30. La battaglia per la salvezza.

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"Ci saranno sempre pietre
sulla strada davanti a noi.
Saranno ostacoli o trampolini di lancio;
tutto dipende da come le usiamo."
(Friedrich Nietzsche)

Le notti temporalesche londinesi non erano nulla rispetto al freddo gelido e rigido di Newcastle, questo realizzò Scarlett appena mise un solo piede fuori dalla confortevole Bentley, il tutto dopo tre giorni di viaggio estenuanti in cui piano piano stava cercando di adattarsi ad un clima molto diverso da quello a cui era abituata. In quella mezza settimana, tra automobili e lerci affittacamere, la donna aveva legato molto di più con il bambino e lui sembrava stare un po' meglio, anche se adesso si comportava in modo silenzioso, insolito.
Del tutto normale, ovviamente. Ricordo quando è morta mia madre, nelle prime settimane mi resi conto che ero diventata taciturna, andavo a casa presto, sorridevo ma per poco...D'altronde che c'è da sorridere se la persona a cui tu tieni di più al mondo non è più con te?
Posso dire di aver pensato molto sul da farsi nella prima parte della nostra avventura. Ho parlato in disparte con Albert e gli ho detto che, in caso dovessi morire, lui avrebbe dovuto dire a Davy che il motivo di questo viaggio consisteva nel portarmi al porto. Fuggire via per un po', questo avrei voluto fare secondo la bugia, perchè quel ragazzino non si merita di sapere della mia morte, ne ha vista troppa durante la sua breve vita. In seguito lui l'avrebbe lasciato ad Ada, lei ha una casa molto grande adesso e Karl avrebbe avuto un amichetto in più con cui giocare. Senza contare che la mia migliore amica ama prendersi cura di chi è in difficoltà. Avevo creato un articolato piano intersecato da centinaia di variabili sviluppando anche le dovute soluzioni. Milioni di strade diverse che poi si ricongiungevano in due principali filoni: uno in cui muoio e uno in un cui resto in vita. Avevo uguali probabilità di successo e di sconfitta, tutto dipendeva da me e dal mio fedele aiutante, che spero davvero mi dia una mano fino alla fine. Già, fino alla fine...
Se solo penso a cosa mi ha portato a pensare alla mia fine. Sono stata io e io soltanto l'artefice dei miei problemi e quindi devo tirarmene fuori.
Ora o mai più, Scarlett, ora o mai più.

I tre strani avventurieri camminavano tra le vie di quella città a loro sconosciuta, stretti nei loro cappotti chiusi fino al collo. Sembravano una famigliola che passeggiava normalmente, un gruppetto arrivato da poco e pronto per alloggiare da qualche parte, in qualsiasi posto che potesse offrire loro una brandina e un po' di legna da ardere, ma Sky sapeva già dove andare. Alla locanda di Allston Bloom, così avrebbe saputo da lui la locazione dell'ufficio segreto di Jackie, l'uomo e la ragione per cui si trovavano in quel luogo, alle prese con qualcosa di molto più grande di loro.
Newcastle era più o meno come Birmingham, solo con temperature più basse e aria meno inquinata. Le casette piccole e addossate le ricordavano precisamente Small Heath, la gente che lavorava e vendeva nelle strade anche. Un paese ricco di canali che poi portavano al ghiacciato Mare del Nord, enorme e abissale quanto un oceano, con la fredda nebbia che copriva la superficie scura delle acque.
Davy si era aggrappato alla mano di Scarlett con il palmo tremante per il freddo, lei quasi si sentiva in colpa per averlo portato fino a lì, ma doveva farlo. Sì, avrebbe potuto direttamente lasciarlo ad Ada, ma non c'era stato tempo, la clessidra di Campbell scorreva velocemente, troppo velocemente per rimediare a tutti gli imprevisti sul percorso.
-Cazzo, dobbiamo mantenere un basso profilo, ho appena visto due Red Falcons all'incrocio qui vicino.- gli riferì a denti stretti Morrison, guardandosi troppo intorno. Scarlett era calma e apparentemente tranquilla, a differenza dell'amico lei manteneva il sangue freddo.
-Magari se ti muovi di meno e fai finta di niente nessuno ci noterà, non credi?- disse ovviamente sarcastica, intrufolandosi tra la gente che affollava le strade. Aveva un cappello che copriva i suoi occhi e la solita fastidiosa parrucca bionda a non riconoscerla, lui invece portava un Fedora grigio e indossava un diverso paio di occhiali, rubati a suo zio prima di partire.
-Hey Scarly, quella è una A, di Allston, no?- domandò indicando l'insegna ad una ventina di metri da loro. La donna gli rivolse un ampio sorriso e confermò teneramente. -Esatto, hai indovinato! Visto che è facile imparare a leggere?-
Per passare il tempo in quei giorni infatti, Sky aveva insegnato un po' di lettere al piccoletto, notando che era molto veloce ad apprendere nozioni nuove. Poi, essendo una novità per lui, gli piaceva anche.
Tutti quanti si diressero a passo svelto fino al locale, entrando dentro con rapidità e fortunatamente non facendosi notare da nessuno in particolare. Rimasero nel loro copricapo anche dentro, non vedendo nessun fazzoletto giallo nei paraggi.
-Davy, mi raccomando, non andartene in giro, va bene? Qui è pieno di brutta gente.- sussurrò abbassandosi per farlo ascoltare. Lui alzò la testa e annuì serio in volto. Albert, che si era avvicinato ad un cameriere per chiedere informazioni sul proprietario, ritornò sospirando e si appoggiò all'angolo del lungo bancone insieme agli altri due, dove c'erano meno persone.
-Ha detto che adesso arriva, si trova sul retro. Ci parli tu?
-Sì, certo. Voi sedetevi in qualche tavolo nella sala più interna, io vi raggiungo.- spiegò al più grande sapendo esattamente cosa fare. Prima che però lui si allontanasse, Sky lo fermò prendendolo dolcemente per un braccio, mimandogli un 'grazie'.
-Ce la faremo, va bene? Ne sono sicuro.- la confortò con quelle parole per poi scomparire dalla sua vista. Lei respirò a fondo e dopo si preparò ad incontrare l'uomo chiave della sua impresa, il signor Bloom. Lui, di certo, conosceva ogni cosa.

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora