari saprà dirmi qualcosa.
Mi sta scrutando e studiando, speriamo non sospetti qualcosa...
-Ha una faccia familiare, signorina Church.
-Sì, in effetti anche lei. Chissà dove ci siamo viste.- finse la donna dagli occhi nocciola.
Al funerale di Mike, ci siamo andati io e Jackie, i nostri sguardi si sono incrociati per pochi secondi, ma nulla di che. Lei non avrebbe dovuto sapere, per sua sfortuna.
-Non credo che mi vedrà più, Cooper. Mi trasferisco a Manhattan dopo questo caso, quindi...
-Oh, beh, allora buon viaggio. Buona giornata.
-Anche a lei. Sono sicura che suo marito l'amava molto, è una bella e brava donna, si vede.-
Lei le rivolse un ultimo sguardo come a ringraziarla del complimento, poi chiuse la porta, lasciandola ritornare indietro all'auto.
Aveva la testa per aria, sapendo bene che Jackie avrebbe dovuto pagare per quello che aveva fatto. Aveva anche distrutto una famiglia non dicendo loro dell'esplosione e del pericolo.
Con una trave di legno conficcata nel petto, ecco come era spirato Mike. Nessuno, se non lei, avrebbe potuto vendicare la sua morte. E di questo ne era sempre stata consapevole.
-Quindi, che farai?
Lo ammazzeró definitivamente, aggiungendo un'altra morte alla scia delle ultime sei in modo da giocarmi anche solo il pensiero del Paradiso? Ma che cazzo penso, non so se lo faró, ma quel Jackie è sicuramente più santo da morto.
Che farai, Scarlett...Odio quando sento che tutto dipende da me, ho paura di ferire le persone involontariamente a causa delle mie scelte. Ma stavolta è diverso, stavolta dipendo io da me. Posso prendere in mano la situazione.
-Andremo a Newcastle appena possibile. E io, stavolta, troveró quello che sto cercando.

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora