18. Whisky o Rum.

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"Togli il sangue dalle vene
e versaci dell'acqua al suo posto:
allora sì che non ci saranno più guerre."
(Lev Tolstoj)

(Tre giorni dopo, qualche tempo prima di arrivare a Camden Town)

Era da un po' che Curly e Scarlett si trovavano sulla barca per arrivare a Camden Town. Si stavano facendo strada in quella zona piuttosto paludosa perché era la via più veloce per raggiungere quel porto. In quei giorni lei stessa aveva imparato ad usare il timone, cosa che, anche se passava molto tempo da Charlie, non aveva mai assimilato da piccola. Facevano i turni, dormivano poco alternandosi, anche se realmente Sky non riusciva a fare neanche mezz'ora di sonno senza risvegliarsi da sogni inquieti. Aveva paura di ciò che Darby Sabini era riuscito a fare a Tommy con i suoi uomini, temeva il fatto di poter essere in qualche modo uccisa da Alfie, ma soprattutto impallidiva all'idea di veder morire chi amava. Tutto sommato le cose sembravano prendere una piega sempre migliore: Thomas, che specialmente nel primo giorno non riusciva a muoversi e tremava come una foglia in preda agli spasmi, ora stava molto meglio, era solo un po' dolorante. La febbre gli era passata da più di sei ore e stava riposando su una brandina sottocoperta, stanco e con i muscoli bloccati. Ma Scarlett era certa che avrebbero superato anche questo ostacolo, niente e nessuno poteva intimorirli tanto da fermarsi e smettere di lottare.
-Curly, prendi il timone, un'altra ora e ci fermiamo. Hai controllato il serbatoio?
Il ragazzone spuntò fuori dalla catasta della merce posizionata sulla prua, sempre con un sorriso sul volto. La donna ammirava molto questa parte di lui, riusciva sempre a vedere la parte migliore della vita e a vivere felice grazie al poco che la Provvidenza gli offriva. -Hai ragione Scarly, ci dobbiamo fermare. Abbiamo consumato più in fretta il combustibile che ci ha dato Charlie. Dobbiamo fermarci ad un villaggio qui vicino il più presto possibile, prima di trovarci bloccati. Lì andrò a prendere la benzina e poi domani saremo a Camden.
-Va bene, Curly. Grazie per accompagnarci in questo bel viaggetto.
Si scambiarono un'occhiata rispettosa e di riconoscenza, poi Scarlett scese la scaletta per andare dentro la stiva della profonda barca. Non era molto spaziosa, lei doveva tenere la testa abbassata per camminarci dentro, ma quando si sedeva sulla brandina diventava un luogo caldo e comodo. D'altronde quel giorno faceva davvero freddo, si riusciva a malapena a non battere i denti, soprattutto in quella zona.
Si sedette sul lettino della January accanto a Tommy, che la guardava in uno stato di dormiveglia. Aveva un canovaccio avvolto intorno alla testa e lei sorrise vedendolo, somigliava a quei nativi americani con le fasce sul capo. La poca luce illuminava i suoi occhi, i quali si erano appena aperti per guardare la bellissima figura accanto a lui. Lei gli passò una mano tra i capelli, accarezzandoglieli con una strana premura, non proprio coerente con il suo essere poco sdolcinata, ma non le interessava più di tanto. La voce di Tom, impastata dal sonno, profonda e roca, la chiamò scrutandola: -Sky...- I suoi capelli ondulati e castani, gli occhi profondi e intensi, lo rimandavano a ciò che di bello aveva condiviso con lei in tutti quegli anni. Il suo timbro sensuale e quasi silenzioso lo svegliò da un sonno ristoratore, venutogli dopo moltissime ore di freddo e agonia.
-Thomas...Come stai?
-Non sento più la febbre, la stanchezza, il freddo caldo...- disse lui sistemandosi seduto, appoggiando la testa al legno della parete. Aveva capito che quella era la posizione in cui sentiva meno dolore e non gli mancava l'aria. Scarlett si sporse verso di lui, togliendogli lo straccio umido legato alla fronte. Baciò quest'ultima per sentire se era calda o fredda, un metodo che le aveva insegnato la madre per misurare la temperatura in modo approssimativo. Si staccò e lo guardò negli occhi, dandogli ragione: -È vero. Niente febbre.
-Visto? Non mi sbaglio mai.
-Sai, hai una capacità di ripresa impressionante. Stai guarendo con un unguento per cavalli...- gli fece notare ridendo. -Fermo, aspetta. Ti devo dare una cosa.
-E chi si muove da qui...Dietro le garze sono un vero schifo.
-Non esagerare, starai meglio. Dopo ti aiuto a toglierle, ma prima prendi questo.- gli ordinò girata di spalle, intenta a prendere una cosa da un tavolino pieno di schegge.
-Cos'è?
-Tranquillo, è roba buona.
-Sono strisce di neve? Sky, io non sniffo niente.- precisò Tommy dal letto, riluttante di fronte alla droga. Lei scosse la testa e si girò mostrandogli un bel bicchiere di vetro, sorridendo.
-Una botta di vita, bevi e non fare lo schizzinoso.- Lui scosse la testa e fece due sorsi. Strizzò gli occhi due secondi dopo, leccandosi le labbra. -L'unica cosa che riconosco qui dentro è il rum...E il limone. Non è male.-
-Rum, succo di limone e foglie di alloro. Le ultime due cose me le ha procurate Curly stamattina. Ti riscalda, ti rinforza e rilassa i muscoli.
-Sembra efficace.- commentò continuando a berne il contenuto.
-Lo è, me lo dava mia madre quando stavo male e funzionava sempre. Con questo guarisci del tutto.
-Tua madre ti dava l'alcool? Lei non beveva un goccio tranne che nei giorni di festa.-
Sky si rallegrò per quello che si ricordava Tommy, era felice che conoscesse bene la persona più importante della sua vita fino a qualche tempo fa. Lui nel frattempo la scrutava, accorgendosi che era da un po' che la baciava e basta, che non potevano stare insieme in quel senso e che i problemi cercavano di sovrapporsi al loro amore. Pensò anche che finalmente aveva ritrovato la donna della sua vita e che proprio lei lo avrebbe aiutato in qualsiasi momento, era felice e si sentiva davvero fortunato a starle vicino.
-Il rum è un tocco personale...
-Sai, il rum è per divertirsi e per il sesso...Me ne hai offerto un bicchiere. Su un letto. E sullo stesso letto ci sei anche tu.- alluse Tommy alzando un sopracciglio e guardandola con quella sfumatura di azzurro più chiaro che Sky riusciva a collegare ad una punta di desiderio. Lei si sporse in avanti, separata da lui da soli due centimetri, sorridendo divertita e poi ritornando seria. -È per caso una richiesta implicita, quella che sento?
-Quale richiesta?
La donna sospiró, poi mordendosi il labbro inferiore si alzó e salì metà delle scalette, riuscendo ad intravedere il ragazzone; gli chiese a voce alta: -Hey Curly! Quanto ci metti per tornare qui con la benzina?
-Una mezz'oretta circa, Scarly! State sottocoperta, riposatevi e chiudete la botola per ora, ci vediamo dopo!- Lei lo salutò di rimando, serrando la stiva come l'amico le aveva consigliato e ritornando a guardarlo. Ormai nessuno avrebbe potuto disturbarli o interromperli. Scarlett si levó gli stivali lasciandoli nel percorso per arrivare fino alla brandina che faceva da letto, la quale per certi versi era più comoda di un materasso normale. Nel tragitto si sbottonò anche i pantaloni di pelle e se li tolse con estrema facilità rimanendo in intimo e camicetta rossa, Tommy la guardava sospirando e rilassando i muscoli ancora seduto, bagnandosi le labbra secche con la lingua. In quell'istante ammise a sè stesso che le sarebbe saltato addosso se non fosse stato per gli ematomi e le cicatrici. Scarlett si mise a cavalcioni sopra di lui che osservava minuziosamente ogni suo movimento, gli passó un dito sulla mascella tesa, mentre si sentì chiedere: -Che stai facendo?
Con finta innocenza lei lo informó: -Beh, sto aspettando. Aspetto che tu mi faccia una richiesta esplicita...
-Ah sì? Altrimenti?- sibiló con furbizia Tom, facendo sfiorare la sua bocca con quella della donna, che subito rispose lentamente: -Altrimenti passerai un'altra mezz'ora sfiancante a non fare nulla. Io mi rivesto e me ne torno di sopra. Decidi tu cos'è meglio...
-Mi stai facendo uscire fuori di testa, sappilo...
-Era quello il mio scopo, Thomas.
Lui la squadró un'ultima volta, poi la guardó con quegli occhi con intensità maggiore.
-Voglio fare l'amore con te, Scarlett. Qui. Adesso. È questo quello che voglio.-
Quella dichiarazione ardeva come il fuoco che scorreva nelle loro vene, come il desiderio che li univa. Iniziarono a baciarsi con una passione mai vista prima. Scarlett fece passare la mano tra i suoi capelli neri, avvicinando la testa di Tommy alla sua, le loro labbra bramavano di più e le dita con gli anelli dell'uomo iniziarono a sbottonarle la camicetta che copriva ormai molto poco del suo corpo. Ancora mista al bacio, la sua voce suadente entrava nelle orecchie di Tom come un armonioso suono. -Avrei dovuto aiutarti a cambiare le garze...
Gli accarezzó i pettorali in parte coperti da quelle strisce di tessuto, non provava dolore, solo del calore davvero piacevole.
-'Fanculo alle garze...
I palmi scendevano sempre di più, verso il basso, quelli più grandi e pieni di cicatrici di Tommy passavano dietro la sua schiena. Scarlett sentiva il ferro freddo degli anelli sulla sua pelle liscia, le venivano i brividi. Lui iniziò a baciarle il collo avidamente, arrivando ai seni, le sue mani pensarono bene di slacciarle il gancetto del reggiseno e lasciarlo cadere per terra. Thomas si abbassó con la testa ancora di più leccandole e mordendole i lembi della pelle, sentendo i suoi sospiri che approvavano quello che stava facendo. Scarlett si aggrappò con le mani dietro le sue spalle ed iniziò a strusciare la sua intimità con lentezza su quella dell'uomo, avanti ed indietro. Sentì la sua erezione crescere sempre di più sotto i pantaloni e i boxer, così decise di aprire i bottoni dell'indumento, mettendo le mani su quel rigonfiamento che diventava più grande. Tommy alzó gli occhi al cielo, lasciando che la sua testa si buttasse all'indietro contro il legno, arrendendosi davanti a tutto quel piacere che stava provando. Dei versi gutturali uscirono involontariamente dalla sua gola. Sky si avvicinó al suo orecchio, glielo morse e gli sussurró: -Fermo Thomas, lasciami fare...
Dapprima restio a quella richiesta, lui decise di lasciarle le redini in mano, facendole guidare quel gioco. Gli abbassó pantaloni e boxer un po' di più continuando a far danzare le loro lingue, fino al momento in cui non si unirono facendo scontrare i loro bacini. Scarlett iniziò a muoversi sopra di lui, si sentiva completamente piena della sua eccitazione, i loro corpi si incastravano alla perfezione ogni singola volta. Tommy perse il controllo velocemente, reagendo ad ogni sua mossa con dei versi che riempivano quella specie di stanza, sentendo ansimare e gemere la sua donna che a parer suo si muoveva con una decisione e una velocità che lo mandavano completamente in un altro mondo.
-Cazzo...Sto arrivando al limite...- farfuglió Thomas dopo tanti minuti di estasi prendendola per il fondoschiena e facendola sollevare, rigettando il suo piacere all'infuori di lei. Avevano la fronte imperlata di sudore, sorrisi soddisfatti sui loro visi, il fiato corto come se avessero corso per interi chilometri senza fermarsi, il cuore batteva a mille. Tommy a fatica si riaggiustó i pantaloni chiudendoli di nuovo e rimettendosi la camicia, lasciandola aperta. Scarlett agguantó l'intimo caduto a terra e lo indossò di nuovo rimettendosi sul letto dove, con un gesto di premura, l'uomo dagli occhi di ghiaccio prese la coperta marrone sfilacciata che aveva utilizzato in quei giorni e le avvolse il corpo con quella, trascinando Scarlett di nuovo sul materasso, aprendo le gambe per lasciarle spazio. -Tranquilla, puoi appoggiarti, sono messo meglio di quello che credevo.- bisbiglió lasciando che la schiena coperta dal grezzo tessuto marrone aderisse al suo petto.
-Come stai ora?- ghignó furba Sky mettendo la testa nell'incavo del suo collo, sentendo un meraviglioso tepore dopo quelle ore al freddo e al vento. Una mano di Tommy accarezzava la sua gamba sinistra lentamente, l'altra spostava i capelli di Scarlett da un lato.
-Meravigliosamente...A volte vorrei che il tempo si fermasse veramente. Potrei stare ore intere qui, sapendo che sei vicino a me, che siamo uniti e che va tutto bene. Vedi Sky, voglio diventare qualcuno, voglio prendermi Londra anche per avere quei cinque minuti in più per dire che sto bene e che nessuno punta una pistola in fronte, nè a me nè a chi tengo davvero. Ho ancora tempo in questa vita, tanto tempo e non voglio perderlo ora che ci sei tu.
-E se non ci fossi io?
-La vita non ha senso se sei da solo, anche se dopo la guerra ho iniziato a pensare il contrario.
-Sei dilaniato Thomas, distrutto da tutte le tempeste che si sono abbattute su di te. E io sono qui, raccolgo i pezzi e li rimetto insieme, sono qui a ricordarti che la vita non va sprecata e che è stupenda, anche se la maggior parte delle volte ci sembra di merda. Noi siamo la vita Tom, se ci perdiamo e se ci abbandoniamo sarà come essere morti per sempre.
-Grazie per essere rimasta.
A quella affermazione lei si girò leggermente e legó il suo sguardo a quegli occhi azzurri e profondi. -Non devi ringraziarmi per rimanere, Thomas. Io sono qui perché ti amo e non ti lascio solo.
-Non sarai sola neanche tu se mi lascerai rimanere al tuo fianco.
Si diedero un bacio lento e leggero, che aveva tanto di emozione e gioia, con il desiderio e la passione di sempre. Appena lui si staccó le fece una domanda che scatenó una risata in Scarlett: -Che cosa provi adesso?-
-Te lo ricordi? Non ci credo!
-Ricordo sempre quello che dico e ciò che sento, parola per parola. Ricordo soprattutto quella frase...
In quegli istanti entrambi videro la stessa scena accaduta in passato, rivivendo quei momenti con un brivido sotto pelle e la felicità negli occhi. -Ho una voglia matta di baciarti, Thomas Shelby.
-Sai, per un attimo ho avuto paura che tu non ricambiassi e che mi stessi dichiarando per poi fare una figura di merda...
-Ah, voi uomini siete proprio dei coglioni. Cazzo Tommy, si vedeva da un miglio che mi piacevi!- esclamó scuotendo la testa e sorridendo Scarly, guardando la sua espressione.
-Sì, ma facevi la stronza con quel tuo stupido ragazzo.
-A te piace sempre sudare per guadagnarti le tue vittorie, te l'ho resa difficile.
-Il tuo amore è la mia più grande vittoria, Scarlett Winterhouse.
Tommy le bació il collo, avvolgendola con le braccia intorno al suo ventre mentre le sussurrava quanto il suo amore per lei fosse grande. Rimasero lì ancora per una manciata di minuti prima di salire di nuovo sulla superficie come se nulla fosse successo.

𝘐𝘵𝘢𝘤𝘢 - 𝘛𝘰𝘮𝘮𝘺 𝘚𝘩𝘦𝘭𝘣𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora